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Nesti contro Nesti: processatemi anche voi! - Diario del campionato

Nesti contro Nesti: processatemi anche voi! - Diario del campionatoTUTTO mercato WEB
martedì 10 novembre 2015, 06:002015
di Carlo Nesti

Quante volte avreste insultato o deriso, volentieri, il giornalista di turno, per qualche valutazione, che non vi trovava per nulla consenzienti? Stavolta, sono io a mettermi in gioco, per il gusto del dibattito, riproponendo gli "editoriali" per Radio Sportiva, scritti dopo le prime 12 giornate di campionato, con una serena autocritica, nel bene e nel male. Chissà se, almeno su questo, sarete d'accordo? Ci provo...

GIORNATA 1

La caduta della stella... e dintorni

Pronti, via, e per la prima volta nella storia del campionato, la Juventus perde la partita di esordio in casa. Detto questo, calma. Non sentenze, ma, comunque, indicazioni. Forse non c'è più la squadra che sapeva mettere 17 punti fra se stessa e la seconda, e cioè proprio la Juventus. Continua ad esistere, invece, una distanza relativa fra le altre grandi e molti club di terza fascia. In estate, le società nostrane sono tornate a spendere parecchio, ma le rose ridotte a 25 giocatori impongono di scegliere bene, e tolgono un vantaggio ai potenti. Infatti, su 9 formazioni a punteggio pieno, solo 3 sono grandi, e cioè, in ordine di prestazione, Fiorentina, Lazio e Inter. Per il resto: Sampdoria, Chievo, Sassuolo, Torino, Udinese e Palermo. E' ovvio che i 4 volte campioni d'Italia meritano un approfondimento a parte. Gli alibi non mancano, se pensiamo alle pesanti assenze, e ad una gara dominata, con 21 tiri, 43 cross, e Buffon inattivo per 78 minuti. Ma quegli appena 13 dribbling, e cioè 13 avversari saltati, denunciano poca qualità, e cominciano a ingigantire un dato indiscutibile. Senza Pirlo, Vidal e Tevez il calo di personalità è, e resterà incolmabile, per cui Pogba e compagni dovranno crescere in fretta, senza chiedere al solo Pereyra il prodigio dell'invenzione. In questo senso, l'arrivo di Cuadrado può essere molto salutare.

AUTOCRITICA - Sì: l'arrivo di Cuadrado sarà salutare. Ma neppure io mi aspettavo che il tracollo continuasse. Fra le medio-piccole, avevo trascurato la bella partita dell'Atalanta, a Milano, contro l'Inter.

GIORNATA 2

Una Signora in cronaca nera

Fino a pochi mesi fa, era la Signora dei primati positivi, mentre adesso diventa la Signora dei record negativi, che entrano nella cronaca nera delle cifre. All'ora di pranzo, lo schiaffo di Draxler, e all'ora di cena, i pugni della Roma, che dispensano un'altra verità. La squadra di Allegri, molto tardivo nei cambi di giocatori e modulo, non solo ha perso Pirlo, Vidal e Tevez, ma anche la sicurezza che sapevano infondere nei compagni, come, ad esempio, Pogba. E così quello che sembrava un telaio collaudato vacilla, e non consente ai nuovi innesti di trovare punti di riferimento. Risultato: Juventus dominata, frastornata e ridimensionata, con il pallone fra i piedi 1 minuto su 3, e il primo tiro nello specchio della porta dopo 88 minuti. Raccontare la testa della classifica significa affidarsi al "Corriere dei piccoli", laddove per piccoli si intendono Chievo, Palermo e Sassuolo. Per un'Inter, che riesce nuovamente ad aggrapparsi al talento di Jovetic, c'è un Torino, che riesce nuovamente a rimontare, in un mix di vecchi e giovani, come Moretti, Quagliarella e Baselli. Alle loro spalle, la Sampdoria del 4 volte in gol Eder conferma il valore dell'oriundo di Conte, e la Roma furoreggia, in quanto a motivazioni, aggressività, e ritrovata grandezza capitolina. La Fiorentina dorme sugli allori, il Milan ha Bacca, Luiz Adriano e tanti lavori in corso, la Lazio sconta la delusione Champions, e il Napoli sembra ricadere in malattie difensive arcinote.

