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TMW RADIO - A. Filippini: "Lazio, reazione da top club. Può passare il girone di Champions"TUTTO mercato WEB
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
mercoledì 4 novembre 2020, 18:54Serie A
di Dimitri Conti

TMW RADIO - A. Filippini: "Lazio, reazione da top club. Può passare il girone di Champions"

Antonio Filippini ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex centrocampista Antonio Filippini, oggi allenatore, è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione in onda sulle web frequenze di TMW Radio, condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista comincia dalla Lazio e dall'impegno in Champions League: "Le grandi squadre si vedono quando ci sono le difficoltà, e la Lazio da grande squadra qual è sta facendo vedere anche quest'anno che riesce a reagire con tanta qualità e tanto gruppo, una dote che chi fa la Champions deve avere per forza".

Possibile arrivare agli ottavi?.
"Secondo me sì, se stasera poi dovessero fare il blitz fuori casa potrebbero mettere un piede nella qualificazione, considerando la sfida Bruges-Borussia che le potrebbe permettere di guadagnare punti. A quel punto basterebbe vincere in casa per passare il turno".

Che ricordo ha del Simone Inzaghi calciatore? Era già "allenatore"?
"Non saprei, sia lui che il fratello erano due punte che si muovevano molto bene ma non è che in campo guidassero la squadra: la loro posizione non era da ragionatori ma da istintivi, quello che devi essere per fare gol. Avevano però talmente tanta passione per il calcio che conoscevano una marea di giocatori e si informavano su ogni categoria, dote fondamentale per un allenatore".

Sta cambiando la professione dell'allenatore, visto anche l'esempio di Pirlo?
"La gavetta è un bagaglio in più, per essere più pronti in determinate occasioni. Il curriculum da giocatore è comunque importante, aver frequentato certi spogliatoi aiuta tantissimo: servono tutte e due le cose. Nel mio caso, quando andavo a cercare squadra, mi si è sempre imputato di non avere abbastanza esperienza, mentre alcuni giocatori hanno questa possibilità di iniziare subito in categorie importanti".

Lei ha giocato con Liverani. Se lo immaginava tecnico? Le piace il suo calcio?
"A differenza degli Inzaghi, per lui si vedeva che era un allenatore in campo: vedeva il gioco ed insegnava i movimenti. Nel Lecce dell'anno scorso si vedeva proprio l'impronta del suo modo di essere, con la squadra che cercava di dominare l'avversario col possesso palla. A sua immagine e somiglianza".


Quali le sue prospettive professionali?
"I miei obiettivi sono quelli di allenare tra i professionisti, è la categoria in cui riesci ad improntare la tua visione di calcio: abbassandosi di categoria il gioco cambia e non puoi determinare più di tanto".

Rimasto del rammarico dopo l'esperienza al Livorno?
"Ho comunque fatto un bagaglio d'esperienze importante, ho capito sia come fare il secondo che come fare il primo. Quando sono subentrato la situazione era già compromessa e ho provato a far esordire più giovani possibili per la stagione successiva in Lega Pro. Per mia sfortuna Spinelli ha venduto e i nuovi acquirenti hanno preferito prendere altre strade. L'esperienza è comunque stata positiva, l'approccio ai giocatori mi ha dato tanto".

Che ricordo ha di Lotito?
"Per me era il primo anno alla Lazio, come per lui da presidente. Era molto entusiasta della situazione, ricordo che ci veniva a parlare per un'ora di fila prima delle partite, a volte anche non capendo il momento perché non aveva esperienza. Negli anni sicuramente è migliorato, e si vede dai grandi risultati della Lazio. I risultati li ha avuti, Roma è una città grande ed importante, perciò a qualcuno andrà a genio e a qualcun altro no, ma è così. Non si può piacere a tutti".

Deluso dalla Serie A del Brescia la scorsa stagione?
"Sì. Secondo il mio punto di vista la squadra non è stata allestita per giocarsela in Serie A. Aveva uno dei migliori reparti d'attacco tra chi lottava per non retrocedere, con Balotelli, Donnarumma, Torregrossa e Matri, però a centrocampo e in difesa non c'era gente esperta per una categoria importante come la Serie A. Piuttosto, era meglio un attaccante in meno. Tonali lo scorso anno ha fatto la differenza e quest'anno si sta ritagliando i propri spazi nel Milan: deve migliorare perché è ancora giovane, e sta vestendo una casacca importante. Lo vedo comunque sulla buona strada".