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Gol annullato a Lapadula, i motivi della decisione di Manganiello
Gol, emozioni e polemiche per le decisioni arbitrali. Immancabili, soprattutto quando gli episodi contestati sono decisivi come quelli che hanno determinato il risultato della sfida tra Lazio e Lecce. Ne è consapevole il presidente dei salentini, Saverio Sticchi Damiani, che a fine partita ha puntato il dito contro gli errori a suo avviso commessi dal signor Manganiello: "Sul gol annullato a Lapadula, c’è la regola 14 che spiega come il rigore debba essere ribattuto se contemporaneamente in area entrano giocatori di una squadra e dell’altra. Ai nostri tifosi è difficile spiegare la prassi, il regolamento è chiaro. Non sono venuto qui a commentare anche il rigore su Calderoni, che sono costretto ad accettare nonostante il nostro calciatore abbia subito un fallo, parlo solo di regole che devono essere applicate. È un errore clamoroso, poi è chiaro che si tratta di due rigori molto severi".
L'episodio incriminato - Al minuto 66, Strakosha respinge un calcio di rigore battuto da Babacar. Sulla respinta si avventa Lapadula, che mette dentro il gol del 2-2. L'attaccante esulta, ma la sua gioia dura poco perché Manganiello (aiutato da Pairetto) segnala un'infrazione: l'ex di Milan e Pescara, infatti, è entrato in area di rigore prima che il compagno di squadra calciasse. Lo stesso hanno fatto alcuni giocatori della Lazio.
Seguite le disposizioni di Rizzoli - In questo caso, dato che l’esito della battuta è stato favorevole (rigore parato) alla squadra difendente, si considera più grave l'infrazione commessa dal giocatore del Lecce rispetto a quella dei calciatori di casa. Questa spiegazione è frutto delle linee interpretative stabilite dall’AIA e trasmesse agli arbitri nei raduni a Coverciano. Nicola Rizzoli, infatti, ha precisato come in questi casi si punisca - con un calcio di punizione indiretto - soltanto l'ingresso anticipato dell'attaccante che poi diventa decisivo, perché permette di siglare una rete. Se fosse arrivato prima un difensore, invece, il penalty sarebbe stato da ripetere, così come in caso di trasformazione dello stesso da parte di Babacar. Insomma, bene il VAR, meno l'arbitro, che avrebbe quantomeno dovuto decretare la ripetizione del rigore perché davanti a lui ben tre giocatori della Lazio entrano in area prima del tiro.
Due rigori molto dubbi - L'episodio che ha portato all'assegnazione del calcio di rigore, tra l'altro, è molto dubbio: Manganiello ravvisa un contatto tra Milinkovic-Savic e Mancosu, giudicando falloso l'intervento del serbo. In realtà, però, sembra essere il trequartista dei salentini a cercare l'avversario. Non convince nemmeno il rigore fischiato poco dopo in favore della Lazio: sul tocco dal fondo dello stesso Milinkovic-Savic, Calderoni colpisce con la mano in caduta, compiendo un movimento che sembra del tutto naturale.
L'episodio incriminato - Al minuto 66, Strakosha respinge un calcio di rigore battuto da Babacar. Sulla respinta si avventa Lapadula, che mette dentro il gol del 2-2. L'attaccante esulta, ma la sua gioia dura poco perché Manganiello (aiutato da Pairetto) segnala un'infrazione: l'ex di Milan e Pescara, infatti, è entrato in area di rigore prima che il compagno di squadra calciasse. Lo stesso hanno fatto alcuni giocatori della Lazio.
Seguite le disposizioni di Rizzoli - In questo caso, dato che l’esito della battuta è stato favorevole (rigore parato) alla squadra difendente, si considera più grave l'infrazione commessa dal giocatore del Lecce rispetto a quella dei calciatori di casa. Questa spiegazione è frutto delle linee interpretative stabilite dall’AIA e trasmesse agli arbitri nei raduni a Coverciano. Nicola Rizzoli, infatti, ha precisato come in questi casi si punisca - con un calcio di punizione indiretto - soltanto l'ingresso anticipato dell'attaccante che poi diventa decisivo, perché permette di siglare una rete. Se fosse arrivato prima un difensore, invece, il penalty sarebbe stato da ripetere, così come in caso di trasformazione dello stesso da parte di Babacar. Insomma, bene il VAR, meno l'arbitro, che avrebbe quantomeno dovuto decretare la ripetizione del rigore perché davanti a lui ben tre giocatori della Lazio entrano in area prima del tiro.
Due rigori molto dubbi - L'episodio che ha portato all'assegnazione del calcio di rigore, tra l'altro, è molto dubbio: Manganiello ravvisa un contatto tra Milinkovic-Savic e Mancosu, giudicando falloso l'intervento del serbo. In realtà, però, sembra essere il trequartista dei salentini a cercare l'avversario. Non convince nemmeno il rigore fischiato poco dopo in favore della Lazio: sul tocco dal fondo dello stesso Milinkovic-Savic, Calderoni colpisce con la mano in caduta, compiendo un movimento che sembra del tutto naturale.
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