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Nanni, un pistolero senza colpi

Nanni, un pistolero senza colpi
lunedì 9 marzo 2009, 00:002009
di Germano D'Ambrosio

Arrivato alla Dinamo Kiev di Mikhailichenko, il bomber argentino Roberto Nanni credeva forse di aver ormai 'conquistato' l'Europa. Peccato che proprio in quel momento gli si sia inceppato il grilletto, concedendo così poche emozioni ai tifosi di Siena, Messina e Crotone. La serie B e poco dopo l'umiliazione di rimanere senza contratto: una brutta fine, per uno su cui l'Albiceleste di Bielsa aveva pure fatto un pensierino...

Roberto Antonio Nanni nasce ad Azul, cittadina della provincia di Buenos Aires, il 20 agosto 1981. Da ragazzino si forma nelle giovanili dell'Alumni Azuleño, club semi-dilettantistico del luogo, ma a 16 anni entra a far parte della squadra juniores del Velez Sarsfield, iniziando così la sua avventura nel grande calcio. Quattro anni dopo il tecnico Edgardo Bauza lo ritiene pronto per il debutto in prima squadra: è il 26 agosto 2001 ed il Velez affronta il Newell's Old Boys. Nanni, attaccante di peso ma dotato di buona tecnica, entra al 67' e crea subito scompiglio nella retroguardia ospite, segnalandosi tra i migliori in campo. Il primo gol in Primera Division è datato 3 ottobre, contro il Lanùs: ne seguiranno altri undici, in quella stagione. L'anno successivo Carlos Ischia non può che affidargli ad occhi chiusi le chiavi dell'attacco, insieme a Dario Husain: Roberto lo ripaga andando in gol con una facilità impressionante, arrivando a toccare quota 22 reti in 33 partite giocate. Da segnalare, in particolare, lo storico gol al 90' contro il River Plate al Monumental, che regala la vittoria per 1-0 agli ospiti. Alla fine il Velez agguanta un prestigioso terzo posto, e Nanni si attesta secondo nella classifica marcatori del Torneo di Clausura, alle spalle dell'ex genoano Figueroa. E' ufficialmente nata una stella. Già titolare in Under 20, Roberto - che nel frattempo si è guadagnato il soprannome di El pistolero - sfiora anche la Nazionale maggiore di Bielsa. Il suo nome comincia a circolare con insistenza sul mercato europeo, ed in particolare sui taccuini di club turchi, francesi, greci e italiani. Il solito Perugia multicolore lo tratta nel corso di tutta l'estate, e anche Reggina, Roma e Bologna si mettono sulle sue tracce, ma alla fine la spuntano i ricconi della Dinamo Kiev, che offrono una cifra pari a cinque milioni di euro. Nanni fa in tempo a giocare due sole partite di Apertura 2003, contro Banfield e Rosario - andando pure in gol contro quest'ultimi -, prima di trasferirsi in Ucraina. Per lui contratto quadriennale con un'opzione per il quinto anno, e maglia numero 18. "Ho visto diverse partite della Dinamo e mi sono divertito molto - spiega l'attaccante (primo argentino nella storia del club) nel giorno della presentazione -. Mi piace lo stile di questa squadra, veloce e flessibile". In effetti la compagine di Aleksey Mikhailichenko produce un calcio d'ottima qualità, ma la coppia d'attacco Verpakovskis-Milevsky è più che sufficiente per raggiungere lo scopo. Nanni diventa la quarta/quinta scelta per il reparto offensivo, e in campionato non viene utilizzato praticamente mai. Fa capolino in Champions League contro l'Arsenal, il 5 novembre, giocando i venti minuti finali all'Emirates Stadium, ma poche settimane dopo si infortuna al ginocchio destro ed è costretto a stare fermo per tre mesi (saltando, tra l'altro, il match successivo contro l'Inter). La stagione 2004/05 si apre con la non felicissima partita contro il Trabzonspor per i preliminari di Champions, ad agosto: Nanni entra al 64', e un minuto dopo i turchi segnano l'1-2 finale (gli ucraini ribalteranno poi il risultato al ritorno). I dirigenti della Dinamo si spazientiscono e ad ottobre decidono di dare in prestito il giocatore all'Almerìa. I ritmi blandi della serie B spagnola consentono a Roberto di ritrovare minutaggio e gol (5 in 12 presenze, doppietta contro il Tenerife), e tanto basta alle squadre italiane per riscoprire la loro vecchia passione nei confronti del giocatore. Stavolta il Perugia - appena dichiarato fallito e iscrittosi alla C1 - non può entrare nell'affare, e così a spuntarla è l'ambizioso Siena, alla sua terza stagione consecutiva in serie A. Prestito gratuito con diritto di riscatto dalla Dinamo Kiev; per i bianconeri una pesca argentina con alle spalle due precedenti confortanti (Cufré e Cejas) ma altrettanti disastrosi (i difensori Arano e Leone, caduti nel dimenticatoio dopo le zero presenze in Toscana). Serviva uno spareggio.

