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Eriksen: l’Inter c’è. Difficile ma il tentativo è serio, ed è indipendente da Vidal. Pogba: la Juventus attende, Paratici e Raiola puntano ad abbassare il prezzo, tutto passa da questo maxiscambioTUTTO mercato WEB
mercoledì 8 gennaio 2020, 07:27Editoriale
di Tancredi Palmeri

Eriksen: l’Inter c’è. Difficile ma il tentativo è serio, ed è indipendente da Vidal. Pogba: la Juventus attende, Paratici e Raiola puntano ad abbassare il prezzo, tutto passa da questo maxiscambio

La beffa Juventus per Haaland ha provocato la beffa Inter per Kulusevski. La Juve si è subito consolata, il tempo dirà se a torto o a ragione, e ha lasciato il cerino infiammato dalla delusione tra le dita dell’Inter. Il bello del mercato e del calcio in senso lato è che, come si dice in siciliano, “sbagghi u poiccu e inseitti u poiccaru”: ovvero a volte manchi un obiettivo e sembra che le cose ti vadano male, e invece ti si crea l’occasione per un’alternativa che si dimostra migliore della prima scelta. Succede in campo - vedi l’Atalanta, con Gasperini che tre anni fa mette in campo una formazione di soli giovani contro il Napoli per fare dispetto alla società che non gli ha fatto mercato, e invece inaugura un ciclo - e succede nel calciomercato: tanto per rimanere in casa Inter, quando Hleb stava facendo saltare il passaggio di Ibrahimovic al Barcellona, e a Moratti venne l’idea Eto’o.

Perdere Kulusevski spinge l’Inter a cercare alternative. Le più note si sanno (non necessariamente simili tecnicamente a Kulusevski): Marcos Alonso, ma il Chelsea continua a chiedere 30 milioni; De Paul, ma anche lì l’Udinese non fa ancora sconti; e soprattutto Vidal, con cui c’è accordo sullo stipendio ma non c’è ancora con il Barcellona, dove il grosso non è tanto la differenza di 5 milioni tra domanda e offerta, quanto lo smuovere il Barça ad accettare di venderlo.


E poi c’è Eriksen. Che non c’entra niente con il resto, nemmeno con il nome eccellente di Vidal. Perché semplicemente non può essere un piano B ma nemmeno un piano A. E’ proprio un piano autonomo.
Stiamo parlando di un giocatore che se arrivasse in Italia sarebbe il secondo migliore giocatore presente in assoluto dopo Cristiano. Il numero 10 che guidava un Tottenham senza Harry Kane alla finale di Champions. Un trequartista pazzesco per il quale il Real Madrid era pronto a offrire 100 milioni solo due estati fa, prima che si concretizzasse Hazard.
E l’Inter ci sta provando, il che in sé è già incredibile per una squadra che due anni fa faticava a chiudere per dei rincalzi.
L’Inter ci sta provando non facendo un tentativo velleitario giusto per sognare - come per Modric, per intenderci - ma articolando una offerta seria competitiva. Una offerta monstre al giocatore, sui 12 milioni di € bonus compresi, e la novità è che Eriksen la sta vagliando seriamente.
Perché il giocatore ha deciso che il suo ciclo al Tottenham è finito. E dunque un altro punto a favore per l’Inter, sapere che sicuramente cambierà aria.
Ma la partita è ancora da giocarsi perché in campo ci sono soprattutto, in ordine: il Real Madrid, poi il Manchester United, da non sottovalutare il Bayern, e attenzione al PSG che in estate potrebbe avere molto spazio nel monte stipendi dopo la possibile partenza di Neymar. Per questo Eriksen non è sicuro di prendere subito questa decisione. L’Inter sta lavorando, è un’impresa immane, ma ci sta provando seriamente. E se dovesse concretizzare questo vantaggio, allungare 20 milioni al Tottenham per averlo subito potrebbe essere il male minore.

Ovvio, fino alla fine ci sarà da pensare alla Juventus: che in verità da un anno ha intrapreso contatti con Eriksen, anche se finora non sono stati fruttuosi. Ma se si è scatenata l’asta con l’Inter su Kulusevski, figuriamoci sul danese.
Anche se sull’asse con l’Inghilterra l’idea che ancora non tramonta è Pogba, e non tramonta nemmeno a gennaio.
Possibile a giugno, difficile a gennaio, ma non è detto: Pogba oggi è andato sotto i ferri per l’infortunio alla caviglia, non sarà disponibile fino ad almeno metà febbraio, ma lo scoglio principale è la differenza di valutazione. La Juve lo valuta 100 milioni, il Manchester United dice che costa 150 milioni, in mezzo ci sono Raiola e Paratici (sì, un essere in mezzo essendo però di parte) che tentano di fare abbassare la valutazione. Raiola lavorando ai fianchi la dirigenza United per stanchezza; Paratici con le idee di offerte e scambi. L’ultima in ordine di tempo - non recentissima - è stata Emre Can + 60 milioni, un prezzo che però per lo United indicherebbe una valutazione di un centinaio di milioni, e dunque non ci siamo.
C’è ancora una via: quella del maxiscambio, che oltre alla sessantina di milioni includerebbe Emre Can e Rabiot. Lì lo United si smuoverebbe, ma è la Juve che per ora non si convince.
Per ora. Perché quest’estate il cane merengue si potrebbe svegliare - non a gennaio, Florentino Perez non dovrebbe effettuare altri acquisti particolari oltre a Reinier dal Flamengo - e allora la Juventus rischierebbe di bruciarsi il consistente vantaggio sulle altre per Pogba.
Ma la porta non è chiusa per gennaio, anche se è pesantissima da spostare. Perché tutte e tre le parti - Juventus, Pogba, Manchester United - vedrebbero l’affare di buon occhio. E quando c’è la volontà, si tratta solo di trovare il giusto prezzo.