AUTOCRITICA - In quel momento, non credevo al fatto che il pre-campionato positivo avesse già evidenziato i progressi della Fiorentina. E non credevo alla possibilità del Napoli di sistemare la difesa.

GIORNATA 3

Re Mancho sul trono di Pennetta-Vinci-Aru

E' sacrosanto, dopo questo week end, che siano i "reali" dell'altra Italia dello sport a salire sul trono: nel tennis Pennetta e Vinci, davanti a un Renzi in versione pertiniana, e nel ciclismo Aru. Nel calcio, invece, è "re Mancho" l'unico a conquistare la testa della classifica a punteggio pieno. L'Inter, contro Atalanta, Carpi e Milan, ha messo in mostra più la capacità di soffrire, che non la spettacolarità del gioco, ma ha sempre imposto la superiorità della manovra. Stavolta, dopo Jovetic, è stato Guarin a sostituirsi al bomber Icardi. Il Milan, dal canto suo, ha lasciato intendere che anche aggiungendo manciate di qualità, con Bonaventura, Montolivo e Honda, la mediana non decolla. La vera nota lieta, seppure per appena mezz'ora, è scaturita dalla prestazione di Balotelli, che ora ha diritto di partire sullo stesso piano di Bacca e Luiz Adriano. Passando in rassegna le altre grandi, la Roma è ferma a un solo supermatch su 3, quello contro la Juventus; a Firenze, Della Valle si chiede perché continui l'ostilità di una parte della piazza; la Lazio dimentica la Champions League con la doppietta di Matri; Napoli scopre che il problema non è Gabbiadini sì, o Gabbiadini no, bensì "chi l'ha visto" Higuain; la Juventus più a corto di punti degli ultimi 53 anni ri-perde Marchisio, e deve lanciare Cuadrado. Un applauso, infine, per Chievo, Palermo, Sampdoria, Sassuolo e Torino.

AUTOCRITICA - Balotelli su, Higuain giù. Ma, molto presto, "chi l'ha visto" Higuain diventerà "chi l'ha visto" Balotelli, bloccato dalla pubalgia. E Higuain si trasformerà in un tornado di gol ed emozioni.

GIORNATA 4

Interfuga con la faccia di Melo

C'era una volta, 13 anni fa, un'Inter in grado di vincere le prime 4 partite di campionato, impresa alla portata solo degli Herrera, Simoni e Cuper.

E' una squadra muscolare in formato Melo, e magari in attesa di tramutarsi, con Kondogbia, Jovetic e Perisic, da bisonte in gazzella.

Dopo le supplenze-gol dello stesso Jovetic e Guarin, ecco scattare Icardi, bomber fondamentale per concretizzare le ambizioni da scudetto.

A ridosso dell'Inter, scalpita il Toro più spavaldo degli ultimi 22 anni, con Quagliarella che, a forza di segnare contro le ex squadre, non esulta più.

A proposito di "ex", Paulo Sousa dimentica la beffa del Basilea, e la Fiorentina mantiene il passo, grazie al trio offensivo guidato da Babacar.

La Roma capovolge la situazione Champions: contro il Barcellona, in auge la difesa, mentre contro il Sassuolo, Garcia condanna proprio quel reparto.

Il Milan festeggia il ritorno di un cannoniere alla Shevchenko, come Bacca, e il ritorno del fratello di Balotelli, come lo definisce Berlusconi.

Il Napoli passa al 4-3-3, e si scatena, con 5 gol contro il Bruges, e 5 contro la Lazio, dovuti più al genio di Insigne ed Higuain, che non al modulo.

