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IL PRECEDENTE - Roma-Lazio 1-3: Mancini, Casiraghi, Nedved e la lezione a Zeman
domenica 30 aprile 2017, 09:00News
di Francesco Bizzarri
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it

IL PRECEDENTE - Roma-Lazio 1-3: Mancini, Casiraghi, Nedved e la lezione a Zeman

Quarto derby della stagione. I due di Coppa Italia hanno sorriso alla Lazio. All'andata di campionato, invece, è stata la Roma ad imporsi per 2-0. Rivincite? Non sembra il caso, perchè i biancocelesti hanno esultato quando sul campo c'era di più di una vittoria. Ad esempio, l'accesso in finale di Coppa Italia. Ma una stracittadina è sempre particolare, nessuno vuole mai perdere. Bisognare allora fare qualcosa di straordinario, come quella volta...

UNA LEZIONE DA SBALLO - C’è un dibattito strano in quel 1 novembre 1997. Si parla di giovani e dei loro vizi. Sta nascendo tra gli adolescenti la passione per la musica techno che ti catapulta diretto nell’universo dei rave party. Piercing ovunque, tatuaggi strambi, serate che finiscono all’alba con l’intervento della polizia. Nella vicina Francia addirittura la Ministra della Cultura è scesa a combattere questo nuovo movimento sociale: si stima che l’80% di questi party da sballo finisce con l’intervento delle forze dell’ordine. A Roma i ragazzi sono più concentrati sul pallone. C’è la stracittadina numero 109 da giocare. Zeman e i suoi arrivano come un treno in corsa a quel match: sono ancora imbattuti e hanno segnato sei gol al Napoli e quattro alla Fiorentina. Eriksson ha qualche problema in più, ma è determinato e pronto. Si affida a Nedved, Mancini e Casiraghi per scardinare la difesa zemaniana che non è affatto imbattibile. Ci pensa però l’arbitro Collina ad aggiustare la formazione biancoceleste: al settimo minuto espelle Favalli per un fallo che non è da ultimo uomo. Manca una partita davanti e la Lazio è in dieci. Lo svedese ridisegna i suoi: fuori Almeyda, dentro Negro. Mancini fa l’esterno sinistro. È un derby caldo, cattivo, maschio che regala poche emozioni fino al primo tempo. Dopo si accende il Dieci: Mancio si invola palla al piede sull’out di sinistra, passa in mezzo a Servidei e Tommasi e calcia a botta sicura. È un gol incredibile. Ma non è finita. C’era qualcuno che diceva che con un uomo in meno si gioca meglio? Ecco la risposta. Cross ancora di Mancini imprendibile per Casiraghi. In effetti il pallone sembra lungo, lunghissimo, a scavalcare la difesa e l’attaccante. Ma in spaccata, con una grande mossa al volo, Gigi frega Konsel sul primo palo. Due gol meravigliosi per una Lazio meravigliosa. Poi chiude i conti Pavel Nedved con un pallonetto delizioso che significa il tris. Zeman si mette le mani tra i capelli, poi cerca le sigarette nella giacca. Pavel, proprio il ragazzo che portò lui a Roma. Finisce 3 a 1, perché Delvecchio a tempo quasi scaduto regala l’unica gioia amara per i giallorossi. Una storia di fenomeni, di numeri dieci, di una Lazio del passato. Il due novembre del 1997 quel bambino che ha esultato così forte il giorno prima, a scuola è andato più spavaldo. In classe c’è solo lui che tifa Lazio, ma non quel giorno. Con lui ci sono Mancini, Casiraghi e Nedved. Il professor Zeman? Stamattina c’è buco...

"Forse uno dei guai dell'Italia è proprio questo, di avere per Capitale una città sproporzionata per nome e per storia, alla modestia di un popolo che quando grida "forza Roma" allude solo ad una squadra di calcio". Indro Montanelli.

Il consiglio musicale: "Days are forgotten" - Kasabian (Album: Velociraptor! 2011, Columbia Records, Sony BMG)