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L'ex LGI si racconta: parola a Simone Magnaghi, bomber del Pontedera

L'ex LGI si racconta: parola a Simone Magnaghi, bomber del PontederaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
sabato 2 ottobre 2021, 08:45La Giovane Italia
di La Giovane Italia
fonte La Giovane Italia (Andrea Manderioli)
Dagli insegnamenti di Mino Favini alla maturità in Serie C, passando per numerose avventure che gli hanno permesso di accumulare tanta esperienza

Stagione nuova, stessa rubrica. L'ultradecennale LGI dispone di un archivio storico incredibile e, come nello scorso anno, pian piano continueremo a "riabbracciare" chi di questo progetto ne ha fatto e ne fa parte. Perché LGI va oltre i confini del tempo, del club di appartenenza e di ogni aspetto razionale.
Il primo "ospite" della dedicata rubrica è Simone Magnaghi, attaccante nativo di Lovere che attualmente veste la maglia del Pontedera, squadra con la quale si è reso protagonista di un grande avvio di campionato con tre reti e due assist in sei presenze. Si tratta di una classica prima punta di stazza e prestanza: “Sono un giocatore forte fisicamente, potente e tecnico. Il mio ruolo naturale è quello di punta centrale e posso giocare sia con un compagno al mio fianco che al centro in un 4-3-3. Al di là dei moduli sono convinto che è sempre l’atteggiamento con cui scendi in campo a premetterti di fare la differenza. Mi piace guardare i veri numeri 9 nel panorama calcistico italiano ed europeo e cercare di imparare rubando qualcosa a ciascuno di loro”. Una carriera, la sua, iniziata al cospetto di uno dei migliori vivai a livello nazionale, quello dell’Atalanta: “Vi ho trascorso cinque anni e conservo ricordi stupendi sia degli allenatori che dei compagni, ma quello che mi preme più in assoluto è ricordare Mino Favini, grande uomo e grande dirigente che fece diventare grande il settore giovanile della Dea. Per me è stato un maestro di vita e di calcio. Si preoccupava prima di farti diventare un uomo e poi di migliorarti come calciatore”.
In seguito il lancio nel mondo del professionismo tra la vecchia C1, dove ha giocato con Tritium, Esperia Viareggio, Virtus Entella e Prato, e la nuova Serie C, in cui ha avuto modo di vestire le maglie di club importanti come Venezia, Cremonese, Taranto, Pordenone, Teramo e Südtirol: “Le annate più positive sono state sicuramente quella di Venezia e quelle di Pordenone.

Ho avuto la fortuna di incontrare ottimi compagni ed allenatori che hanno saputo trasmettermi molto sia a livello tecnico-tattico che umano. Sul più bello è arrivato il Covid e non mi ha permesso di concludere al meglio una stagione iniziata bene”.
L'annata in corso può rappresentare per lui un’opportunità per rilanciarsi su ottimi livelli, e l’avvio di campionato promette più che bene: “L’inizio di quest’anno a Pontedera è stato positivo ma ora è importante dare continuità e cercare di migliorarsi ulteriormente, sia sul piano delle prestazioni che su quello dei numeri. Voglio continuare a dimostrare il mio valore”. Il contesto in cui ha modo di lavorare lo sta sicuramente aiutando ad inserirsi nel miglior modo possibile: “Sono stato accolto veramente bene sia dal mister che dal suo staff, così come dal gruppo di compagni che, pur essendo nel complesso giovane, è formato da ragazzi forti ed ambiziosi. Sono certo che spingendoci ogni giorno oltre il nostro massimo, lavorando tutti insieme, raggiungeremo il nostro obiettivo di squadra e ci toglieremo grandi soddisfazioni”.
Magnaghi ha anche un sogno nel cassetto: “Mi piacerebbe migliorare la classifica dello scorso anno e regalare il miglior piazzamento della storia al Pontedera”. Sempre in ottica futura, ma questa volta considerando il post calcio giocato, Magnaghi lascia intendere il proprio desiderio di restare nell’orbita della sfera calcistica: “Mi piacerebbe rimanere all’interno di questo mondo, anche se non so ancora in che vesti. C’è ancora tempo per decidere in merito”. La passione è sempre stata il motore di tutto e certamente è un aspetto che non gli è mai mancato, tanto da volerlo trasmettere anche ai più giovani: “Devono farsi guidare dalla propria passione, perché è il meccanismo alla base di tutte le cose riuscite bene. Coniugata al lavoro, in ogni ambito della vita, porta a raggiungere traguardi veramente importanti”.

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