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Caos Catania... quella squadra argentina che giocava in Italia: la Giustizia Sportiva sia celere, ecco i rischi dei rossoazzurri. La parola ai giudici...

Caos Catania... quella squadra argentina che giocava in Italia: la Giustizia Sportiva sia celere, ecco i rischi dei rossoazzurri. La parola ai giudici...TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 2 luglio 2015, 07:342015
di Claudio Pasqualin
Claudio Pasqualin (Udine, 30 maggio 1944) è un procuratore sportivo e avvocato italiano del Foro di Vicenza, esperto di diritto sportivo. È stato vicepresidente dell'AIC, presidente di AssoProcuratori ed è attualmente presidente di AvvocatiCalcio.

Caos Catania. Poco tempo fa parlavo di una squadra argentina che faceva per caso il campionato italiano di serie B e che in quanto tale non mi appassionava più di tanto. Nel commentare le prestazioni del Catania di un paio d'anni fa mi permettevo di avanzare il dubbio che ci fossero degli interessi che andavano oltre al mercato e che attorno a questo pescare a tutti i costi in Argentina ci fosse qualcosa di strano.

Ora il Catania è nell'occhio del ciclone per aver comprato delle partite. Pulvirenti ammette di averlo fatto. La confessione ha il merito di accelerare il processo di accertamento totale delle colpe, magari anche di chi adesso prende le distanze da lui. Sarà il tempo a dire chi sono stati i suoi complici. Il malaffare va estirpato con pene severissime. La responsabilità oggettiva va discussa solo quando ci sono di mezzo personaggi marginali. Purtroppo - e lo dico con sofferenza perché capisco l'ingiusto malessere dei tifosi - andandoci di mezzo il massimo esponente, il Catania sarà retrocesso. Ci si augura perciò che la Giustizia Sportiva torni ad essere quella di un tempo, ossia celere, così da far ripartire al più presto i campionati. Campionati che andrebbero anche riformati subito riducendo l'area professionistica con la A a 18 squadre, la B a 20 e due gironi di C da 20. Eppure si continua a discuterne. Abbiamo una Federazione debole, una Giustizia Sportiva incerta e criticabile che sembra applicare la legge per i deboli e interpretarla per i potenti. Qua non c'è niente da interpretare: il caso Catania è talmente conclamato che c'è stata la confessione del Presidente. Una confessione che deve accelerare i tempi. Per carità, prendiamo atto che c'è gente vicina a lui che nega di essere al corrente di ciò che succedeva. Ma adesso non dilazioniamo i tempi e ci sia una sentenza breve per far ripartire presto il campionato senza dover aspettare ancora. Da un punto di vista legale il Catania rischia il massimo della pena: retrocessione e penalizzazione. Prendo atto delle parole di Cosentino: un cittadino della Repubblica - non so se italiana o argentina - ha il diritto di proclamare la sua innocenza e di cercare di evidenziarla, però non si può non rilevanre che Pablo Cosentino fosse vicino a Pulvirenti. Tant'è che il Presidente gli aveva dato carta bianca, facendogli costruire una squadra argentina che faceva il campionato italiano. La parola ora ai giudici...