AUTOCRITICA - Anche io sottoscrivo il cambio di modulo di Sarri, ma con la convinzione che siano Insigne ed Higuain le chiavi del salto di qualità. In realtà, il 4-3-3 consentirà a tutti i titolari di esaltarsi.

GIORNATA 5

Inter granitica in stile Herrera

Il destino decide di voltare le spalle alle protagoniste del recente passato: la Juventus, raggiunta al 92', e la Roma, battuta da un autogol all'85'.

Le provinciali che non ti aspetti, Sassuolo e Chievo, toccano il cielo con un dito, mentre la Sampdoria è trascinata dal fenomeno Eder.

L'Inter granitica di Melo e Medel eguaglia le 5 vittorie su 5 di 49 anni fa di Helenio Herrera, con una difesa degna di quel passato: 1 solo gol al passivo.

La Juventus, al contrario, ottiene il minimo risultato con il massimo sforzo: 36 tiri sono un'enormità, eppure non evitano, come contro l'Udinese, la beffa.

La Fiorentina sbuca alle spalle dei nerazzurri, e il fattore "K" di Kuba e Kalinic è l'impronta del nuovo corso di Paulo Sousa, con Borja Valero leader.

Il Torino non può pretendere nulla da un solo tiro in porta, e se Quagliarella è stanco, servirebbe dall'inizio la fisicità di Belotti o Maxi Lopez.

Il Milan viene spiegato attraverso i gol: 8 segnati dicono che l'attacco è ricco di soluzioni, compreso Balotelli, ma altrettanti subiti sono troppi.

La Lazio-baby di Anderson, Kishna e Milinkovic salva Pioli, che sarebbe stato condannato, comunque, da defezioni-chiave: De Vrij, Biglia, Candreva e Klose.

La Roma, centrando lo specchio della porta il doppio degli avversari, si imbatte in Viviano, più forte della classe di Pjanic, Iago, Dzeko e Salah.

Dal Napoli, dopo il 10-0 contro Bruges e Lazio, si esigeva il salto di qualità, perché chi pensa in grande deve riuscire a superare il Carpi.

AUTOCRITICA - No: il Milan non è ricco di soluzioni offensive, perché presto resterà solo Bacca l'attaccante di fiducia di Mihajlovic. Lo 0-0 contro il Carpi mi fa pensare ad una "ricaduta" del Napoli: non sarà così.

GIORNATA 6

Bufera a Nord Ovest: dall'INTERvallo al JUVEleno

Piange il Nord-Ovest, con le sconfitte di Inter, Juventus e Milan, ma non del Torino, e ride il Centro-Sud, con le vittorie di Fiorentina, Lazio, Napoli e Roma.

Nel caso dell'Inter, che subisce 4 gol in 90', dopo averne incassato solo uno nei 450' precedenti, si sbriciolano i superlativi di qualche giorno fa.

Quella dei 15 punti su 15, non era ancora la dimensione veritiera della squadra, così come è falsa la versione suicida vista contro la Fiorentina.

Esordire con una disgrazia di Handanovic, e chiudere virtualmente la partita già dopo mezz'ora, con l'espulsione di Miranda, affosserebbe chiunque.

Mancini, però, ci ha messo del suo, perché non si può improvvisare una difesa a 5, obbligando Perisic a fungere da terzino, asfaltato da Alonso.

E non si può, in 10, scegliere il 4-2-3, opponendo Melo e Guarin ad una mediana di 6 giocatori, invece di sostituire Perisic al 45', e irrobustire il centrocampo.

Così, la Fiorentina è in testa dopo 16 anni, grazie al magistrale lavoro di Paulo Sousa su collettivo e ripartenze, e con Kalinic e Ilicic straripanti.

Nel Nord-Ovest, continua il Juve-leno dei campioni d'Italia, il Milan convince soltanto per 45', e il cuore-Toro batte anche in 9 uomini contro 11.

