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Dal Canto: "Siena, che peccato. Pirlo? Non ha mai allenato, però..."

Dal Canto: "Siena, che peccato. Pirlo? Non ha mai allenato, però..."TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 24 agosto 2020, 08:45La Giovane Italia
di La Giovane Italia
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro

Il Siena Calcio è pronto a ripartire dalla Serie D, dopo la decisione dell'arbitrato FIGC sulla mancata iscrizione al campionato di Serie C. Tra coloro che attendevano il verdetto della Federazione c'era ovviamente Alessandro Dal Canto: il tecnico di Castelfranco Veneto, prima dello stop ai campionati, aveva guidato la squadra fino al quinto posto in classifica nel girone A di Serie C. I bianconeri poi, scesi in campo per i play-off, si sono fermati contro l’Alessandria, in un incontro molto combattuto terminato 3-2 per i piemontesi. In attesa di conoscere il proprio destino professionale, Dal Canto ha raccontato a La Giovane Italia la traiettoria della sua carriera da allenatore, dicendo la sua sulla scelta della Juventus di affidare la prima squadra a Andrea Pirlo.

Mister, il verdetto dell’arbitrato FIGC è arrivato: niente Serie C per il Siena
“Stavamo aspettando la decisione definitiva, anche perché quando ho scelto di andare a Siena speravo in qualcosa di positivo e di poter iniziare un percorso stabile, visto che nelle ultime sette stagioni ho allenato sette squadre diverse. Purtroppo nessuno si aspettava una situazione così e adesso il club dovrà ripartire dal basso, come hanno fatto altre grandi squadre anche nel recente passato. Davvero un peccato che sia finita così".

In passato sei dovuto ripartire anche tu, quando decidesti di tornare ad allenare a livello giovanile.
“Dopo aver perso la finale play-off col Padova nel 2011, l’anno seguente arrivammo settimi e non riuscimmo a qualificarci. Fu un'annata particolare e la società spese tanto. Purtroppo, in seguito presi delle scelte di carriera infelici: non per le piazze scelte, ma per la situazione particolare che stavano vivendo. Prima sono andato a Vicenza, dove la società era in totale confusione, ma decisi di accettare perché è la città in cui vivo e a cui sono molto legato, volevo fare qualcosa di importante. Poi scelsi Venezia, ma anche lì non era il momento giusto per andarci. A quel punto mi sono detto ‘ricominciamo’: ho commesso qualche errore di valutazione, vediamo se riesco a crearmi una seconda opportunità e giocarmela meglio di quello che ho fatto".

È stato a quel punto che sei tornato nel calcio giovanile.
“Antonio Conte, di comune accordo con lo staff dirigenziale della nazionale, mi affidò la Nazionale Under 17, con cui arrivammo alla fase finale degli Europei. A quel punto sono rimasto nelle giovanili e prima ho allenato l’Empoli Primavera, arrivando in finale al torneo di Viareggio, poi la Juventus, sempre in Primavera, arrivando in semifinale sia al Viareggio che in Campionato. È stata una chance importante, che mi ha permesso successivamente di rientrare nel calcio dei grandi e di andare all’Arezzo e poi a Siena".

Un percorso molto diverso se si pensa a Pirlo, il nuovo allenatore della Juventus.
“Assolutamente sì, io ho fatto un percorso lungo e anche tortuoso, mentre lui si è ritrovato subito ad allenare la prima squadra. Se però da un lato è vero che non ha mai allenato, dall’altro parte da una base tecnica di prim'ordine e sono sicuro che i suoi collaboratori lo aiuteranno tantissimo. Sono sicuro che la Juventus abbia pensato a lungo sulla decisione di affidargli la squadra, facendo le dovute valutazioni, e sono certo sia stata la decisione giusta".

La tua carriera da calciatore è legata in modo importante al Vicenza. Che impressione ti ha dato il nuovo corso?
“Personalmente non conosco nessuno della nuova proprietà, ma mi basta sapere che c’è Di Carlo, un professionista importante, oltre che essere un mio ex compagno di squadra, che in passato ha dimostrato tanto. Prendere una figura del genere è stato un vantaggio, perché ha portato grandissima esperienza. La società è solida da un punto di vista economico e secondo me dall’anno prossimo in poi, con la promozione in Serie B, la situazione potrà solo migliorare".

Come giudichi la conclusione di questa singolare "stagione estiva"?
“Quella che abbiamo vissuto è stata una situazione completamente anomala, con molti risultati frutto del lungo stop al quale sono stati costretti i giocatori. Speriamo solo di non doverci abituare ad epiloghi del genere e che questa stagione 2019-20 sia stato solo un episodio una tantum nella nostra storia".

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