Da Ferrara a Ferrara: la lezione che la Lazio non ha imparato
La Lazio ieri ha perso perché non ha saputo raccogliere quanto seminato. Nel primo tempo ha avuto 3-4 palle gol nitide che non sono state concretizzate: il palo di Caicedo, Acerbi in area e il tiro di Luis Alberto dopo l’errore in uscita della difesa avversaria. In più una serie di ottime situazioni svanite per mancanza di fame, determinazione e lucidità.
“Potevamo segnare di più per stare tranquilli nella ripresa”, aveva detto Immobile nell’intervallo, quando il parziale era ancora di 0-1. Oltre all'imprecisione sotto porta, come nel derby dei famosi 4 pali, da segnalare anche un calo mentale evidente. Troppa sufficienza in campo e poca umiltà, forse figlia dei tanti elogi ricevuti durante la sosta. “Una squadra ambiziosa come noi non può prendere un gol del genere marcando a uomo in area”, ha commentato Inzaghi nel post gara. Quella sconfitta del 3 aprile scorso costò cara alla Lazio nella corsa Champions. Per fortuna dei biancocelesti adesso si è soltanto all’inizio del campionato e nulla è compromesso. Giovedì c’è il Cluj in Europa League (h.18.55) e poi il Parma domenica prossima all’Olimpico (h. 20.45). La Lazio dovrà rialzarsi e dimostrare di aver capito la lezione, anche se avrebbe dovuto impararla già dopo lo scorso 3 aprile.