Lazio, Lotito: "Si vince solamente restando uniti. Combattiamo lo strapotere del Nord"

Durante la cena di Natale della Lazio, il presidente Claudio Lotito è intervenuto sul palco di Spazio Novecento: "Rispetto allo scorso anno, oggi mi trovo con 25 kg di meno e una posizione in classifica più leggera, purtroppo. Ma sono sicuro che, come diceva il nostro mister, con l'aiuto di tutti possiamo raggiungere grandi risultati. L'importante è avere la materia prima, la possibilità di esprimere potenzialità che non sono altro che l'unione e la forza di questo gruppo, composto da una società, uno staff medico e una squadra che ha i numeri per dettare l'indirizzo strategico sportivo di questo campionato. In che misura? Sta nel crederci. Il filmato (di Paolo Genovese, proiettato durante la serata, ndr) mi ha fatto riflettere, è stata la conferma di ciò che dico sempre: la determinazione, l'umiltà, lo spirito di gruppo, di sacrificio, la voglia di raggiungere insieme dei risultati sono fondamentali per poterli perseguire. I risultati non si proclamano, si ottengono con questi elementi. Penso che anche i tifosi svolgano un ruolo fondamentale. Anzi, ne sono più che convinto. Determinano all'interno del singolo attore la responsabilità di doversi assumere la voglia di raggiungere l'obiettivo non solo per sé stessi ma anche per gli altri, quelli che vengono rappresentati da questi colori".

LAZIO, FURORE AGONISTICO -  "Ho visto una squadra che storicamente ha sempre sofferto. L'ho detto poco fa a qualche mio giocatore, "vi siete imborghesiti". La mia preoccupazione è proprio questa, che oggi il club non soffra. Per certi versi è ovviamente un fatto positivo. Ma la mancanza di sofferenza, necessità fa virtù, crea un atteggiamento non rabbioso, che non è di furore agonistico di chi vuole raggiungere certi obiettivi. Perché si dà per scontato che questi obiettivi possano arrivare da un momento all'altro. Su quale presupposto? Su quello per cui ci sono tutti gli elementi per raggiungerli. Una squadra forte, una società forte, un'organizzazione. Grazie alla spinta del mio direttore, ho investito molto per creare all'interno del club una forma di crescita mentale ma anche infrastrutturale. Le persone che vengono alla Lazio devono avere l'orgoglio d'appartenenza. Devono dire "mi trovo in un grande club" perché abbiamo anche cose che possono sembrare futili ma che fanno la differenza. Questo ha comportato, sulla spinta delle richieste dei singoli addetti ai lavori, il fatto che la società abbia assecondato alcune cose condividendole".

LA FORZA DEL GRUPPO - "I laziali spesso esistono solo nel periodo di sofferenza. Quando abbiamo vinto la Supercoppa contro la Juve, la partita dopo era Lazio - Spal. Non c'era nessuno. Come dire, "noi abbiamo dato che quello che dovevamo dare, il resto lo diamo per scontato". Ma non si deve mai dare nulla per scontato. Nella vita la determinazione è fondamentale, la voglia di raggiungere certi obiettivi è fondamentale. Lo spirito di gruppo è fondamentale. Non si vince da soli, ma tutti insieme. E per vincere insieme, tutti devono avere in testa questo obiettivo. Determinati per farcela. La cena di Natale serve a creare il clima familiare. Noi siamo una famiglia in cui tutti contribuiscono per raggiungere la soddisfazione di ciascuno: dei tifosi e della squadra che ottiene dei risultati. La società mette a disposizione la propria organizzazione, quello che permette a tutti di esprimere le proprie possibilità, ma poi spetta a ognuno di voi farlo. Non dando per scontato nulla. Ognuno deve dimostrare sul campo. Tutti devono essere consapevoli di essere artefici e protagonisti per raggiungere questo obiettivo. Ma lo devono dimostrare. Non è una cosa scontata. La dimostrazione arriva con i fatti".

CONTRO LO STRAPOTERE DEL NORD - "Questo è un ambiente che cementa diversi valori, lo spirito di gruppo, la voglia di esserci. Rappresentiamo la storia del calcio a Roma, dobbiamo dimostrarlo con i risultati. Con la voglia di esserci, con i fatti tangibili che la gente coglie immediatamente. Non solo perché si vince un trofeo e poi si scompare. Quello che ha contraddistinto la storia del nostro club è stata la precarietà. Noi oggi non siamo più precari, siamo definitivi. Siamo forti da un punto di vista strutturale. Vogliamo esserlo anche sul campo, vogliamo combattere lo strapotere del Nord. E' ora di finirla. Lo faccio io nelle sedi istituzionali e dobbiamo farlo sul campo. Le nostre risorse sono credere in un idea e affermarla nei comportamenti. I campioni lo dimostrano in campo e nella vita fuori. Dobbiamo essere un esempio per i giovani, che si capisca che con il merito si possono raggiungere i risultati", ha concluso, come riporta Lazio Style Channel.