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Cuore da capitano: Mancosu, grinta e freddezza da Serie A
Lo scorso gennaio i rumors sull’interesse del Cagliari erano più di semplici voci. Per amore della maglia è rimasto, per provare a fare qualcosa di eccezionale con il Lecce, che si è concretizzato l’11 maggio con la promozione storica in A dei salentini. Dalla C all’olimpo del calcio italiano, Marco Mancosu oggi è qualcosa in più di un semplice capitano. Cinque gol in otto giornate, è il centrocampista più prolifico del campionato. E in attesa delle punte - fin qui in gol solo Babacar, a secco Falco, Farias e La Mantia - sta trascinando i giallorossi lontano dalla zona “rossa”.
Cuore da capitano. Nel corso della ripresa della sfida contro la Juventus, dopo uno scontro a centrocampo, resta a terra ed esce zoppicando con l’aiuto di un avversario. L’intervento dello staff medico, le dita sugli occhi quasi a voler trattenere le lacrime di dolore. E quando sembrava ormai certo un finale in inferiorità numerica per il Lecce, il rientro in campo a denti stretti. A testimonianza di come uno come Mancosu non molli mai. Per i compagni, per quella che ormai è diventata la sua gente.
Stadio ai suoi piedi. Sta diventando quasi una consuetudine far urlare il suo cognome al Via del Mare: è l’unico ad aver bucato i portieri avversari in casa. E sabato pomeriggio al momento della trasformazione del rigore ha vibrato l’intero stadio, tra gli abbracci e le lacrime di gioia dei tifosi - giovani e non solo - presenti sugli spalti. E non ha alcuna intenzione di fermarsi: c’è da scommetterci.
Cuore da capitano. Nel corso della ripresa della sfida contro la Juventus, dopo uno scontro a centrocampo, resta a terra ed esce zoppicando con l’aiuto di un avversario. L’intervento dello staff medico, le dita sugli occhi quasi a voler trattenere le lacrime di dolore. E quando sembrava ormai certo un finale in inferiorità numerica per il Lecce, il rientro in campo a denti stretti. A testimonianza di come uno come Mancosu non molli mai. Per i compagni, per quella che ormai è diventata la sua gente.
Stadio ai suoi piedi. Sta diventando quasi una consuetudine far urlare il suo cognome al Via del Mare: è l’unico ad aver bucato i portieri avversari in casa. E sabato pomeriggio al momento della trasformazione del rigore ha vibrato l’intero stadio, tra gli abbracci e le lacrime di gioia dei tifosi - giovani e non solo - presenti sugli spalti. E non ha alcuna intenzione di fermarsi: c’è da scommetterci.
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