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TMW RADIO - Pozzi: "Il percorso della Samp è cambiato ma può fare un campionato tranquillo"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 4 ottobre 2021, 19:29Serie A
di Dimitri Conti

TMW RADIO - Pozzi: "Il percorso della Samp è cambiato ma può fare un campionato tranquillo"

Nicola Pozzi, allenatore del Grassina, ai microfoni di Niccolò Ceccarini
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L'ex attaccante Nicola Pozzi, oggi allenatore del Grassina nell'Eccellenza toscana, ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Dopo aver smesso mi mancava il campo, anche perché per colpa degli infortuni ho dovuto finire presto. Vivendo a Firenze ho studiato a Coverciano, mi sono aggiornato. Ieri non siamo stati all'altezza, io per primo, volevamo cominciare diversamente ma abbiamo perso meritatamente. C'è da rimboccarsi le maniche, devo ancora imparare molto da questo mestiere".

Perché ha scelto di allenare?
"Ho seguito vari corsi, anche da direttore. La parte dirigenziale è intrigante e mi è servita per una visione più ampia. Dopo un anno e mezzo di corsi ha prevalso il richiamo del campo, l'odore dell'erba che sento da quando ho 5 anni".

Come interagire con una realtà diversa da quella cui era stato abituato?
"Prima di smettere sono andato a giocare in Serie D per conoscere una realtà diversa dopo 10 anni di A. La reputo una cosa formativa, in fondo è simile all'Eccellenza. Alla fine è arrivata purtroppo una retrocessione e hanno tirato su la Sambenedettese dopo tre gradi di giudizio... Se forse non avessi visto questa realtà avrei fatto cose diverse: bisogna calarsi in questa dimensione. Ogni giorno si impara qualcosa, questa è la vera formazione. Il tempo però scarseggia per gli allenatori, devo essere bravo a sintetizzare. La società ha investito e giustamente abbiamo aspettative da rispettare".

Rimasto colpito dall'entusiasmo del presidente?
"Abbiamo una tifoseria che sostiene dal primo all'ultimo secondo, e nei dilettanti non si trova sempre. Sono un valore importante, mi dà senso di responsabilità. La squadra è stata cambiata molto, ci sono numerosi giovani portati in prima squadra tanto che abbiamo fatto il record di quote, con nove giovani del settore su undici. Dobbiamo crescere velocemente, io insieme ai miei ragazzi e presentarci già mercoledì con una prestazione migliore".


C'è uno dei suoi allenatori che le ha trasmesso qualcosa in più?
"Ho sintetizzato tutte le mie esperienze, non ho fatto copia-incolla ma ho portato tutto ciò che a mio avviso può dare vantaggio, togliendone altre che quando giocavo mi davano fastidio. L'aspetto mentale è determinante. Avendo tanti giovani non sono partito con un modulo predefinito, non mi piace troppo adattare i giocatori, concettualmente, ma essere io ad adattarmi a loro. Sto lavorando su princìpi e atteggiamenti".

Che ne pensa dell'Empoli?
"Tutto parte dal presidente Corsi. Una persona lungimirante e competente, ha scelto le persone giuste ma negli anni ha acquisito lui per primo conoscenze importanti. Ha avuto grandi dirigenti, partendo da Vitale che ha fatto scuola non esonerando Sarri in B neanche quando perse sei partite di fila. Alla fine hanno vinto alla grande il campionato e fatto un percorso importante in Serie A. Poi hanno inciampato qualche anno e in una realtà così capita, poi però hanno visto ripagate le scelte di puntare su allenatori giovani. Quest'anno sono partiti in maniera veramente positiva, sfruttando subito le difficoltà della Juventus per vincere: l'unica in cui non ho visto il loro atteggiamento e approccio è stato nella sconfitta col Venezia".

Si aspettava più continuità dalla Sampdoria?
"Con la Samp io ho un legame particolare, cominciato con la Champions raggiunta con Delneri, punto più alto per me e i compagni. L'anno dopo, poi, retrocessi... Sono stati quattro anni e mezzo di montagne russe. Poi però ho voluto ricucire la ferita, rimanendo in Serie B con senso di responsabilità nonostante avessi mercato. Abbiamo riportato la Samp dove deve stare, nel campionato che le compete. Quest'anno hanno avuto qualche alto e basso, ma hanno cambiato percorso diverso, con D'Aversa che lavora in un certo modo. Ha una squadra importante e se avrà continuità nel lavoro potrà fare il suo campionato tranquillo. Per gli obiettivi importanti, invece, ci sono squadre più attrezzate".

Bella anche la storia di Borja Valero al Lebowski, che ne pensa?
"Sì, una di quelle storie belle da raccontare. Purtroppo per loro, neanche là sono partiti benissimi ma la cosa importante è il messaggio di uno come Borja che si mette in gioco in una realtà del genere. Porta dei valori e qualcosa della sua esperienza in una realtà piccola: giù il cappello, non è da tutti, molto più facile salutare, smettere e commentare".