Nel centro-Sud, la Lazio ritrova il carisma di Biglia, il Napoli deve essere grande non solo contro i grandi, e la Roma è in ansia per Dzeko, Keita e Totti.

AUTOCRITICA - Vedendo la nuova Fiorentina, mi rendo conto della capacità di occupare gli spazi interni a centrocampo. Handanovic e Miranda, tuttavia, sapranno riscattarsi, e rendere la difesa dell'Inter impermeabile.

GIORNATA 7

L'ora della Viola, l'oro di Napoli

La Fiorentina, da quando esiste, non aveva mai vinto 6 delle prime 7 partite giocate, raggiungendo la vetta della classifica 16 anni dopo Trapattoni.

L'impresa, in 11 contro 10 dopo appena 5', è semplice, ma il gol di Borja Valero dopo 10 mesi, e gli assist di baby-Bernardeschi incrementano l'entusiasmo.

Parallelamente, luccica l'"oro di Napoli", anche se sarebbe il caso di dire l'"ora del Napoli", visto che il 4-0 contro il Milan è solo una conferma.

Nelle ultime 6 gare, 18 gol segnati contro 1 subito, tanto da chiedersi quanto valgono Sarri, Insigne e Higuain, e cosa è successo alla ex difesa di burro.

Discorso contrario per la crisi del Milan, in quanto perdere 4 partite su 7, con la penultima difesa del torneo, spiega che, dopo Inzaghi, nulla è cambiato.

Ci si domanda perché avere speso 60 milioni per Adriano, Bacca e Bertolacci, fermandosi al costoso Romagnoli nel rinnovamento della retroguardia.

L'Inter rumina tanto gioco, espone i fianchi della difesa alle ripartenze blucerchiate, e dopo Jovetic, trova in Perisic il supplente del disperso Icardi.

La Juventus approda alla fisionomia ideale, con Barzagli chiave della difesa a 3 o a 4, Khedira leader, Cuadrado e Dybala apriscatole, e Morata bomber.

A Roma, si sorride, con il risorto Gervinho, e con la terza vittoria di fila laziale, mentre l'altra metà granata di Torino è brutta e senz'anima.

AUTOCRITICA - Tutto azzeccato. Non cambio idea sulla distribuzione sbagliata, sul mercato, delle risorse del Milan. La Lazio mi sembra tornata quella della scorsa stagione, ma la mancanza definitiva di De Vrji sarà fatale.

GIORNATA 8

La Fiorentina perde, ma non si perde

Per quanto sconfitta, la Fiorentina onora il primo posto, perché anche a Napoli si conferma collettivo maturo, trainato dai 5 gol di Kalinic.

Alle sue spalle, c'è la Roma, che rinuncia a Dzeko, ma è in grado di segnare 20 reti, con Castan per 90', Pjanjc artista, e Garcia meno integralista.

Diciassette punti anche per l'Inter, che deve capire chi schierare in mediana, ma intanto piazza i fantasiosi Jovetic e Perisic, ai lati del fumoso Icardi.

A 3 punti dalla vetta, spunta il super-Napoli, nel quale Higuain e Insigne realizzano 12 gol su 18, e si apprezza il valore del ritorno di Reina.

Con gli stessi punti, sorpresa delle sorprese, fa scalpore il quarto posto del Sassuolo, ma il lavoro di Di Francesco, e la classe di Berardi non sono novità.

La Lazio cade nuovamente in trasferta, rimediando la terza sconfitta esterna, anche se c'è un rigore contro, che si aggiunge ai 4 torti precedenti.

Il Torino ha nel "poker" di Baselli l'iniezione di gioventù più soddisfacente, ma unicamente con Bruno Peres i granata ritroveranno la spavalderia.

Nel Milan, Bacca illude, ma il lamento di Mihajlovic è ormai cronico, al cospetto di una formazione, che gioca bene solo 45 minuti, senza che Cerci illumini.

