Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Holmqvist, lo svedese tascabile immortale per un gol

Holmqvist, lo svedese tascabile immortale per un golTUTTO mercato WEB
© foto di Marco Rossi
domenica 23 dicembre 2012, 07:302012
di Gaetano Mocciaro

Nell'estate del 1988 il Cesena, fresco di salvezza, perde il suo giocatore di maggior talento: Ruggiero Rizzitelli. Il giovane attaccante, che grazie ai romagnoli arriva pure in Nazionale, viene acquistato dalla Roma che lo soffia alla Juventus. Per cercare di compensare alla perdita si decide di andare nella vicina Svizzera. Nello Young Boys c'è uno svedese che si mette in mostra, il suo nome è Hans Holmqvist. A guardarlo sembra tutt'altro che svedese: è vero, è biondo. Ma è l'esatto opposto del classico adone scandinavo: piccolo e tozzo, 174 cm per 69 kg. Al momento dello sbarco in Italia ha già 28 anni e una discreta esperienza a livello europeo: la Svezia l'ha già lasciata qualche anno prima per andare in Germania. Un paio d'anni al Fortuna Dusseldorf e un buon bottino di reti, poi il ritorno in patria all'Hammarby e infine la tappa svizzera, allo Young Boys di Berna. Il tecnico Alberto Bigon gli dà fiducia sin da subito in coppia col condor Agostini: la prima contro la Lazio è anonima e lo svedese viene sostituito dopo poco più di un'ora. Ma non importa, Holmqvist continua a giocare anche le partite a seguire. Dopo 11 giornate di campionato nelle quali l'attaccante ha giocato 10 volte, sempre partendo dall'inizio, le reti sono ancora a zero e a questo punto l'odor di bidone è davvero forte. La squadra per la cronaca, rischia di sprofondare in Serie B, latitando nelle ultimissime posizioni.

Il 1988 si chiude andando in bianco e siccome il mercato di riparazione all'epoca era a novembre il tempo per pentirsi e rispedire al mittente il giocatore è scaduto. Ma il tempo è galantuomo e alla prima partita del 1989 al Manuzzi arrivano i campioni d'Europa del Milan. Partita che sembra senza storia, e invece Agostini al 70' serve in profondità lo svedese in area che vede in uscita Giovanni Galli e lo supera di sinistro: 1-0 e stadio che quasi viene giù. Il piccolo Cesena batte i fenomeni rossoneri. Basta questa rete a far acquisire un credito incredibile, almeno tra i tifosi. Per Bigon la pazienza è solo prolungata di qualche settimana, almeno fino a marzo. Nel frattempo nessun altro gol. Il Cesena collezionerà una lunga serie di 0-0, poi contro il Torino l'ultima partita, 42' in campo. Da quel momento di Holmqist si perdono le tracce. Nell'estate seguente Cesena acquista Vladislav Djukic nel tentativo di rimpiazzare proprio lo svedese. Lo rivedremo in rosa ancora e persino in campo, a Roma alla sesta giornata: 18 minuti finali al posto di Vincenzo Esposito per poi salutare, senza rimpianti, l'Italia. Tornerà in Svezia dove giocherà, ancora per poco, al'Orebro, prima di appendere gli scarpini al chiodo.