Batistuta e Crespo: i suoi idoli, i suoi modelli di riferimento. Ed ecco che scatta l'infausto paragone. "Il Siena balla il tango con Nanni" carica la Gazzetta dello Sport, e i tifosi si infiammano. Roberto tutto sommato si contiene: "In Italia dovevo arrivare molto prima, prima di passare alla Dinamo Kiev - spiega durante la presentazione ufficiale, il 14 luglio 2005 -. Credo che insieme a quello inglese e a quello spagnolo, questo sia il campionato più bello del mondo, ed è sempre stato un sogno per me. Adesso voglio godermi questa grande chance che mi ha dato il Siena e togliermi finalmente delle soddisfazioni". Nessuna promessa, ci mancherebbe altro: "Per adesso devo solo pensare a lavorare molto per recuperare al meglio e trovare la mia migliore condizione. Certo spero di fare molti gol, aspettiamo e vedremo cosa potrò fare". Il tecnico Gigi De Canio vede in lui una torre perfetta per creare gli spazi giusti al bomber Enrico Chiesa, e ottimo terminale per i cross di Jonathan Bachini. In poche parole, l'erede della bufala Flonaldo dell'anno prima. L'argentino segna un bel gol in amichevole contro la Juve Stabia, il 7 agosto: entrato al 39' della ripresa, dopo un minuto va a raccogliere un traversone di Alberto e segna di testa l'1-0. Poi arrivano le gare ufficiali: Nanni gioca in Coppa Italia contro Avellino e Atalanta, non destando impressioni entusiastiche. Così in campionato partono Chiesa e Locatelli davanti; Roberto può debuttare in serie A soltanto il 15 ottobre, quando viene chiamato a sostituire Marazzina nei venti minuti finali del match contro l'Udinese. Dieci giorni dopo a sorpresa De Canio lo lancia da titolare contro la Fiorentina - finirà 1-2 per i viola -, e lui suda sette camicie per non far rimpiangere Chiesa (che lo sostituirà a inizio ripresa), andando anche vicino al gol in diverse occasioni. Contro il Chievo il tecnico denota però i primi segni di nervosismo: fa entrare l'argentino al 19', per poi toglierlo nuovamente dal campo a favore di Volpato cinque minuti dopo. Eppure non era stato certo tra i peggiori, anzi. Scampoli di partita contro Lecce, Reggina ed Empoli, poi di nuovo una chance da titolare in casa contro il Parma. Nanni ancora una volta corre, fa movimento e serve buoni palloni per i compagni, ma - pur uscendo dal campo tra gli applausi - dimostra una preoccupante allergia al gol. Malattia che invece non affligge il bomber Erjon Bogdani, il quale "esplode" nel freddo inverno senese relegando il povero Roberto ai margini della squadra. A gennaio i bianconeri prendono Guzman dal Crotone e rispediscono Nanni - dopo altri due spezzoni contro Livorno e Palermo - a Kiev: il giocatore dapprima tratta con i messicani del Cruz Azul, poi finisce per accordarsi con il Messina nell'ultimo giorno utile. Ancora un prestito con diritto di riscatto, ma quest'ultima postilla suona sempre più come un'utopia...

In riva allo stretto, Bortolo Mutti accoglie Nanni a braccia aperte: spazientito da Yanagisawa e disorientato dalle partenze di Iliev e Zampagna, il tecnico confida nell'argentino e nell'acquisto del giovane Sergio Floccari per rimettere in piedi una stagione deficitaria. Qualche minuto contro Livorno e Sampdoria, giusto per prendere confidenza con i nuovi compagni di squadra, poi l'exploit da titolare contro la Juventus: Floccari segna due gol, Nanni ne sfiora altrettanti dimostrando comunque ottima personalità. Contro il Parma l'argentino parte ancora dal primo minuto, fornendo però una prestazione piuttosto scialba. Pare un triste remake dell'esperienza senese, ma all'improvviso arriva il gol: il 12 marzo contro il Lecce l'attaccante entra al 78', sull'1-1, e dopo appena otto minuti segna la rete della vittoria che fa esplodere il San Filippo. Sembra potersi aprire un ciclo felice, e invece sulla panchina dei giallorossi arriva poco dopo Giampiero Ventura, che relega costantemente Roberto in panchina, utilizzandolo solo per pochi minuti contro Chievo, Empoli e Palermo. Dunque la retrocessione, il ripescaggio, la ricostruzione. Nanni ovviamente è tra i primi a farne le spese, e poiché la Dinamo Kiev proprio non vuole saperne di riprenderselo il ragazzo ottiene un nuovo prestito in Italia, stavolta al Crotone, in serie B. Qui trova il connazionale Ricardo Matias Veron (centrocampista che l'anno dopo finirà proprio al Siena), mentre in attacco il suo partner è il paraguaiano Dante Lopez. L'argentino - con la maglia numero 9 - sembra trovarsi più a suo agio nella cadetteria, e quando alla seconda di campionato il ragazzo va già in gol contro il Cesena il tecnico Elio Gustinetti non può che fregarsi le mani. Ma è l'ennesimo bluff: Roberto inizia progressivamente a giocare sempre meno e sempre peggio. Un altro gol contro il Pescara a dicembre, con la solita tattica dell'entra e segna: mandato in campo al 63', trasforma in rete il primo pallone toccato, sfruttando un'indecisione della difesa ospite. Ma la prodezza non gli vale la riconferma: quella contro il Pescara è infatti la sua ultima apparizione nel campionato italiano. A gennaio rescinde il contratto con la Dinamo Kiev e si mette sul mercato degli svincolati, senza però trovare acquirenti. Dopo quasi dieci mesi di inattività, Nanni torna allora al Velez Sarsfield per iniziare una nuova fase della sua carriera: è l'autunno del 2008. La tifoseria biancoazzurra stenta a riconoscere il pistolero che otto anni prima aveva regalato loro enormi soddisfazioni: la vena realizzativa è visibilmente in via di esaurimento (tre gol in 31 apparizioni, fino a questo momento), ma Roberto - che con il suo Velez ha iniziato da qualche settimana il torneo di Clausura - ha ancora tempo per dimostrare di essere tornato il bomber di inizio carriera. A gennaio la società ha deciso di affiancargli in attacco Joaquin Larrivey, l'ex attaccante cagliaritano fortemente indiziato di essere uno dei più grossi flop degli ultimi anni. Giovani meteore crescono: vederli giocare insieme è un piacere. Per noi che non tifiamo Velez.