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TMW - Gravina: "Serve un cambiamento serio o il campionato non inizierà"

TMW - Gravina: "Serve un cambiamento serio o il campionato non inizierà"TUTTO mercato WEB
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
giovedì 25 maggio 2017, 16:272017
di Tommaso Maschio
fonte dal nostro inviato Ivan Cardia

Al termine dei sorteggi dei play off di Lega Pro, il presidente Gabriele Gravina ha parlato della situazione del calcio italiano chiedendo per l'ennesima volta un cambio di rotta: “Credo che spostare il tema solo sulle risorse non è a corretto. Le risorse sono la conseguenza di una capacità progettuale, di una capacità di lanciare messaggi chiari nel raggiungere e centrare determinati obiettivi. La crisi di oggi è diversa al passato ed è legata a un'incapacità mia, nostra come Lega e probabilmente anche della Federazione nel non capire che c'è un grande cambiamento in atto. Dobbiamo prendere coscienza del cambiamento e prendere tutte le contromisure necessarie. Non è pensabile che il calcio possa permettersi di avere solo un presidente di una lega professionistica con un commissario per la Lega A e un altro in arrivo per quello di B. Così non si riesce a progettare o dare certezze a tanti dirigenti che sostengono sacrifici quotidianamente. Dobbiamo rimboccarci le maniche, facciamo sistema e che la ridistribuzione della ricchezza porta al benessere comune e se non si ha questo e si punta a centralizzare e coltivare il paradigma della ricchezza solo per alcuni il rischio è quello che il sistema scoppi”.

C'è il rischio che il prossimo campionato non parta?
“In assemblea abbiamo deciso di non partire in assenza di cambiamenti, non per provocare, ma perché vogliamo sensibilizzare così questo mondo che deve cogliere il momento e capire finalmente l'urlo d'aiuto che stiamo lanciando. Bisogna destarsi e accompagnare il processo di crescita di una componente che sta facendo una rivoluzione culturale per valorizzare il proprio territorio”

Ha incontrato il ministro Lotti?
“Non ci sono state risultanze a queste richieste, molte alzano le braccia perché ritengono di avere le competenze o le capacità di invertire la rotta. Dal ministro invece ho avuto la disponibilità ad accompagnare molti dei nostri progetti e in particolare quello della formazione dei giovani che tende a evitare la dispersione scolastica”

Cosa bisogna fare ancora?
“La Lega Pro ha lanciato una sfida, un nuovo umanesimo sportivo e civile e vogliamo che si abbandoni un medioevo senza soluzioni e sbocchi per il calcio italiano. Come si fa a non capire che se di quattro società promosse in B una è promossa in Serie A direttamente e due sono andate ai play off, mentre delle quattro retrocesse tre falliscono c'è un problema di fondo. Un problema di risorse e politiche. Noi stiamo portando avanti nuove idee, anche con sacrificio, ma vedo che c'è chi fa ironia attorno a queste come quando ho parlato di rating, che non è un mio brevetto, ma affonda le radici molto nel passato”