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tmw / lazio / Serie A
Sono Caicedo, sono un attaccante e non sono una riservaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 19 gennaio 2020, 07:30Serie A
di Riccardo Caponetti
fonte Dall'inviato allo Stadio Olimpico, Roma

Sono Caicedo, sono un attaccante e non sono una riserva

Diventerebbe virale anche il video di Felipe Caicedo, semmai un giorno dovesse pronunciare queste parole su un palco. Magari a Formello, a maggio, davanti ai suoi tifosi/elettori in festa per il raggiungimento di un traguardo che mai come oggi è alla portata della Lazio (no, non è lo Scudetto). Difficilmente accadrà, perché è un leader silenzioso della coalizione biancoceleste che vede in prima fila altri personaggi più mediatici e appariscenti. “Sono Caicedo, sono un attaccante e non sono una riserva”. Anche ieri contro la Sampdoria lo ha ribadito a gran voce, se magari qualcuno non se ne fosse ancora accorto. Un altro gol, il primo della cinquina, a coronare una prestazione super positiva. Caicedo è un calciatore poco social e ai post online preferisce mandare messaggi con gli scarpini. Lascia andare avanti gli altri, perché sa che si può essere importanti anche in seconda fila. Umiltà e intelligenza. Sa stare al suo posto Felipe, per questo è molto apprezzato da Inzaghi, il suo staff, il resto dello spogliatoio e tutta la tifoseria, che l’ha iniziato a capire col tempo.

Ora tutti se lo coccolano perché per caratteristiche si abbina alla perfezione sia con Immobile che con Correa. Dopo una prima stagione difficile, il suo rendimento è cambiato e quest’anno a suon di prestazioni, gol (5) e assist (3) le percentuali di gradimento dell’Olimpico verso di lui hanno subito un’impennata pazzesca.

“Sono Caicedo, sono un attaccante e non sono una riserva”. Non lo è più. Sebbene Correa sia il compagno designato di Immobile nel 3-5-2 di Inzaghi, Caicedo non va considerato come una seconda scelta. È il 12° titolare, l’uomo in più. Quello del gol al 92’ contro il Sassuolo, quello della rete al 97’ a Cagliari e, sempre nel finale, del 3-1 contro la Juventus a dicembre. È quello che ha sbloccato il derby l’anno scorso e che ha lanciato Correa verso la porta nell’ultima finale di Coppa Italia contro l’Atalanta. Insomma, è quello della provvidenza che il club ha blindato a fine estate fino al 2022. Il tabellino della vittoria per 5-1 contro la Sampdoria non rispecchia la bontà della sua performance. Ieri è uscito dal campo a metà ripresa perché giocherà martedì a Napoli in Coppa Italia e, se non dovessero esserci intoppi nel recupero di Correa, partirà dalla panchina contro la Roma domenica prossima. Ma ormai poco importa se non sarà tra i titolari, perché lui è tale anche se comincia in panchina.