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Claudio Nassi: Baresi e CerrutiTUTTO mercato WEB
© foto di Stefano Porta/PhotoViews
giovedì 2 luglio 2020, 07:19Altre Notizie
di Redazione TMW

Claudio Nassi: Baresi e Cerruti

Boniperti era solito dire: "Quando si parla di calcio sono d'accordo su tutto, ma non su Zidane". Rispondevo: "Presidente, per che cosa pensa sia ricordato come calciatore? Per le 444 partite nella Juventus e i 178 gol. Metà segnati da centravanti e metà da regista. Zidane in 210 partite ha dalla sua 31 reti e 27 assist. La "rosea" mise a confronto tre numeri 10: Sivori, Platini e Zidane. Le cifre parlavano di 251 partite e 167 gol per il primo e 234 e 104 per il secondo". Non poteva non ricredersi. Se non hai il conforto dei numeri, certi calciatori, belli da vedere, sei portato a sopravvalutarli. Nel '90 ho confezionato l'annuario tecnico-statistico Tuttocalcio, perché si capisse che le partite si vincono segnando. Non esiste altro modo. Quindi il gol è de-ter-mi-nan-te.

Questo non fa dimenticare che ci sono altri calciatori importanti. Non è vero che gol salvato è spesso uguale a gol segnato? Pelé è ricordato per averne realizzati 1.281 in 1.368 partite. E, giustamente, è il numero uno. Ma Franco Baresi, che rimane il difensore più forte al mondo in chiusura, in 719 quanti ne avrà salvati? Viene da sorridere per la 19° posizione nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer, o la 17° nell'UEFA Golden Jubilee Poll. Esordisce nel '78 a 18 anni. A Verona Nils Liedholm non esita a sostituire un libero di provata esperienza come Turone per fargli posto. Alla fine del torneo arriva il decimo scudetto e Rivera convince i dirigenti ad accordare anche a Baresi il premio di 50 milioni. Sandro Vitali, D.S. dei più preparati, era solito dire che con Baresi il Milan giocava in 12, perché oltre al libero aveva un centrocampista aggiunto. Eppure non ha vinto il Pallone d'Oro, al contrario di Sammer. Senza contare Cannavaro, uno che potrebbe portargli la valigia.


Ho scritto in passato di Baresi che, confortato dai numeri, ritengo il più forte calciatore del Belpaese, ma stavolta c'è una ragione particolare: sono riuscito ad avere la maglia. L'avevo chiesta in passato a Ramaccioni, ma era come strappargli il cuore. Ci ha pensato un amico di Florentino Perez e Cesar Menotti, oltre che mio, Alberto Cerruti, gentiluomo di antico stampo e giornalista di vaglia. Sono selettivo. Ne ho solo otto. Alla fine viene il dubbio di aver dimenticato, nella personale classifica, Valentino Mazzola, per due motivi: il primo perché quando Boniperti parlava di Mazzola era uguale a Keizer quando nominava Cruyff. Non c'era uno più grande e lo diceva chi odiava i granata. L'altro era Tony Giammarinaro, giovane riserva del Grande Torino e compagno di squadra a Pescara. Racconta di un alieno, cose da fantascienza.