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Salernitana, Castori: "Il bel gioco è soggettivo. Io faccio il gioco che mi piace e ottengo risultati"TUTTO mercato WEB
© foto di TuttoSalernitana.com
venerdì 14 maggio 2021, 21:04Serie A
di Tommaso Maschio

Salernitana, Castori: "Il bel gioco è soggettivo. Io faccio il gioco che mi piace e ottengo risultati"

Fabrizio Castori, tecnico della Salernitana, ai microfoni del canale ufficiale della Lega B ha parlato della promozione, del rapporto con Claudio Lotito e del futuro: “Sono felice di questa promozione, oggi abbiamo festeggiato in parte coi tifosi la promozione ed è un peccato che per le norme relative al Covid non si sia potuto festeggiare meglio. La Serie A era un obiettivo che mi ero prefissato e quando il patron Lotito mi ha chiamato ad agosto gli dissi che sarebbe stato un campionato difficile. Io mi sono trovato benissimo con lui, ha le idee chiare, è un decisionista e un uomo molto concreto. Mi ha dato carta bianca e fiducia e con il direttore Fabiani abbiamo lavorato in sinergia facendoci scivolare addosso tutto quello che c’era attorno a noi. È stato molto vicino alla squadra, anche sotto il profilo dei controlli anti-covid. È stata una figura importante in questa stagione ed è una persona che sa fare calcio. Ma devo dire che il presidente e la società mi hanno permesso di lavorare al meglio, la squadra mi ha seguito fin dal primo giorno e questo ha portato al risultato finale. Voglio condividere questo successo con tutti, compresi tutti i tifosi, perché questa vittoria ha riportato anche serenità nei rapporti fa società e tifosi che erano un po' deteriorati quando sono arrivato qui. - continua l’allenatore dei campani – Chi lo dice che la concretezza non sia bel gioco? Non vedo le due cose in antitesi, il concetto di bello per me è soggettivo. C’è a chi piace girare sempre il campo in orizzontale senza tirare in porta e a chi invece piace un calcio più verticale, che cerchi subito la porta. Credo che questo secondo tipo di gioco sia più vicino alla nostra concezione e poi neanche Guardiola fa più il gioco che faceva al Barcellona e che molti cercano di copiare, ma non tutte le squadre possono permettersi di giocare così. Io tiro dritto per la mia strada, faccio il calcio che mi piace e credo che alla fine contino i risultati. Covid-19? Ho vissuto quei giorni con un po' di preoccupazione anche se non avevo sintomi. Mancavano quattro gare alla fine, da giocarsi in 10 giorni, ed ero preoccupato di non essere presente e attivo, ma i ragazzi dello staff, la società e i giocatori sono stati bravissimi. Poi attraverso la tecnologia sono riuscito a seguire gli allenamenti, ma ero comunque preoccupato per non essere vicino alla squadra nel momento cruciale del campionato. Per fortuna sono riuscito a tornare per l’ultima di campionato. Nella prossima stagione i concetti di gioco saranno gli stessi anche se la squadra andrà supportata con calciatori di categoria che però si adattino al mio calcio”.