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ESCLUSIVA TMW - Piacenza, Di Battista: "Rigidità dei protocolli inspiegabile, servono compromessi"TUTTO mercato WEB
giovedì 20 agosto 2020, 18:49Serie C
di Claudia Marrone
esclusiva

Piacenza, Di Battista: "Rigidità dei protocolli inspiegabile, servono compromessi"

Un calcio, quello professionistico italiano, che si appresta a un nuovo via nonostante la stagione 2019-2020 debba ancora per certi aspetti terminare (finale playoff di B in programma stasera, Coppe europee nei prossimi giorni), ma le problematiche inerenti il mondo pallonaro sono svariate.
E tante sono le soluzioni che devono esser trovate, soprattutto per una categoria come la Serie C dove, come ormai noto, sono più le spese dei guadagni.
Di questo, ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, ne ha parlato il responsabile dell'area tecnica del Piacenza Simone Di Battista: “Si parla ancora molto delle rose a 22 giocatori, dei giovani, del calciomercato, ma nessuno si è davvero preoccupato della cosa essenziale, ovvero di capire come ripartirà il calcio professionistico. Rispetto al calcio dilettantistico, con la D che è solo un gradino sotto alla C, c’è una forte discrepanza, perché tra i dilettanti i tamponi non sono obbligatori, tra i professionisti è invece obbligo fare il tampone ogni quattro giorni e il sierologico ogni dieci, con costi decisamente elevanti visto che non riguardano solo la squadra ma anche chi gravita intorno a essa: mi chiedo però, come una rosa, isolata in ritiro, possa contrarre il virus, che non sottovaluto, in soli quattro giorni. Non sono un virologo, ma statisticamente il numero di calciatori positivi da dopo il lock down non è elevato, non giustifica il numero di tamponi fatti. Tamponi che potrebbero esser magari impiegati in ambienti più a rischio, a diverse categorie lavorative dove invece non sono effettuati. Non mi spiego come mai il calcio abbia protocolli così rigidi, insostenibili se vanno protratti fino a maggio, soprattutto di fronte a mancati introiti di tv e pubblico, per quanto anche su questo secondo aspetto ci siano situazioni paradossali: tra i dilettanti è possibile vedere gli allenamenti, in altre parti d’Europa o in altri sport ci sono parziali riaperture degli impianti, perché nel calcio no? Voglio anche ricordare che tutte queste situazioni cadranno a cascata anche sui settori giovanili professionistici, che comprendono un numero molto più elevato di tesserati: rispetto ai protocolli accennati, vedo difficilissima la ripartenza. Forse in questo momento storico avrebbe più senso parlare e occuparsi di queste cose, che di altro. Ma di come riparta il calcio nessuno si interessa. Credo vada trovato un giusto compromesso tra la sanità, che rimane la priorità, e la ripresa”.