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Infantino: "Dobbiamo ripensare il calendario del calcio internazionale. Coronavirus, no al panico"
Protagonista in apertura del 44° congresso annuale UEFA, il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha affrontato diverse temi, tra cui anche la gestione dell'emergenza legata alla diffusione del contagio da Coronavirus: "È sempre un piacere per me parlare qui, sto cercando di portare a livello continentale l'esempio della UEFA, perché il calcio diventi davvero globale seguendo l'esempio europeo.
Dobbiamo discutere del calendario delle partite internazionali, soprattutto per quanto riguarda quello maschile. Dobbiamo farci delle domande, che magari negli anni passati abbiamo evitato di porci. Quante partite può giocare un calciatore? Di quale tipo di competizioni abbiamo bisogno? Giochiamo troppo in alcune parti del mondo e troppo poco in altre? Ci sono tante questioni, stiamo parlando di un fenomeno globale. E dobbiamo considerare i tifosi, che sono il cuore pulsante del calcio: dobbiamo lavorare per loro, e offrire loro quello che vogliono davvero vedere.
In questi giorni, non si può non menzionare il Coronavirus. Alcuni di voi devono prendere decisioni importanti, chiunque organizzi una competizione deve farlo. Dobbiamo seguire le indicazioni delle autorità, ma non farci prendere dal panico. Qualcuno mi ha detto che il calcio può essere un antidoto: nonmi spingerei così tanto, ma il calcio può esserlo per altri problemi. Penso al razzismo: è una lotta che dobbiamo vincere".
Dobbiamo discutere del calendario delle partite internazionali, soprattutto per quanto riguarda quello maschile. Dobbiamo farci delle domande, che magari negli anni passati abbiamo evitato di porci. Quante partite può giocare un calciatore? Di quale tipo di competizioni abbiamo bisogno? Giochiamo troppo in alcune parti del mondo e troppo poco in altre? Ci sono tante questioni, stiamo parlando di un fenomeno globale. E dobbiamo considerare i tifosi, che sono il cuore pulsante del calcio: dobbiamo lavorare per loro, e offrire loro quello che vogliono davvero vedere.
In questi giorni, non si può non menzionare il Coronavirus. Alcuni di voi devono prendere decisioni importanti, chiunque organizzi una competizione deve farlo. Dobbiamo seguire le indicazioni delle autorità, ma non farci prendere dal panico. Qualcuno mi ha detto che il calcio può essere un antidoto: nonmi spingerei così tanto, ma il calcio può esserlo per altri problemi. Penso al razzismo: è una lotta che dobbiamo vincere".
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