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Valcareggi: "Il 5 giugno e la vittoria con la monetina. Ricordo il volto di Facchetti euforico"
Il 5 giugno 1968 l'Italia guadagnava la finale degli Europei battendo l'Urss alla... monetina. Dopo lo 0-0 anche al termine dei tempi supplementari il regolamento prevedeva che tutto fosse deciso dal lancio della monetina. Furio Valcareggi, figlio di Ferruccio ct di quella Nazionale, ci ha raccontato l'emozione e la tensione di quel momento. "Io ero giovane ed ero a Napoli perchè ho sempre seguito mio padre - dice a Tuttomercatoweb.com - mi ricordo il San Paolo con i suoi colori e il suo calore. C'era il mitico Jascin, un gigante in porta per l'Unione Sovietica. L'Urss era un colosso perchè all'epoca non era frazionata come adesso tra Georgia e Ucraina. Era un'armata fortissima. Fu una partita senza reti e si arrivò quindi alla soluzione della monetina, fatto inedito per tutti. Ma le operazioni non venivano svolte in campo bensì nello spogliatoio, con l'arbitro insieme ai due capitani. C'era questa grande ansia dell'attesa, c'era una paura fottuta da parte di tutti. Mi precipitai subito giù, era difficile scendere negli spogliatoi ma alla fine passando due-tre barriere ce l'ho fatta. E vidi in quel momento uscire Facchetti contentissimo con un sorriso a... cinquantotto denti che stava correndo di nuovo in campo. Capii che avevamo vinto. E' un ricordo bello, avemmo fortuna dopo una partita in cui nessuno meritava di vincere. La moneta è una soluzione ma i rigori sono più da sportivi. Mi ricordo soprattutto la faccia di Giacinto, euforico. E' stato il capitano azzurro per tutto il periodo di mio padre ct. Avremmo poi vinto l'Europeo, l'unico finora. In finale ci meritammo di essere campioni".
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