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Ancora Neymar: "Ho sbagliato, ma gli arbitri hanno ignorato gli insulti razzisti di Alvaro Gonzalez"TUTTO mercato WEB
© foto di Getty/Uefa/Image Sport
lunedì 14 settembre 2020, 20:08Calcio estero
di Ivan Cardia

Ancora Neymar: "Ho sbagliato, ma gli arbitri hanno ignorato gli insulti razzisti di Alvaro Gonzalez"

Neymar torna sugli eventi di ieri. Nei minuti finali della gara persa dal suo PSG contro l'Olympique Marsiglia, caratterizzata dai numerosi cartellini rossi, il fuoriclasse brasiliano è stato espulso per aver tentato di colpire con un pugno Alvaro Gonzalez, centrocampista dell'OM. A suo dire, dopo aver ricevuto insulti razzisti dall'avversario. Il botta e risposta non è finito in campo, ma è continuato oggi sui social. E proprio su questo terreno, con una lunga stories su Instagram, Neymar cerca di chiudere la questione: "Ieri ho reagito. Sono stato punito col cartellino rosso perché volevo colpire qualcuno che mi aveva offeso. Ho pensato di non poter lasciar scorrere senza fare nulla, perché ho realizzato che chi di potere non avrebbe fatto nulla. Che non se ne sarebbe accorto o avrebbe ignorato quello che è accaduto. Nella partita, avrei voluto rispondere come sempre, giocando a calcio. I fatti dimostrano che non vi sono riuscito. E che ho reagito.

Nel nostro sport, le aggressioni, gli insulti, le brutte parole sono parte del gioco. Della competizione. Non puoi fartene condizionare. Capisco parzialmente questo ragazzo (Alvaro Gonzalez, ndr). Tutto fa parte del gioco. Ma il razzismo e l'intolleranza sono inaccettabili. Io sono nero, figlio di un nero. Nipote e bisnipote di un nero. Ne sono orgoglioso e non mi vedo diverso da chiunque altro. Ieri volevo che chi di dovere (gli arbitri o gli assistenti) fossero imparziali e capissero che non ci può essere spazio per un comportamento così pregiudizievole.


Dopo aver riflettuto e aver visto tutto, sono triste per il sentimento di odio che possiamo provocare quando abbiamo una reazione a caldo. Avrei dovuto ignorarlo? Non lo so. Oggi, a mente fredda, dico di sì. Ma sul momento io e i miei compagni abbiamo chiesto aiuto agli arbitri e siamo ignorati. Questo è il punto. Noi che partecipiamo all'industria dello spettacolo dobbiamo riflettere. Un'azione può portare a una reazione: accetto la mia punizione perché avrei dovuto seguire un'altra strada, quella del calcio.

Spero, d'altra parte, che anche chi ha offeso venga punito. Il razzismo esiste, ma dobbiamo fermarlo. Ne abbiamo avuto abbastanza. Questo ragazzo è stato un cretino. E lo sono stato anche io, per essermi fatto coinvolgere. Almeno posso girare ancora a testa alta oggi. Ma dobbiamo riflettere, perché non tutti i bianchi e i neri sono nella stessa situazione, il danno derivante dal confronto può essere disastroso. Che tu sia nero o bianco. Non voglio e non devo mischiare argomenti diversi, ma non scegliamo il colore della pelle e davanti a Dio siamo tutti uguali. Tornando a noi, ieri ho perso la partita e ho mancato di saggezza. Essere al centro della situazione o ignorare un gesto razzo non aiuteranno, lo so. Ma rendere pacifico questo movimento anti-razzista è un nostro dovere, così che anche i meno privilegiati possano avere naturalmente una loro difesa. Ci vedremo ancora, e sarà sul mio territorio, il calcio. Stai tranquillo. Sai cosa hai detto, io so cosa ho fatto. Più amore nel mondo".