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Il surreale ritorno di Conte a Torino
Il paradosso della surrealtà associata al calcio, diventa effettivo proprio nella stagione che si stava rivelando più avvincente. Un brusco risveglio che riporta da un lato a problemi ben più significativi rispetto a chi vincerà o meno il tricolore, e dall’altro pone l’accento sulla gestione di un’emergenza che coinvolge apparati lontani dalle nostre percezioni e competenze come sanità e politica.
Non resta che riflettere sulle conseguenze che queste contromisure proporranno rispetto alle evoluzioni dello spettacolo che tanto ci appassiona e magari anche distrae, in momenti come questo. Partite a porte chiuse, compresa quella con la P maiuscola che avrebbe fatto riaccogliere Conte da quello che un tempo era il suo popolo e che ora rappresenta il principale rivale, sportivo s’intende, per la lotta al titolo.
Uno spettacolo ovattato, in un clima di prevedibile lontananza da ciò che sarebbe potuto essere con una visione più lungimirante su ogni livello. Anche a dispetto delle contraddizioni che blindano la città di Milano alla domenica, ma aprono ai milanisti in trasferta a Firenze il sabato sera e via di seguito. Per non parlare delle partite rinviate su ogni livello che stanno di fatto paralizzando un intero sistema, paradossalmente nelle stesse ore in cui la Champions League torna a far sognare le piazze di casa nostra. Un movimento chiuso per emergenza, in attesa di tornare ad essere contagiati solo dalle emozioni che il calcio è in grado di proporci.
Non resta che riflettere sulle conseguenze che queste contromisure proporranno rispetto alle evoluzioni dello spettacolo che tanto ci appassiona e magari anche distrae, in momenti come questo. Partite a porte chiuse, compresa quella con la P maiuscola che avrebbe fatto riaccogliere Conte da quello che un tempo era il suo popolo e che ora rappresenta il principale rivale, sportivo s’intende, per la lotta al titolo.
Uno spettacolo ovattato, in un clima di prevedibile lontananza da ciò che sarebbe potuto essere con una visione più lungimirante su ogni livello. Anche a dispetto delle contraddizioni che blindano la città di Milano alla domenica, ma aprono ai milanisti in trasferta a Firenze il sabato sera e via di seguito. Per non parlare delle partite rinviate su ogni livello che stanno di fatto paralizzando un intero sistema, paradossalmente nelle stesse ore in cui la Champions League torna a far sognare le piazze di casa nostra. Un movimento chiuso per emergenza, in attesa di tornare ad essere contagiati solo dalle emozioni che il calcio è in grado di proporci.
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