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Cairo aveva dubbi e Scaroni protesta: la Serie A riparte, ma non tutti sono contenti
“Avevo dei dubbi”. E forse Urbano Cairo li ha ancora, ma il presidente del Torino assicura: manderà i suoi ragazzi in campo, motivandoli al meglio. Anche perché, visto che si gioca, i granata corrono per la salvezza e non possono dimenticarlo. In un mare di giubilo collettivo, le dichiarazioni del patron del Toro suonano quasi un “obbedisco” di garibaldiniana memoria. Ma non è l’unico ad avere avuto, o avere ancora oggi, qualche dubbio.
La Serie A riparte e c’è già il primo scontento. Tra gli Evviva! e gli Urrà!, ci sono anche le parole di Paolo Scaroni, presidente del Milan. Di ben altro segno. Il numero uno rossonero mette nel mirino la ripartenza della Coppa Italia, che il governo ha richiesto avvenga il 13 giugno e comunque prima del campionato. “Troviamo discutibile - spiega Scaroni - assegnare un trofeo importante come la Coppa Italia con due partite in tre giorni e con le squadre in campo dopo oltre tre mesi di fermo".
Per il Milan è fondamentale. Non è questione di bacheca: quella del Diavolo ha fin troppe Champions per curarsi della coppa nazionale. No, in ballo c’è l’accesso all’Europa League: complicata (ma punti alla mano non impossibile) attraverso il campionato, raggiungibile anche attraverso le porte della Coppa Italia. Di mezzo, a essere onesti, c’è anche la Juventus, che nella semifinale di andata ha pareggiato 1-1 a San Siro e sarà un ostacolo molto tosto da superare. A maggior ragione ripartendo arrugginiti dopo tre mesi: il club milanese non vuole giocarsi così un’occasione tanto importante per il suo futuro. Buttandola sul ridere, si potrebbe suggerire al presidente Scaroni che, in un certo senso, Juventus-Milan è un ottimo antipasto per (ri)aprire la stagione. È successo per anni, col trofeo Berlusconi. Altri tempi, ma un po’ ci assomiglierebbe.
La Serie A riparte e c’è già il primo scontento. Tra gli Evviva! e gli Urrà!, ci sono anche le parole di Paolo Scaroni, presidente del Milan. Di ben altro segno. Il numero uno rossonero mette nel mirino la ripartenza della Coppa Italia, che il governo ha richiesto avvenga il 13 giugno e comunque prima del campionato. “Troviamo discutibile - spiega Scaroni - assegnare un trofeo importante come la Coppa Italia con due partite in tre giorni e con le squadre in campo dopo oltre tre mesi di fermo".
Per il Milan è fondamentale. Non è questione di bacheca: quella del Diavolo ha fin troppe Champions per curarsi della coppa nazionale. No, in ballo c’è l’accesso all’Europa League: complicata (ma punti alla mano non impossibile) attraverso il campionato, raggiungibile anche attraverso le porte della Coppa Italia. Di mezzo, a essere onesti, c’è anche la Juventus, che nella semifinale di andata ha pareggiato 1-1 a San Siro e sarà un ostacolo molto tosto da superare. A maggior ragione ripartendo arrugginiti dopo tre mesi: il club milanese non vuole giocarsi così un’occasione tanto importante per il suo futuro. Buttandola sul ridere, si potrebbe suggerire al presidente Scaroni che, in un certo senso, Juventus-Milan è un ottimo antipasto per (ri)aprire la stagione. È successo per anni, col trofeo Berlusconi. Altri tempi, ma un po’ ci assomiglierebbe.
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