La Juventus, infine, lotta con furore al Meazza, e il pari non è certamente da sottovalutare, con Marchisio ancora fuori forma, e Morata e Pogba acciaccati.

AUTOCRITICA - Onestamente, non avrei pensato che la Fiorentina si riprendesse così bene dalla sconfitta di Napoli. E non avrei pensato che Cerci diventasse un punto fermo dell'attacco del Milan.

GIORNATA 9

Spettacolo è stringersi in vetta

Cinque squadre, fra quota 20 e 18, nel giro di 2 punti: la conferma che il livellamento sarà anche in basso, ma ha il vantaggio di essere avvincente.

La Roma sa di avere subito 18 gol in 11 partite, Garcia chiede a Gervinho e Salah di sacrificarsi nel 4-5-1, e lo ripagano diventando bomber decisivi.

Il Napoli di Higuain dimostra a se stesso di non essere solo grande con le grandi, e il successo contro una provinciale, il Chievo, produce autostima.

La Fiorentina scivola per la terza volta in una settimana, e se dico scivola, e non cade, è perché i viola, anche stavolta, sono degni della classifica.

L'Inter si affida a Miranda dietro, Medel in mezzo, e Jovetic davanti, ma se il 4-4-1-1 non delude, è grazie a Biabiany, e non grazie a Icardi corpo estraneo.

La Lazio, che vince in casa 8 volte su 8, dà libero sfogo, davanti a capitan Biglia, alla fantasia dei suoi trequartisti, su tutti Felipe Anderson.

Il Torino è tanto brutto in trasferta, dove perde le ultime 3 partite, da delegittimare le ambizioni, e accorcia la squadra troppo lontano dalle punte.

Il Milan evita a Mihailovic l'avvelenamento a cena minacciato da Berlusconi, ma giocare in 11 contro 10, e vincere a stento è poco consolatorio.

La Juventus disputa la gara migliore dell'avvio di campionato, con Dybala insostituibile, nei panni di seconda punta, e Pogba, finalmente, esplosivo.

AUTOCRITICA - In quel momento, credevo che la Lazio, irresistibile in casa, risorgesse, con un Felipe Anderson continuo. Anche adesso vedrei sempre Dybala in campo, alla luce della cattiva forma di Morata.

GIORNATA 10

Per la Juve "game over"

Dopo 10 giornate, ad oltre un quarto del cammino, il campionato emette la prima sentenza: per la Juventus, dopo 4 scudetti di fila, è "game over".

Se fosse solo per la sconfitta contro il Sassuolo, grandioso come l'Atalanta, ci si potrebbe aggrappare all'arbitraggio di Gervasoni, e al buon secondo tempo.

Ma perdere ben 4 partite, vincerne appena 3, segnare poco, 11 gol, e incassare molto, 9 gol, significa fallimento interno, in attesa della Champions.

Significa rivoluzione estiva comprensibile, ma non con 14 incidenti muscolari su 17, e non con Cuadrado-Hernanes-Lemina arrivati in extremis.

Alcuni segnali sono beffardi, tipo Sansone che segna la rete decisiva alla Pirlo, e Berardi, acquisto mancato, che causa l'espulsione di Chiellini.

Il vero distacco non è quello dalla vetta, 11 punti, ma dal terzo posto, 9 punti, visto che si tratta, finanziariamente, di un traguardo fondamentale.

L'ammainabandiera di Allegri non deve togliere spazio alle 5 vittorie consecutive sia della Roma, che del Napoli, con Fiorentina e Inter nel giro-scudetto.

La squadra di Garcia segna 22 gol con 12 giocatori diversi, e fra questi, fermo restando il tasso tecnico di Gervinho e Pjanjc, rispunta il turbo Maicon.

La squadra di Sarri si conferma impetuosa, con 2 reti e 3 pali, e trova negli 8 centri di Higuain, dei quali 7 in casa, i "mortaretti" del San Paolo.

