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Le querele alla Gazzetta, i diritti tv e ora il rinvio di Lazio-Torino: è sempre Lotito vs Cairo
Tra tutti e 20 club di Serie A, è successo proprio tra loro: tra Lotito e Cairo, i due presidenti agli antipodi del calcio italiano. Il destino ha voluto così, che fosse proprio Lazio-Torino a finire al centro della discordia come fu per Juve-Napoli. Fuoco su altro fuoco. Ora detto che la partita dell'Allianz ha creato un precedente, nonostante ci sia un protocollo firmato e approvato da tutti, ciò che (non) accadrà oggi all'Olimpico alimenterà in maniera esponenziale la loro ostilità. Che nessuno dei due ha mai nascosto, si veda per esempio l'intervista rilasciata da Lotito a Repubblica lo scorso 7 novembre: "L’esposto di Cairo? Mi odia a morte dopo che ha perso con me, i suoi giornali mi attaccano per questo. Ma perde sempre, è ultimo in classifica".
Lotito si riferiva all'esposto inviato da Cairo alla procura federale per possibili violazioni del protocollo sanitario da parte della Lazio: l'inchiesta è tutt'ora in piedi e il 16 marzo ci sarà la prima udienza in tribunale. A metà novembre 2020, il fascicolo sul caos tamponi era appena cominciato. In quei giorni, fecero molto discutere a Formello le prime pagine de La Gazzetta dello Sport, il cui editore è Cairo. "Lotito sotto scacco". "Lo scandalo dei tamponi". "Lotito esplode lo scandalo". Oppure l'emblematico "Era tutto vero!". Attacchi che secondo la Lazio "seminano terrorismo" e che portarono la società a denunciare la Gazzetta dello Sport: "Sappiamo perché lo fanno, anche per la gara con il Torino. Per questo li abbiamo denunciati, abbiamo una vertenza in corso che nasce dopo questa campagna contro la Lazio".
Non è la prima volta che il club biancoceleste querela la Rosea. Era già successo a maggio 2020, quando il dibattito sulla ripartenza o meno del campionato infiammava l'Italia. Anche lì, erano su due sponde opposte. Lotito, con la Lazio lanciatissima verso la vetta, voleva riprendere a giocare, tanto che il 26 aprile a Repubblica disse: "Sono a un punto dalla Juventus e solo per Juve-Inter che vabbè, l’avete vista tutti”. La frase fece scattare l'indagine da parte della procura FIGC, che poi a settembre archiviò il caso. Ma nei giorni a ridosso di questa uscita, sempre La Gazzetta dello Sport fece un pezzo in cui ripercorreva tutta la storia lavorativa di Lotito, compresa la sua scalata alla Lazio. "Gli affari di Lotito", il titolo dell'articolo, fonte di un'altra querela verso il quotidiano. "La libertà di informazione non consente di violare il diritto della persona alla sua immagine, e quando viene utilizzata solo come schermo per mettere in ridicolo o colpire qualcuno deve essere sanzionata", scrissero a Formello in un comunicato ufficiale.
Oltre a ciò, da ricordare i continui scontro in materia di politica sportiva nelle varie riunioni di Lega. L'ultimo faccia a faccia sui diritti tv, con Cairo favorevole alla creazione della media company della Serie A con il 10% del controllo ceduto ai fondi Cvc-Advent-Fsi, in cambio di 1,7 miliardi. Una soluzione a cui si è opposto Lotito, insieme a Juventus, Inter, Milan, Napoli e Atalanta, poco restie a perdere il controllo dell'Assemblea. E se ancora non è arrivata una decisione sui diritti tv del prossimo triennio, è sicuro che il rinvio di Lazio-Torino sarà il centro fertile da cui sbocceranno altre tensioni.
Lotito si riferiva all'esposto inviato da Cairo alla procura federale per possibili violazioni del protocollo sanitario da parte della Lazio: l'inchiesta è tutt'ora in piedi e il 16 marzo ci sarà la prima udienza in tribunale. A metà novembre 2020, il fascicolo sul caos tamponi era appena cominciato. In quei giorni, fecero molto discutere a Formello le prime pagine de La Gazzetta dello Sport, il cui editore è Cairo. "Lotito sotto scacco". "Lo scandalo dei tamponi". "Lotito esplode lo scandalo". Oppure l'emblematico "Era tutto vero!". Attacchi che secondo la Lazio "seminano terrorismo" e che portarono la società a denunciare la Gazzetta dello Sport: "Sappiamo perché lo fanno, anche per la gara con il Torino. Per questo li abbiamo denunciati, abbiamo una vertenza in corso che nasce dopo questa campagna contro la Lazio".
Non è la prima volta che il club biancoceleste querela la Rosea. Era già successo a maggio 2020, quando il dibattito sulla ripartenza o meno del campionato infiammava l'Italia. Anche lì, erano su due sponde opposte. Lotito, con la Lazio lanciatissima verso la vetta, voleva riprendere a giocare, tanto che il 26 aprile a Repubblica disse: "Sono a un punto dalla Juventus e solo per Juve-Inter che vabbè, l’avete vista tutti”. La frase fece scattare l'indagine da parte della procura FIGC, che poi a settembre archiviò il caso. Ma nei giorni a ridosso di questa uscita, sempre La Gazzetta dello Sport fece un pezzo in cui ripercorreva tutta la storia lavorativa di Lotito, compresa la sua scalata alla Lazio. "Gli affari di Lotito", il titolo dell'articolo, fonte di un'altra querela verso il quotidiano. "La libertà di informazione non consente di violare il diritto della persona alla sua immagine, e quando viene utilizzata solo come schermo per mettere in ridicolo o colpire qualcuno deve essere sanzionata", scrissero a Formello in un comunicato ufficiale.
Oltre a ciò, da ricordare i continui scontro in materia di politica sportiva nelle varie riunioni di Lega. L'ultimo faccia a faccia sui diritti tv, con Cairo favorevole alla creazione della media company della Serie A con il 10% del controllo ceduto ai fondi Cvc-Advent-Fsi, in cambio di 1,7 miliardi. Una soluzione a cui si è opposto Lotito, insieme a Juventus, Inter, Milan, Napoli e Atalanta, poco restie a perdere il controllo dell'Assemblea. E se ancora non è arrivata una decisione sui diritti tv del prossimo triennio, è sicuro che il rinvio di Lazio-Torino sarà il centro fertile da cui sbocceranno altre tensioni.
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