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Nella Capitale è tornata la 'Tucumania', ma non chiamatela più 'moda'TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 11 novembre 2019, 09:15Serie A
di Riccardo Caponetti
fonte Dall'inviato allo Stadio Olimpico, Roma

Nella Capitale è tornata la 'Tucumania', ma non chiamatela più 'moda'

Ottobre è il mese della ‘Tucumania’. Espressione - coniata sui social network - volta a definire la passione collettiva dei tifosi della Lazio verso Correa. Più che un trend affermato, costante e certo fino ad ora è stata solo una ‘moda’, termine che di per sé esprime un qualcosa di temporaneo, legato al momento. Perché nel suo primo anno a Roma, l’argentino ha alternato tanti alti ad alcuni bassi. Nell’ultimo mese invece il suo rendimento ha assunto una direzione univoca verso l’alto. Così da una sosta all’altra, dal Bologna al Lecce, Correa si è preso la Lazio.

Ma andiamo per ordine. Nell'ultima giornata prima dello scorso break per le nazionali, l’argentino era finito nell’occhio del ciclone per l’errore sul rigore al 90’ al 'Dall’Ara'. Sarebbe stato il gol vittoria, da tre punti, invece il parziale è rimasto sul 2-2. Ha vissuto le due settimane seguenti in modo difficile, anche per questioni familiari, con la smania di riscattarsi. E lo ha fatto alla prima occasione utile, con l’Atalanta all'Olimpico. Da lì in poi non ha più smesso di segnare, firmando 5 reti ed entrando nel tabellino dei marcatori ogni volta che Inzaghi l’ha messo titolare. Fiorentina (0-1), Milan (1-2 nel finale) e una doppietta ieri contro il Lecce . Solo nel 4-0 contro il Torino, quando è subentrato, non ha fatto gol.


Dal 6 ottobre al 10 novembre: in un mese è tornata d'attualità la ‘Tucumania’ nella Capitale. Correa ha trascinato la Lazio dal 6° al 3° posto in classifica, sbocciando anche come goleador. Perché questo era sempre stato il suo Tallone D’Achille. Era qui che avrebbe dovuto compiere i progressi maggiori. “Deve essere più cinico”, ha ripetuto sempre Inzaghi, che ormai non riesce più a rinunciarci. Doveva fare quel passo in avanti per non rimanere il classico talento forte ma incompleto. L’evoluzione naturale - ma non scontata - era diventare decisivo e concreto negli ultimi 15 metri. Così è stato e i numeri parlano per lui. Quest’anno, in 12 gare di A, ha già 6 centri all’attivo: è a +1 dalla stagione scorsa, chiusa a quota 5 (in campionato, 9 totali). Con Immobile inoltre è in vetta alla classifica delle coppie più prolifiche in Europa a quota 20 (davanti a Lewandowski-Gnabry a 19). Dati oggettivi, accompagnati da prestazioni superlative, che testimoniano la portata della ‘Tucumania’. Che se verrà ancora vista come una ‘moda’ sarebbe riduttivo, perché Correa si è preso la Lazio in modo definitivo.