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Il solito Palacio rovina la festa al Verona: 2-2 al Bentegodi, discorso 10° posto ancora aperto
Termina in parità il posticipo del Bentegodi tra Hellas Verona e Bologna: il due a due finale consente agli scaligeri di difendere il decimo posto. Restano dunque tre le lunghezze di distanza in classifica tra le due squadre.
Le scelte. Nel Verona c'è una piccola sorpresa: Bessa, rispolverato dopo tre panchine consecutive, completa il tandem con Zaccagni alle spalle di Nikola Kalinic. In difesa rientra Dimarco, Barak fa il regista insieme al 2001 Ilic. Anche Mihajlovic sposa la linea verde: lo slot sulla trequarti va a Vignato, dietro all'intramontabile Palacio. Scontri generazionali.
De Silvestri risponde a Faraoni. Il Verona trova il vantaggio dopo appena novanta secondi: un gol confezionato dalla difesa, con Gunter (rimasto alto dopo un corner) che pesca con un tiro-cross l'opportunista Faraoni, bravo a depositare in rete a pochi metri da Ravaglia. Il Bologna reagisce subito, si affida agli slalom del Trenza, che provoca qualche grattacapo a Pandur. L'uno a uno si concretizza alla mezz'ora: il cross dalla linea di fondo di Soriano è una preghiera accolta da Faraoni, che con una deviazione quasi impercettibile mette fuori causa Gunter e consente a De Silvestri di infilare il tap-in. Doccia fredda per l'Hellas: di lì in poi lo spettacolo s'annacqua un po', anche se prima dell'intervallo c'è spazio per una bella torsione di Kalinic, che colpisce in pieno l'incrocio dei pali dopo una frustata (quasi) perfetta.
Gioia Kalinic. La generosità di Kalinic trova il giusto premio in avvio di ripresa: sgasata sulla sinistra di Lazovic, che dipinge un cross a mezza altezza girato in porta dall'ex Roma. Una bella volée che coglie completamente impreparato Tomiyasu (tardiva la chiusura del giapponese) e che rompe il lunghissimo digiuno del croato, il cui ultimo sigillo risaliva a un girone e una partita fa, contro il Crotone al Bentegodi.
Sempre Palacio. La partita si sporca, perché il Verona specula e il Bologna è costretto a prendersi dei rischi. Mihajlovic mette mano alla panchina e ricorre alle soluzioni più logiche: dentro Barrow e Orsolini, fuori Sansone e Dijks. Il gambiano ha voglia di incidere, spara a salve un paio di volte ma quantomeno scuote i compagni. Il due a due arriva di lì a poco: Skov Olsen scucchiaia dalla destra, Dimarco devia quel tanto che basta per far saltare a vuoto Dawidowicz e consentire a Palacio di perfezionare il suo blitz in estirada. Il finale è convulso, ma non porta a nulla: dopo quattro minuti di recupero, Marchetti decreta la fine della contesa.
Le scelte. Nel Verona c'è una piccola sorpresa: Bessa, rispolverato dopo tre panchine consecutive, completa il tandem con Zaccagni alle spalle di Nikola Kalinic. In difesa rientra Dimarco, Barak fa il regista insieme al 2001 Ilic. Anche Mihajlovic sposa la linea verde: lo slot sulla trequarti va a Vignato, dietro all'intramontabile Palacio. Scontri generazionali.
De Silvestri risponde a Faraoni. Il Verona trova il vantaggio dopo appena novanta secondi: un gol confezionato dalla difesa, con Gunter (rimasto alto dopo un corner) che pesca con un tiro-cross l'opportunista Faraoni, bravo a depositare in rete a pochi metri da Ravaglia. Il Bologna reagisce subito, si affida agli slalom del Trenza, che provoca qualche grattacapo a Pandur. L'uno a uno si concretizza alla mezz'ora: il cross dalla linea di fondo di Soriano è una preghiera accolta da Faraoni, che con una deviazione quasi impercettibile mette fuori causa Gunter e consente a De Silvestri di infilare il tap-in. Doccia fredda per l'Hellas: di lì in poi lo spettacolo s'annacqua un po', anche se prima dell'intervallo c'è spazio per una bella torsione di Kalinic, che colpisce in pieno l'incrocio dei pali dopo una frustata (quasi) perfetta.
Gioia Kalinic. La generosità di Kalinic trova il giusto premio in avvio di ripresa: sgasata sulla sinistra di Lazovic, che dipinge un cross a mezza altezza girato in porta dall'ex Roma. Una bella volée che coglie completamente impreparato Tomiyasu (tardiva la chiusura del giapponese) e che rompe il lunghissimo digiuno del croato, il cui ultimo sigillo risaliva a un girone e una partita fa, contro il Crotone al Bentegodi.
Sempre Palacio. La partita si sporca, perché il Verona specula e il Bologna è costretto a prendersi dei rischi. Mihajlovic mette mano alla panchina e ricorre alle soluzioni più logiche: dentro Barrow e Orsolini, fuori Sansone e Dijks. Il gambiano ha voglia di incidere, spara a salve un paio di volte ma quantomeno scuote i compagni. Il due a due arriva di lì a poco: Skov Olsen scucchiaia dalla destra, Dimarco devia quel tanto che basta per far saltare a vuoto Dawidowicz e consentire a Palacio di perfezionare il suo blitz in estirada. Il finale è convulso, ma non porta a nulla: dopo quattro minuti di recupero, Marchetti decreta la fine della contesa.
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