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FOCUS - 21 giugno 1987: trent’anni fa il gol di Fiorini. Fascetti: “Fu un piccolo miracolo biancoceleste”
mercoledì 21 giugno 2017, 09:00News
di Lalaziosiamonoi Redazione
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Annalisa Cesaretti, Roberto Censi, Antonio Correale/Corso d'Informazione Sportiva de Lalaziosiamonoi.it

FOCUS - 21 giugno 1987: trent’anni fa il gol di Fiorini. Fascetti: “Fu un piccolo miracolo biancoceleste”

Una data quella di oggi che ci riporta indietro nel tempo: era una calda domenica del 1987 e la Lazio si trovava sull'orlo della retrocessione in serie C. Ben 62.000 tifosi vollero assistere a quel Lazio-Vicenza, ultima ancora di salvezza per i ragazzi di Fascetti. A otto minuti dalla fine Fiorini compie il miracolo. Sarà il primo passo compiuto dalla squadra del -9 verso la rinascita, come una fenice pronta a risorgere dalle sue ceneri. Il boato di quella domenica all'Olimpico risuona ancora a distanza di trent'anni. E rende vivo il ricordo di quel gol nei racconti del condottiero Fascetti e dei calciatori presenti in campo, intervenuti in esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it.

FASCETTI – “Quel gol arrivò alla fine, in una mischia. Fu una gara allucinante: sarebbe potuta finire 7-1 o 8-1, eppure facemmo gol solo in quel modo. Non potrò mai dimenticare il portiere del Vicenza, anche se dopo quella partita non ho più sentito parlare di lui. Ci parò tutto, ma poi ci fu il tiro di Giuliano. Mi ricordo un Olimpico pieno zeppo come al solito, e la spinta decisiva di quel pubblico ci permise di andare agli spareggi e di rimanere in Serie B. Una partita memorabile”.

PODAVINI – “Mancavano pochi minuti alla fine. Avevamo provato in tutte le maniere a fare gol, sia io che i miei compagni. Al 37’ mi arriva un’apertura sulla destra da Esposito ed effettuo un tiro della disperazione che giunge a Fiorini. Lui controlla, si gira e in spaccata anticipa il portiere. Ed è gol. Ci fu l’apoteosi, un unico gigantesco boato. Sono emozioni che bisogna vivere, non si possono descrivere a parole. Ricordo che si sentiva il respiro di tutto lo stadio e si percepiva l’ansia di questo gol che non arrivava. La forza di tutti, di 62.000 laziali, ci ha permesso di fare gol e di andare a fare gli spareggi.
Quel campionato lo paragono a una vittoria di uno scudetto o di una coppa. La gioia di raggiungere un traguardo così insperato faccio ancora fatica a raccontarla”.

CAMOLESE – “Noi dovevamo assolutamente vincere. Al Vicenza un pareggio sarebbe bastato, ma a noi no. La partita fu molto dura. Poi, a poco dalla fine, arriva finalmente questa palla a Giuliano, che la difende, si gira e segna il gol. Corremmo tutti sotto la curva per festeggiare quella vittoria fondamentale. Fu un’annata molto intensa, inoltre per me e per altri era l'anno di esordio in serie b, in una piazza così importante. Era tutto più grande di noi. Per la Lazio quello era un momento difficile. Ed è per questo che la gente si ricorda ancora di noi a distanza di anni: all’epoca si trattò di un piccolo miracolo sportivo. Fu il coronamento di un grande sogno”.

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