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TMW RADIO - Maspero: "Torino, che paura: salvezza tanta roba. Se serve ora addio a Belotti"
Riccardo Maspero ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Riccardo Maspero ha parlato in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto. L'intervista comincia dalla salvezza del Torino: "La buona notizia è la salvezza, ma come è arrivata... Non pensavo di fare risultato, la situazione era preoccupante viste le ultime partite. Ieri è girata un po' la fortuna e il Toro ha portato a casa un risultato che per come si erano messe le cose è tanta roba".
Esiste il tunnel delle difficoltà quando hai altre ambizioni in partenza?
"Sì, è così. Magari parti in un modo, cerchi di dare un'identità e un'idea e non riesci. Poi ti ritrovi a lottare per salvarti e lì diventa difficile. Non parlo di umiltà, ma se non si capisce quale sia il vero problema del momento diventa tutto più difficile. L'obiettivo non diventa neanche importante, ma vitale: per vincere giocano tutte, ma alla fine lo fa una sola. Retrocedere invece è un fallimento incredibile, che fa paura".
Belotti lascerà il Torino?
"Io sono legato e credo ancora al calcio con certi valori come l'attaccamento alla maglia. Mi spiace che oggi non ci sia, poi c'è bisogno di realismo: io ho fatto gran parte della mia storia alla Cremonese, ma c'è stato un momento in cui il club ha voluto guadagnare. Giusto che, se vuole, Belotti faccia un'altra esperienza e i soldi della sua vendita vengano reinvestiti".
Juric può essere l'allenatore giusto?
"Bisogna vedere quanta fiducia pone la società in lui. Il calcio di Juric, così come quello di Gasperini, è diverso: certe partite puoi prendere 4 gol, ma va messo in preventivo perché allo stesso tempo è divertente. Io credo in questo, è un po' la mia filosofia da allenatore... Sulla mia pelle però ho pagato certi direttori che ti chiedono di prendere meno gol e va a cadere il progetto che portavi avanti. Devi dargli tanta fiducia e dargli giocatori congeniali. Se serve, poi, scelte dolorose. Anche perché con Juric devi correre, eh...".
Bisogna assecondarli in toto.
Non so se ricordate, ma a un certo punto, prima del Napoli, Gasperini era praticamente esonerato. Poi l'hanno tenuto, lui ha fatto giocare chi aveva nella sua testa e da lì ecco che parte la storia dell'Atalanta".
Come l'ha vista la Fiorentina?
"Apatica, non avevano un senso e un'identità. Magari composta anche da giocatori importanti e di spessore, ragazzi che fin lì hanno fatto bene e poi non riescono a esprimere il valore. Manca forse l'idea di dimostrare qualcosa, forse perché a Firenze si sta bene, è tutto bello e la proprietà non è più di tanto presente. Così non ci si accorge come le cose non vadano bene".
Gattuso è o sarebbe l'ideale?
"Lui ha valorizzato tutti al massimo per far sì che quando toccava a loro, riuscissero a dare il meglio. Questo ha fatto la differenza a Napoli e potrebbe essere una cosa bella anche per la Fiorentina".
Che Serie C si aspetta di ritrovare a settembre?
"Eh... Spero che si metta a posto a livello economico, che ci si diano delle regole e si rispettino, lavorando con serenità per allenatori e giocatori. Poter andare in una società e sapere che fino alla fine dell'anno puoi portare avanti il tuo progetto. Assurdo vedere la Samb che è arrivata ai playoff e poi ha questa situazione. Ci sono magari altre retrocesse perché hanno speso meno, evitando di andare fuori budget. Brutto da dire, ma piuttosto tagliamo e si lavora poi come si deve. Teniamo le società solide, che diano la possibilità di praticare il calcio".
Che ne pensa del Lecce e del playoff col Venezia?
"Ho visto la partita e il Lecce forse ha pensato di giocare più sui 180', provando a giocarsela in casa nella partita di ritorno. Forse memori del periodo che stavano passando: sembrava pronto a staccarsi con l'Empoli e invece si è fatto risucchiare. Devono smaltire paura e insicurezza".
Lei giocò nella Sampdoria subito successiva al trionfo del '91.
