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Bayern Monaco sul tetto d'Europa: Supercoppa conquistata, 2-1 al Siviglia dopo i supplementari
Bayern-Siviglia 2-1 dopo i tempi supplementari
La moderna e rifinita Ferenc Puskas Arena, teatro della vittoria del Bayern Monaco ai supplementari per 2-1 contro il Siviglia con rete decisiva di Javi Martinez, nacque come Népstadion. Lo Stadio del Popolo. E l'Ungheria ne è stata oggi palcoscenico d'Europa intera, non solo per la corona in palio, ma per ventimila anime sugli spalti. Via le maschere della paura, su le mascherine, ma cuori che palpitavano all'unisono e che poi hanno visto pulsare di gioia quelli dei bavaresi. Prima di paura, per il rigore di Ocampos. Poi di sollievo, per il pari di Goretzka. E infine, ai supplementari, oltre l'ostacolo, per la testata vincente del basco.
Certi amori non finiscono La partita è stata bella, tra due formazioni che nelle recenti campagne fuori di confine hanno fatto faville e scintille. I bavaresi, guidati da Lewandowski da Varsavia, avevano schiantato i ballerini parigini, Neymar e compagni. Il Siviglia invece aveva spezzato sogni e gloria dell'Italia e dell'Internazionale di Antonio Conte. Stasera in terra magiara la gara ha offerto spettacolo e brividi. L'apertura ha avuto la bacchetta di Rakitic, ritorno del cuore, dieci sulle spalle e l'eredità di un padrone del reparto come Banega. Cross dalla destra, sponda di De Jong che ha preso di fisico lo spazio all'energumeno Sule, inserimento del croato e atterramento per ingordigia di difesa di Alaba. La partita di Rakitic durerà cinquantacinque minuti di calcio e regie, applausi e ancor più fiducia per il futuro. Intanto il presente: rigore di Ocampos, Neuer gelato e vantaggio andaluso.
Il Bayern fa il Bayern La rete del pareggio di Goretzka, tante flessioni quante idee frizzanti, è bellissima. Inventa e dirige Muller, che con un arcuato esterno destro serve Lewandowski. Che da attaccante poteva provare la piroetta, attendando alle proprie caviglie, cercando la conclusione. Invece no, perché da campione ha visto Goretzka a rimorchio, l'ha servito e il centrocampista ha segnato. Un primo tempo bello, prima Bono è stato nomen omen quando ha ipnotizzato Lewandowski che a inizio ripresa ha esultato e poi imprecato, quando il VAR gli ha annullato la rete del vantaggio per fuorigioco. Di centimetri, per un ciuffo d'erba, ma il servizio di Muller lo ha trovato di poco oltre la linea. I bavaresi crescono, avvolgenti, un inno alla gioia che manca però dell'assolo finale. E serve un gran pezzo di Neuer, all'ottantottesimo, per chiudere la porta in faccia a El Nesyri, liberato in contropiede dal secondo velenoso errore di Alaba.
Ancora San Neuer Così la gara va avanti, e riprende col copione invertito. Il Bayern che subisce, il Siviglia che sfiora il gol. El Nesyri, sempre lui, si trova nell'area bavarese. Alaba si fa saltare, e fanno tre. Neuer però la tocca col piede e la manda sul palo, poi si butta carpiato e gli toglie la palla dal piede. Lopetegui ha scelto di far tre cambi nei novanta, Gudelj per Suso, Torres per Rakitic e proprio El Nesyri per Rakitic. Poi mette dentro pure Vazquez per Jordan mentre Fink resta a presidiare il fronte solo con Tolisso dentro dei nuovi, al posto di Sané.
Basco in testa Poi Flick decide di far partire la girandola e mette dentro Alphonso Davies, il ragazzo venuto dall'Africa, andato in Canada e sbarcato in Germania per soffiare via come il vento. Con lui anche Javi Martinez, all'ultima thule, stella, titolare, poi gregario e ora faticatore alla bisogna. E' al passo d'addio, può tornare a casa perché il suo Athletic prende solo baschi e lui è tra i migliori in assoluto. L'azione dalla destra è manovrata, stavolta Bono ma non benissimo perché la respinta è corta e la testa del basco è lì, pronta a metter la palla in porta per il due a uno. Finale. Nello stadio del Popolo. Una speranza, per tutti.
Certi amori non finiscono La partita è stata bella, tra due formazioni che nelle recenti campagne fuori di confine hanno fatto faville e scintille. I bavaresi, guidati da Lewandowski da Varsavia, avevano schiantato i ballerini parigini, Neymar e compagni. Il Siviglia invece aveva spezzato sogni e gloria dell'Italia e dell'Internazionale di Antonio Conte. Stasera in terra magiara la gara ha offerto spettacolo e brividi. L'apertura ha avuto la bacchetta di Rakitic, ritorno del cuore, dieci sulle spalle e l'eredità di un padrone del reparto come Banega. Cross dalla destra, sponda di De Jong che ha preso di fisico lo spazio all'energumeno Sule, inserimento del croato e atterramento per ingordigia di difesa di Alaba. La partita di Rakitic durerà cinquantacinque minuti di calcio e regie, applausi e ancor più fiducia per il futuro. Intanto il presente: rigore di Ocampos, Neuer gelato e vantaggio andaluso.
Il Bayern fa il Bayern La rete del pareggio di Goretzka, tante flessioni quante idee frizzanti, è bellissima. Inventa e dirige Muller, che con un arcuato esterno destro serve Lewandowski. Che da attaccante poteva provare la piroetta, attendando alle proprie caviglie, cercando la conclusione. Invece no, perché da campione ha visto Goretzka a rimorchio, l'ha servito e il centrocampista ha segnato. Un primo tempo bello, prima Bono è stato nomen omen quando ha ipnotizzato Lewandowski che a inizio ripresa ha esultato e poi imprecato, quando il VAR gli ha annullato la rete del vantaggio per fuorigioco. Di centimetri, per un ciuffo d'erba, ma il servizio di Muller lo ha trovato di poco oltre la linea. I bavaresi crescono, avvolgenti, un inno alla gioia che manca però dell'assolo finale. E serve un gran pezzo di Neuer, all'ottantottesimo, per chiudere la porta in faccia a El Nesyri, liberato in contropiede dal secondo velenoso errore di Alaba.
Ancora San Neuer Così la gara va avanti, e riprende col copione invertito. Il Bayern che subisce, il Siviglia che sfiora il gol. El Nesyri, sempre lui, si trova nell'area bavarese. Alaba si fa saltare, e fanno tre. Neuer però la tocca col piede e la manda sul palo, poi si butta carpiato e gli toglie la palla dal piede. Lopetegui ha scelto di far tre cambi nei novanta, Gudelj per Suso, Torres per Rakitic e proprio El Nesyri per Rakitic. Poi mette dentro pure Vazquez per Jordan mentre Fink resta a presidiare il fronte solo con Tolisso dentro dei nuovi, al posto di Sané.
Basco in testa Poi Flick decide di far partire la girandola e mette dentro Alphonso Davies, il ragazzo venuto dall'Africa, andato in Canada e sbarcato in Germania per soffiare via come il vento. Con lui anche Javi Martinez, all'ultima thule, stella, titolare, poi gregario e ora faticatore alla bisogna. E' al passo d'addio, può tornare a casa perché il suo Athletic prende solo baschi e lui è tra i migliori in assoluto. L'azione dalla destra è manovrata, stavolta Bono ma non benissimo perché la respinta è corta e la testa del basco è lì, pronta a metter la palla in porta per il due a uno. Finale. Nello stadio del Popolo. Una speranza, per tutti.
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