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Gabriele Gori, "faccia d'angelo" in missione per riprendersi la Viola

Gabriele Gori, "faccia d'angelo" in missione per riprendersi la ViolaTUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
mercoledì 4 settembre 2019, 08:45La Giovane Italia
di La Giovane Italia
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro

L’ultimo giorno di calciomercato è ormai da tradizione un moderno teatro greco. Dramma e commedia si alternano, intrecciando filoni di trattative saltate e di colpi a sorpresa, suggestioni che restano tali e occasioni che vengono prese al volo. Tra i protagonisti di questa altalena di emozioni va annoverato di diritto uno dei talenti più attesi del panorama italiano, che ha dovuto pazientare per un’estate intera prima di conoscere la destinazione che potrà dargli la possibilità di affermarsi nel calcio professionistico.

Stagione complicata - Gabriele Gori è rimasto col fiato sospeso fino alle ultimissime ore di questa sessione estiva di mercato, per vedere definito un futuro a breve termine che si era fatto nebuloso nelle ultime settimane. L'attaccante classe ’99 nativo di Sesto Fiorentino, svezzato dalla Sestese e approdato nel vivaio della Fiorentina alla tenera età di undici anni, è da anni reputato come uno dei giovani di maggior prospettiva del nostro calcio. Protagonista di una trafila irresistibile nelle giovanili viola, culminata con i 35 gol messi a segno in due stagioni con la Primavera (e sfiorando la conquista di un Viareggio e due scudetti, sfumati nelle tre finali perse contro la bestia nera Inter), Gabriele sembrava pronto a spiccare il volo verso il calcio dei grandi già la scorsa estate. L’annata in prestito in Serie B, prima al Foggia e poi al Livorno, non si è però rivelata all’altezza delle aspettative. Il gol all’esordio in Coppa Italia lasciava presagire una stagione di alto livello, ma il suo impiego col club pugliese è andato in calando convincendo la Fiorentina a cercare una soluzione alternativa. Anche la seconda parte del campionato cadetto, giocata a Livorno, non è stata esaltante. Gori, nelle poche chance avute a disposizione, ha però messo in mostra sprazzi di quel talento che gli è unanimemente riconosciuto. Per lui tre reti in sei apparizioni con la maglia amaranto, compresa la doppietta segnata proprio al Foggia e festeggiata mostrando il nome sulla maglietta all’indirizzo dei suoi ex tifosi. Dopo due presenze al Mondiale Under 20 e un’estate passata a lavorare con la prima squadra di Montella, per Gori è finalmente arrivata la chiamata che aspettava. Su di lui ha scommesso l’Arezzo, che lo ha rilevato in prestito battendo la concorrenza anche di alcuni club di Serie B, assicurandoselo dopo il prolungamento fino al 2023 del contratto che lo lega alla Fiorentina.

Faccia d'angelo- Attaccante moderno, bravo a svariare su tutto il fronte offensivo e letale quando si tratta di finalizzare l’azione, Gori può contare su un repertorio da fare invidia a molti colleghi, anche già affermati. Mancino tagliente e sempre pronto a far fuoco, Gabriele possiede una velocità di esecuzione serpentesca, abbinata a capacità di lettura delle situazioni e fiuto per il gol che lo rendono una sentenza in area di rigore. Alle doti tecniche, l’attaccante di scuola Fiorentina aggiunge una struttura fisica ben sviluppata. Un metro e ottantasette di altezza, profilo muscolare che presenta il giusto mix tra forza, esplosività e resistenza, Gori sa esaltarsi nel corpo a corpo con l’avversario grazie a un agonismo e un’aggressività che contrastano con i tratti apparentemente angelici del ragazzo. La scorsa stagione ha rappresentato una prova del fuoco per la sua tenuta caratteriale, superata grazie al temperamento forte che lo ha sempre contraddistinto. Ora Gabriele può finalmente lanciarsi nella nuova sfida che lo aspetta. L’Arezzo è pronto a accoglierlo a braccia aperte, e pazienza se per spiccare definitivamente il volo sarà necessario scendere di un gradino e mettersi in gioco in Serie C. John Dryden, poeta inglese che riadattò l’Edipo re di Sofocle, lo sapeva: chi cerca perle deve tuffarsi in profondità.

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