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ESCLUSIVA Radiosei - Lazio, Stendardo: "Champions possibile ma occhio all'Atalanta". E sul mercato...
mercoledì 12 dicembre 2018, 11:01News
di Valerio De Benedetti
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Lalaziosiamonoi.it

ESCLUSIVA Radiosei - Lazio, Stendardo: "Champions possibile ma occhio all'Atalanta". E sul mercato...

Ha tolto gli scarpini dal chiodo, è tornato in campo con i giovani per mettere a disposizione tutta la sua esperienza. L'ex difensore della Lazio Guglielmo Stendardo ha iniziato la sua nuova avventura con la squadra della Luiss, e quest'oggi è intervenuto ai microfoni di Radiosei: "Ho cercato di studiare e di preparare il mio dopo-carriera. Per me era importante, la carriera da calciatore finisce relativamente presto. Io sono stato fortunato, ho guadagnato bene, però dopo bisogna razionalizzare gli investimenti che si fanno e quindi bisogna avere anche una certa educazione e conoscenza. I ragazzi della Luiss mi hanno accolto benissimo, tanti sono laziali, quindi si ripercorrono i miei momenti in biancoceleste fra i quali anche Lazio-Real Madrid, che è stato l'apice della mia carriera". 

LA LAZIO DI OGGI - "La Lazio lo scorso anno ha fatto un gran campionato andando oltre le aspettative. Quest'anno sapevo che non sarebbe stato facile confermarsi. Lo scorso anno alcune individualità hanno fatto la differenza, mi riferisco a Luis Alberto e Milinkovic che invece in questa stagione hanno avuto un'involuzione. Potevano diventare dei leader e invece in questo momento sono dei giocatori normali. L'infortunio di Leiva sta pesando molto, lui è molto importante per la Lazio. I presupposti per ambire alla Champions però ci sono tutti". 

LA CHAMPIONS - "Quella stagione che giocammo in Champions forse non avevamo l'organico giusto per affrontare quella competizione. Avevamo avuto anche tanti infortuni, soprattutto in difesa. Questo dimostra che per arrivare a competere in tutte le competizioni devi avere una rosa importante, con alternative al pari dei titolari. Come la Juventus, che cresce di anno in anno". 

LAZIO-SAMP - "Il motivo di quello che è successo è la disattenzione, le amnesie costano tanto alla Lazio. Questo è un peccato perché la squadra propone un buon calcio, molto offensivo. Spesso sui calci piazzati concede qualcosa e questo ti penalizza molto. Il secondo tempo comunque fa ben sperare. Bisogna ripartire da qui". 

CORSA CHAMPIONS - "C'è un equilibrio sostanziale. Il campionato si è livellato. Vedo il Milan un po' avanti, soprattutto per Higuain. I suoi 20 gol li fa sempre, poi l'arrivo di Leonardo e di Maldini aiuteranno in questo senso. Il problema della Lazio è ritrovare quell'entusiasmo e quei giocatori che stanno faticando. Quando non vengono i risultati è facile che possa succedere". 

L'ATALANTA - "Soprattutto in casa è una squadra molto fisica e ben disposta in campo da Gasperini. L'ambiente è molto caldo, la tifoseria segue con grande attenzione. Sono forti sulle palle inattive, poi rientrerà anche Ilicic dopo due giornate di squalifiche e sarà carico. Lotteranno fino alla fine per l'Europa League, è quasi uno scontro diretto. L'approccio alla gara sarà difficile, loro partono sempre molto forte". 



WALLACE-LUIZ FELIPE - "Luiz Felipe in questo momento è stato messo un po' in disparte e mi dispiace. Forse Inzaghi in questo momento delicato preferisce un giocatore un po' più esperto come Wallace. Bisogna comunque eliminare questi errori in fase difensiva aldilà dei singoli". 

ESTERNI - "Mi piace molto Lazzari. Basta lo stimo ma ormai ha i suoi anni. Marusic ha tradito un po' le aspettative, anche per i tanti infortuni, quindi penso che la Lazio interverrà in quel ruolo". 

RICORDI - "Il più forte con cui ho giocato? Paolo Di Canio, poi anche Pavel Nedved e Gigi Buffon. Aggiungo anche Peruzzi e poi Miro Klose. Lui era un esempio per tutti e soprattutto per i giovani. I numeri poi parlano per lui. Ibrahimovic è stato quello più difficile da marcare. Il più stravagante invece è stato Cissé, era un personaggio particolare (ride ndr)". 

L'ALLENATORE PIù DURO - "Delio Rossi parlava poco, era poco predisposto al dialogo ma era un grande conoscitore. Reja invece era bravo nella gestione del gruppo".