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Emergenza Coronavirus, Speranza: "Misure dureranno ancora, non solo qualche giorno"
Roberto Speranza, Ministro della Salute, ha parlato in collegamento con Che Tempo Che Fa su Rai 2: "In questo momento non c'è ancora un'unica soluzione, ci sono le misure di restringimento sociale che ci aiuteranno a combattere la diffusione. Sicuramente abbiamo ancora bisogno di queste misure, domani si riunisce il Comitato tecnico-scientifico, e lì sarà fatta la valutazione. Servono tempi brevi ma dobbiamo dare messaggi chiari e comprensibili alle persone. Si vede un primissimo segnale, ci sono segnali incoraggianti che arrivano soprattutto dai pronto soccorso. C'è una prima decelerazione, si va nella direzione giusta ma questo non basta. Se pensassimo di fermare subito le misure bruceremmo questo vantaggio. Bisogna riconoscere che la stragrande maggioranza degli italiani, con sacrifici, le ha rispettate: oggi vediamo una luce in fondo al tunnel ma sbagliare i tempi ci riporterebbe indietro. Dobbiamo studiare il domani, capire oggi come immaginare una fase diversa ma essere nettissimi sulla verità: siamo ancora nel pieno della crisi, e guai a farsi illusioni o abbassare la guardia. Il 3 aprile scadono, e posso dire che saranno sicuramente allungate. Ci sarà bisogno ancora di un sacrificio che non penso sarà brevissimo, di qualche giorno".
Chi vorrebbe produrre mascherine è attanagliato dalla burocrazia.
"Sul piano degli acquisti si sono fatti significativi passi avanti. Ci sono aziende italiane che si sono presentate, ma le mascherine devono essere consone. Quelle con alta capacità filtrante vanno date al personale sanitario. Deve essere certificato il funzionamento di queste mascherine, dobbiamo essere sicuri che il risultato sia idoneo".
C'è una pena fino a 5 anni di reclusione per chi viola la quarantena da contagiato. Ma chi non ha avuto modo di fare un tampone?
"Abbiamo seguito le indicazioni dell'OMS, e l'idea di fare tamponi a tappeto non è realizzabile. La soluzione è l'isolamento: chi ha dei sintomi, in questa fase, è bene che stia a casa".
Chi vorrebbe produrre mascherine è attanagliato dalla burocrazia.
"Sul piano degli acquisti si sono fatti significativi passi avanti. Ci sono aziende italiane che si sono presentate, ma le mascherine devono essere consone. Quelle con alta capacità filtrante vanno date al personale sanitario. Deve essere certificato il funzionamento di queste mascherine, dobbiamo essere sicuri che il risultato sia idoneo".
C'è una pena fino a 5 anni di reclusione per chi viola la quarantena da contagiato. Ma chi non ha avuto modo di fare un tampone?
"Abbiamo seguito le indicazioni dell'OMS, e l'idea di fare tamponi a tappeto non è realizzabile. La soluzione è l'isolamento: chi ha dei sintomi, in questa fase, è bene che stia a casa".
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