La quiete dopo la tempesta. Parma si ferma a ragionare dopo lo shock
La quiete dopo la tempesta. Più o meno. In casa Parma sono ore di riflessioni, dopo il terremoto dell'altro ieri che ha di fatto sconquassato i vertici della società. Niente progetto preciso, ha detto ieri il vicepresidente Ferrari in conferenza stampa, non è il momento di fare nomi. In panchina contro l'Ancona andrà Stefano Morrone, la conferma poi è ben lontana. La ridda di soluzioni, in questo momento, è vorticosa: si passa dal possibile Delio Rossi al probabile Guidolin all'improbabile Crespo.
Che pure sarebbe un bel ritorno, ma di ritorno vi erano anche i vari Scala, Apolloni, Minotti e Galassi. Tutti silurati, con un po' di fretta perché comunque i quattro punti di ritardo dalla vetta non facevano presagire una svolta così imminente. E invece così è stato, poi è arrivata la quiete. Quella di ieri, quando le dichiarazioni da casa ducale non hanno fatto intendere quali siano le intenzioni. Che in realtà sono chiare, ma è meglio non sbilanciarsi per ora. Perché Parma vuole tanto e merita tanto, sin da subito.