AUTOCRITICA - Giornalisticamente, il "game over", riguardante la Juventus, ci stava. Ma, a distanza di tempo, non escludo rimonte, almeno fino al secondo posto, indispensabile per l'accesso alla Champions (30 milioni).

GIORNATA 11

Chiamiamola Inter-ic

E adesso, dopo l'ultima Mancho-rivoluzione, chiamiamola "Interi-c", visto che i contributi di Handanovic, Brozovic, Perisic, Jovetic e Ljajic sono decisivi.

La "formica" nerazzurra dello scudo-Medel colleziona la sesta vittoria per 1-0, e fondata su una difesa anche fortunata, si permette di escludere Icardi.

La Fiorentina, appaiata a quota 24, asfalta il Frosinone nel giro di 20 minuti, e Paulo Sousa si concede un turn over, all'apparenza, persino spregiudicato.

In realtà, tutto funziona come se in campo ci fossero i titolari, ed anzi, sono proprio i Rebic, Suarez e Mati Fernandez a cantare: "Vengo anch'io!".

Il Napoli, dopo 7 vittorie consecutive, si imbatte nei prodigi di Perin, e Sarri recrimina, in modo legittimo, per un episodio da rigore ed espulsione.

Nella Milano da Expo, all'Inter si aggiunge il Milan, perché, con il terzo successo di fila, ecco l'impronta- Mihajlovic: difesa, Bonaventura e Cerci.

A Roma, i giallorossi si specchiano nell'impaccio di Dzeko e Salah, nonostante 19 tiri, e la Lazio, per la prima volta, è irriconoscibile in casa.

Nella Torino del derby, la Juventus supera l'esame di umiltà, ma una eccellente squadra granata sbatte ancora contro la sindrome del fotofinish.

Infine, mentre il Sassuolo regge nell'alta classifica, l'Atalanta si arresta davanti al Bologna, che colpisce di... Destro, festeggiando Donadoni a bordo ring.

AUTOCRITICA - Non avrei immaginato un immediato avvicendamento, nella partita successiva, di Brozovic, Perisic, Jovetic e Ljajic, ma i risultati, a colpi di 1-0, danno ragione al "prestigiatore" Mancini.

GIORNATA 12

"Fattore S": da Sarri-Sousa il gioco migliore

La sosta, dopo 12 giornate, consegna l'"Oscar del gioco" a Sarri e Sousa, la novità di un "fattore S", che l'anno scorso era noto solo a Empoli e Basilea.

Il Napoli ricorda le formazioni-tipo di un tempo, quando i titolari erano sempre gli stessi, e Sarri sottolinea come bastino 18 uomini per un colpo di Stato.

Higuain, un tornado di entusiasmo, raggiunge Eder a quota 9 gol, e la fase difensiva, seconda del torneo, è una sorprendente realtà consolidata.

La Fiorentina continua, "working in progress", il "corso di aggiornamento" post-Montella, perché chiunque vorrebbe partire dall'eredità dell'ex allenatore.

Ora, al possesso palla, Sousa aggiunge autostima, determinazione, fisicità, e organizzazione, tanto che, a centrocampo, i viola sembrano sempre uno in più.

Al vertice della classifica, è anche la giornata dell'Inter, al settimo successo per 1-0, ma recuperando uno dei suoi "soggetti smarriti", e cioè Kondogbia.

Ed è la giornata della Roma, che fa suo il derby, viaggiando sull'onda dei progressi europei di Dzeko, e del sesto gol di Gervinho, pochi mesi fa anti-bomber per eccellenza.

Fra provinciali d'oro, come Atalanta e Sassuolo, sgomita la Juventus, per la quale sono essenziali il tandem Khedira-Marchisio, e il risveglio di Mandzukic.

Il Milan subisce una lezione calcistica proprio contro i bergamaschi, e la Lazio, infuriata per l'arbitraggio, sprofonda nelle sabbie mobili della stracittadina.