"Avevano lasciato il segno... Quell'anno puntavamo a vincere lo Scudetto anche noi, ma non facemmo un grandissimo campionato. Poi purtroppo perdemmo in Europa con i rigori che ci furono sfavorevoli, ma è la Sampdoria la squadra in cui ho avuto l'occasione di allenarmi coi campioni, il mio punto più alto in carriera".
Esiste il tunnel delle difficoltà quando hai altre ambizioni in partenza?
"Sì, è così. Magari parti in un modo, cerchi di dare un'identità e un'idea e non riesci. Poi ti ritrovi a lottare per salvarti e lì diventa difficile. Non parlo di umiltà, ma se non si capisce quale sia il vero problema del momento diventa tutto più difficile. L'obiettivo non diventa neanche importante, ma vitale: per vincere giocano tutte, ma alla fine lo fa una sola. Retrocedere invece è un fallimento incredibile, che fa paura".
Belotti lascerà il Torino?
"Io sono legato e credo ancora al calcio con certi valori come l'attaccamento alla maglia. Mi spiace che oggi non ci sia, poi c'è bisogno di realismo: io ho fatto gran parte della mia storia alla Cremonese, ma c'è stato un momento in cui il club ha voluto guadagnare. Giusto che, se vuole, Belotti faccia un'altra esperienza e i soldi della sua vendita vengano reinvestiti".
Juric può essere l'allenatore giusto?
"Bisogna vedere quanta fiducia pone la società in lui. Il calcio di Juric, così come quello di Gasperini, è diverso: certe partite puoi prendere 4 gol, ma va messo in preventivo perché allo stesso tempo è divertente. Io credo in questo, è un po' la mia filosofia da allenatore... Sulla mia pelle però ho pagato certi direttori che ti chiedono di prendere meno gol e va a cadere il progetto che portavi avanti. Devi dargli tanta fiducia e dargli giocatori congeniali. Se serve, poi, scelte dolorose. Anche perché con Juric devi correre, eh...".
Bisogna assecondarli in toto.
Non so se ricordate, ma a un certo punto, prima del Napoli, Gasperini era praticamente esonerato. Poi l'hanno tenuto, lui ha fatto giocare chi aveva nella sua testa e da lì ecco che parte la storia dell'Atalanta".
Come l'ha vista la Fiorentina?
"Apatica, non avevano un senso e un'identità. Magari composta anche da giocatori importanti e di spessore, ragazzi che fin lì hanno fatto bene e poi non riescono a esprimere il valore. Manca forse l'idea di dimostrare qualcosa, forse perché a Firenze si sta bene, è tutto bello e la proprietà non è più di tanto presente. Così non ci si accorge come le cose non vadano bene".
Gattuso è o sarebbe l'ideale?
"Lui ha valorizzato tutti al massimo per far sì che quando toccava a loro, riuscissero a dare il meglio. Questo ha fatto la differenza a Napoli e potrebbe essere una cosa bella anche per la Fiorentina".
Che Serie C si aspetta di ritrovare a settembre?
"Eh... Spero che si metta a posto a livello economico, che ci si diano delle regole e si rispettino, lavorando con serenità per allenatori e giocatori. Poter andare in una società e sapere che fino alla fine dell'anno puoi portare avanti il tuo progetto. Assurdo vedere la Samb che è arrivata ai playoff e poi ha questa situazione. Ci sono magari altre retrocesse perché hanno speso meno, evitando di andare fuori budget. Brutto da dire, ma piuttosto tagliamo e si lavora poi come si deve. Teniamo le società solide, che diano la possibilità di praticare il calcio".
Che ne pensa del Lecce e del playoff col Venezia?
"Ho visto la partita e il Lecce forse ha pensato di giocare più sui 180', provando a giocarsela in casa nella partita di ritorno. Forse memori del periodo che stavano passando: sembrava pronto a staccarsi con l'Empoli e invece si è fatto risucchiare. Devono smaltire paura e insicurezza".
Lei giocò nella Sampdoria subito successiva al trionfo del '91.
"Avevano lasciato il segno... Quell'anno puntavamo a vincere lo Scudetto anche noi, ma non facemmo un grandissimo campionato. Poi purtroppo perdemmo in Europa con i rigori che ci furono sfavorevoli, ma è la Sampdoria la squadra in cui ho avuto l'occasione di allenarmi coi campioni, il mio punto più alto in carriera".
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