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Al 71' contro la Roma e al 72' contro la Juve: Lulic fa la storia della LazioTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 23 dicembre 2019, 09:15Serie A
di Riccardo Caponetti

Al 71' contro la Roma e al 72' contro la Juve: Lulic fa la storia della Lazio

C’è sempre, Senad Lulic, quando conta. C’è stato il 26 maggio 2013, nella finale di Coppa Italia contro la Roma, decisa dal suo storico gol che ha regalato alla Lazio il trofeo e la supremazia cittadina. Era il 71’, minuto entrato nella storia. C’è stato ieri, il 22 dicembre 2019, nella finale di Supercoppa contro la Juventus. Come sei anni fa, anche a Riyad nel momento cruciale della gara è salito in cattedra, segnando la rete del momentaneo 2-1 prima del 3-1 finale di Cataldi. Il minuto? Il 72’… La posizione? Sempre la stessa, da dentro l’area, zona sinistra del campo su un traversone da destra. Il suo centro, interno al volo sul secondo palo, ha spianato la strada alla Lazio verso la conquista della 5° Supercoppa della sua storia. Il 6° trofeo dell’era Lotito, il 4° nell’ultimo decennio di dominio della Juventus. “Con l’umiltà possiamo trasformare i sogni in realtà”, ha spiegato il presidente euforico ieri sera durante i festeggiamenti. “Abbiamo fatto qualcosa di magico”, è stato invece il commento di mister Inzaghi, che dal primo giorno ha subito dato a Lulic il grado di leader nello spogliatoio.

Dal 26 maggio 2013 al 22 dicembre 2019. Dopo 2401 giorni c’è sempre Senad Lulic quando conta. Ha scritto la storia della Lazio il bosniaco, arrivato sotto traccia nell’estate del 2011.

Nessuno sapeva chi fosse, ma è la normalità quando Tare confeziona qualche colpo dei suoi. E come spesso accade, la naturale conseguenza è che tutti alla fine si ricredano. Per minuti giocati nelle finali (640’) ha superato Nesta ed è secondo soltanto a Favalli. Non avrà i colpi di Felipe Anderson o Correa, non segnerà come Immobile e non potrà contare sullo strapotere fisico e tecnico di Milinkovic. Ma nel suo, per caratteristiche, Lulic si è rivelato essere un giocatore unico, soprattutto perché si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto. Contro la Roma, nell’ultimo atto della Coppa Italia, e contro la Juventus, in Supercoppa. Due gol in due finali vinte, che rimarranno indelebili nell’almanacco del club. Così come il suo nome, che suona quasi come una sentenza. Ha chiuso la serata araba alzando la coppa al cielo, da capitano. Ora le vacanze, il Natale e il riposo, per poi tornare a lavorare e cercare di raggiungere quel traguardo chiamato Champions. E chissà se a maggio non si farà ritrovare di nuovo nel posto giusto al momento giusto. Non farebbe più scalpore perché alla fine Lulic quando conta c’è. Sempre.