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Il peso della celebrità e il tormento che Cristiano Ronaldo prova da quando è diventato CR7. Cherubini e una frase da grande dirigente sul portoghese che continuerà a sentirsi più importante di ogni club. Anche dello UnitedTUTTO mercato WEB
domenica 12 settembre 2021, 08:10Editoriale
di Marco Conterio

Il peso della celebrità e il tormento che Cristiano Ronaldo prova da quando è diventato CR7. Cherubini e una frase da grande dirigente sul portoghese che continuerà a sentirsi più importante di ogni club. Anche dello United

Nato a Firenze il 5 maggio del 1985, è caporedattore di Tuttomercatoweb.com. Inviato all'Europeo vinto dall'Italia a Wembley, segue da vicino la Juventus in Champions e si occupa di calciomercato.
Al Parque de Nacoes, dove viveva la famiglia di Cristiano Ronaldo, il Fenomeno portoghese perse le staffe dodici anni fa. Si scagliò , scrissero allora i quotidiani lusitani, contro l'auto di un fotografo che lo stava pedinando da giorni e la prese a calci, rompendo il vetro e ferendo involontariamente anche una ragazza di diciassette anni. Parlò di "turbamento, angoscia", disse di sentirsi "perseguitato". Lui e la sua famiglia. "Quando si tratta solo di me, cerco di rimanere indifferente. Ma quando viene coinvolta mia madre... mi scuso, ma non posso permettere che nessuno, ripeto, nessuno possa disturbarla". Dodici anni dopo, pochi giorni prima dell'esordio che è andato oggi in scena in Premier League, dove certi amori non finiscono, o forse solo certe storie di convenienza per entrambi, Cristiano Ronaldo è tornato a parlare. Di privacy e di libertà.

DA MINA A JK ROWLING: IL PESO DELLA FAMA Quarant'anni fa, in Versilia, Mina disse addio alle scene. Lo fece perché esasperata, per aver concesso ogni suo sospiro e respiro alla vita pubblica. Il 23 agosto 1978si presentò sul palcoscenico della Bussola di Marina di Pietrasanta per un'ultima volta. "Sono stanca di essere braccata dalla stampa e dai fotografi, voglio essere me stessa, mi prometto di scomparire per sempre". E così farà, letteralmente. Addio alla privacy è uno scotto che il mondo fa pagare ai personaggi celebri, che siano attori come Hugh Grant che ha portato avanti una campagna per combattere l'invadenza dei paparazzi, o scrittori come la madre di Harry Potter. Un tabloid ha svelato de facto il suo indirizzo di casa e da quel momento J.K.Rowling ha finito di vivere, e scrivere, in pace.

"ESSERE CRISTIANO RONALDO E' NOIOSO" Quel che dice Cristiano Ronaldo da Funchal distona col personaggio, con l'uomo che più d'ogni altro, arrivando a superare anche David Beckham, ha trasformato il suo nome e il suo cognome in un brand globale. "Essere me stesso è noioso. Quando inizia, è fantastico. Sei famoso, sei un giocatore fantastico, vinci trofei, fai gol, sei in prima pagina sui giornali, in televisione. Ma dopo molti anni, guardi la vita in un modo diverso. Hai una ragazza, hai figli, vuoi un po' di privacy e non c'è più privacy. La mia privacy è andata", ha detto al Daily Mail. Ha ragione Cristiano a pianger tardive lacrime amare?


DA TOTTI AI GIOCATORI DEL NAPOLI Ognuno col suo metro, con la sua misura, ma le storie di libertà vigilata, o limitata, non mancano anche nel mondo del calcio nostrano. Francesco Totti che oggi gira Roma con la mascherina e il cappuccio, lontano dagli sguardi indiscreti e dagli abbracci continui, è un paradossale esempio di libertà assoluta. Il suo racconto dello Scudetto festeggiato "tra sei milioni di persone in giro per Roma in motorino col casco e con la sciarpa per non farmi riconoscere" ne è l'istantanea migliore. Nascondersi per cercare la vera essenza della gioia. Alcuni giocatori del Napoli hanno lamentato l'impossibilità di camminare liberi con le famiglie per le strade della città. Per altri non è mai stato un peso. Però su Cristiano Ronaldo la storia è ben diversa.

STAR PLANETARIA Siamo ben oltre i quindici minuti di fama di Andy Warhol e pure anche oltre il traslitterato 'parlatene bene, parlatene male, ma parlatene' nato da una celebre citazione di Oscar Wilde. Per Cristiano Ronaldo c'è un'ossessione globale che lui stesso ha contribuito a creare. La notorietà è questa, ieri, oggi e domani: tutti vogliono un piccolo pezzo della tua vita, della tua storia. Vogliono sentirsi parte di quel che sei per sentirsi, anche loro, un po' Cristiano Ronaldo. Ying o Yang, bianco o nero. Lamentarsene ma scegliere il Manchester United, pretendendo il numero che rappresenta il brand multimilionario che sei, distona. L'ossessione del proprio personaggio è quello che di Cristiano Ronaldo non è mai piaciuto a molti. L'apparenza e l'estetica, portata all'estremo, perché indietro non si torna e allora avanti march, sopra tutto e sopra tutti. Cristiano è probabilmente il più grande atleta d'ogni tempo in quanto ad attitudine all'allenamento, alla preparazione, alla volontà di migliorarsi e di superare i limiti. Un modello che merita solo ammirazione ma l'analisi del personaggio non può prescindere dall'aura di perfezione e distacco che si è creato con le proprie mani, più che con le proprie giocate, allontanandolo dall'uomo della strada e del campetto.

OSSESSIONE CR7 Per questo per lui, più che attenzione, c'è ossessione. Per questo, uscendo dalla banale retorica, è inevitabile che non esista privacy. Che la vita privata sia solo un lontano e rimpianto ricordo. Scegliendo Manchester, il 7, il rosso, si è rimesso sotto ai riflettori cercando quell'amore che coi tifosi della Juventus forse era rimasto solo perché consci che di campioni così ne passano pochi, nella storia e allora meglio averli che non, pur sentendoli lontani dal cuore, dall'anima. Però ha ragione Federico Cherubini, nuova guida del mercato della Vecchia Signora, che con una frase da grande dirigente ha detto che "non c'è nessun giocatore più importante della squadra". Ronaldo così si è sentito e allora pure questo distona con uno sfogo pure umano e legittimo. Ma è un prezzo amaro ma vero da pagare sull'altare della celebrità e dei milioni. L'ha scelto Ronaldo e tornare indietro adesso è solo una chimera. A meno di non dire basta oppure di andare là, dove il calcio non è la priorità. Di scegliere d'esser lentamente dimenticato. Ma non è cosa da Cristiano Ronaldo, nonostante questa rabbia, questa insofferenza, questo malessere nei confronti di uno specchio all'apparenza perfetto, arrivi da lontano.