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Lazio, Makinwa: "Champions? Per noi fu un sogno, ma quest'anno si può fare meglio"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 19 ottobre 2020, 15:30News
di Lalaziosiamonoi Redazione
per Lalaziosiamonoi.it
fonte lalaziosiamonoi.it - Leonardo Giovanetti

Lazio, Makinwa: "Champions? Per noi fu un sogno, ma quest'anno si può fare meglio"

Le parole di Stephen Makinwa, ex attaccante della Lazio, che ha ricordato i suoi tempi in Champions League con la maglia biancoceleste.

Stephen Makinwa, ex attaccante della Lazio, è tornato a parlare dei biancocelesti ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Il nigeriano ha ricordato la sua esperienza in Champions League con i capitolini nel 2007, esprimendosi anche sulle chances che gli uomini di Inzaghi hanno quest'anno nella massima competizione europea. 

LA CHAMPIONS - “Per tanti di noi era soltanto un sogno. Eravamo molto carichi, non c’è competizione più bella da giocare. Ai gironi facemmo alcune buone prestazioni, altre meno. C’era grande entusiasmo tra i tifosi, e anche se non siamo andati oltre abbiamo dato tutto quello che avevamo. Il rimpianto maggiore fu la sconfitta in casa contro l’Olympiakos, potevamo fare qualcosa in più. Real Madrid - Lazio? Entrai all'82' al posto di Pandev. Goran è un amico, un giocatore e una persona eccezionale. Quella notte, come all'andata, ci sarebbe piaciuto strappare almeno un pareggio. La Lazio ora è cresciuta tanto. La scorsa stagione prima del lockdown ha fatto benissimo, poi per tanti motivi non ha ottenuto i risultati che ci si aspettava. Può andare più avanti rispetto al 2007 e tiferò affinché ci riesca”. 

LA SUA CARRIERA - "Molti non sapevano del mio grave problema al ginocchio, e negli anni ho ricevuto anche tanti fischi che non fanno mai piacere. Fa parte del calcio e della vita. I dottori mi chiedevano ‘Ma come fai anche solo ad allenarti?’. Per me, soprattutto alla Lazio, fu davvero difficile competere con tanti giocatori forti. Mi sono dovuto fermare tante volte, ho trascinato questo problema per diversi anni poi non ce l’ho fatta più. All’Atalanta invece fu tutto diverso, giocavo bene ed ero l’idolo dei tifosi. Ora faccio il procuratore. Ho iniziato grazie all’ex Milan Primavera Ezekiel Henty. E oggi con me c’è anche il mio ex compagno Onazi."

INZAGHI E TARE - “Simone era già un appassionato di calcio, sapeva tutto di tutto. Non potevamo aspettarci facesse subito così bene, ma già in Primavera aveva ottenuto ottimi risultati. Anche Igli ha fatto molto bene, non è facile e bisogna dargli merito”.

L'ARRIVO IN ITALIA - “Per me era tutto nuovo, ricordo ancora l’entusiasmo. Giocavo sui campi di terra e non venivano a vederci neanche i genitori. In Italia invece c’erano tantissime famiglie a fare il tifo anche nei campionati giovanili, mi colpì quella passione e capii come fosse tutto più serio. C’era anche Obafemi Martins. Inter? Avevo già firmato un accordo, ma dovevano liberarsi di un giocatore e io non avevo voglia di aspettare troppo, così andai al Palermo”.

L'ESULTANZA CON LA CAPRIOLA - “Ho imparato da piccolo per strada. In Africa è un gioco e mi veniva naturale esultare così. Andavo in ritiro, mi allenavo due giorni e al terzo non riuscivo più ad allenarmi perché mi si gonfiava il ginocchio. Da quando ho smesso non sono più riuscito a giocare, il calcio mi manca. L'esperienza al Larissa? La squadra partì male e il presidente decise di tagliare gli stipendi più alti, così mi rivolsi alla Fifa”.