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Ecco i cinque cambi. Soluzione per l'emergenza o prove generali per il futuro?
Cinque cambi al posto di tre. La ripresa della Serie A è un passo verso un futuro al quale il calcio, a livello globale, stava già lavorando da tempo. Ma andiamo con ordine: nella giornata appena conclusa, la FIGC ha ufficializzato una vera e propria svolta epocale per i campionati di Serie A e Serie B. I tre cambi a squadra diventano cinque, per affrontare il tour de force che ci aspetta al ritorno delle squadre dopo l’emergenza Coronavirus. Una scelta condivisa con la FIFA e soprattutto l’IFAB, e che non riguarda solo il calcio italiano: la Bundesliga è già ripartita con queste regole, la Premier e la Liga faranno altrettanto.
Come funziona? Cambiano le sostituzioni, non i tempi. Ogni allenatore avrà a disposizione cinque cambi nei 90 minuti (sei in Coppa Italia in caso di supplementari), ma gli slot per effettuarli resteranno tre. Sarà necessario quindi fare dei cambi multipli, per sfruttare appieno le potenzialità di questa svolta. È prevedibile che a beneficiarne, dato che la modifica è arrivata a campionato in corso, saranno le squadre con rose più ampie: la Juventus, per capirsi, ha una panchina più lunga e variegata rispetto alla Lazio e questo sarà un fattore. A proposito di panchina: in Premier League è stato necessario ampliarla, in Serie A no perché i nostri tecnici avevano già la possibilità di portare più riserve delle sette possibili fino a qualche tempo fa.
Prove generali per il futuro? La premessa, come detto, è che la svolta è arrivata per far fronte all’emergenza. E non convince tutti: la UEFA (che già aveva ampliato a quattro i cambi in caso di supplementari) è scettica e difficilmente seguirà questa strada per Champions ed Europa League (avremo certezze solo il 17 giugno, giorno del comitato esecutivo a Nyon). È altrettanto vero, però, che di questa proposta si discuteva da tanto tempo. In Italia c’è già chi la usa: in Serie C i cinque cambi sono già realtà. E (quasi) tutti sono soddisfatti delle possibilità che offrono. Cambiare la partita diventa più semplice per un allenatore, e nel finale si sfidano due squadre più “vive” atleticamente. Oggi la sperimentiamo per l’attualità. Ma non è escluso che in futuro possa diventare un’abitudine.
Come funziona? Cambiano le sostituzioni, non i tempi. Ogni allenatore avrà a disposizione cinque cambi nei 90 minuti (sei in Coppa Italia in caso di supplementari), ma gli slot per effettuarli resteranno tre. Sarà necessario quindi fare dei cambi multipli, per sfruttare appieno le potenzialità di questa svolta. È prevedibile che a beneficiarne, dato che la modifica è arrivata a campionato in corso, saranno le squadre con rose più ampie: la Juventus, per capirsi, ha una panchina più lunga e variegata rispetto alla Lazio e questo sarà un fattore. A proposito di panchina: in Premier League è stato necessario ampliarla, in Serie A no perché i nostri tecnici avevano già la possibilità di portare più riserve delle sette possibili fino a qualche tempo fa.
Prove generali per il futuro? La premessa, come detto, è che la svolta è arrivata per far fronte all’emergenza. E non convince tutti: la UEFA (che già aveva ampliato a quattro i cambi in caso di supplementari) è scettica e difficilmente seguirà questa strada per Champions ed Europa League (avremo certezze solo il 17 giugno, giorno del comitato esecutivo a Nyon). È altrettanto vero, però, che di questa proposta si discuteva da tanto tempo. In Italia c’è già chi la usa: in Serie C i cinque cambi sono già realtà. E (quasi) tutti sono soddisfatti delle possibilità che offrono. Cambiare la partita diventa più semplice per un allenatore, e nel finale si sfidano due squadre più “vive” atleticamente. Oggi la sperimentiamo per l’attualità. Ma non è escluso che in futuro possa diventare un’abitudine.
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