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Le coppe per cancellare il campionato: ora sotto con le conferme. E gli svincolati che invece la conferma non l’hanno avuta?TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 22 ottobre 2020, 08:00Editoriale
di Luca Marchetti

Le coppe per cancellare il campionato: ora sotto con le conferme. E gli svincolati che invece la conferma non l’hanno avuta?

La tre giorni di coppa ci da sempre grandi spunti di riflessione. Aspettando l’Europa League di questa sera, dove attendiamo risposte di Milan e Napoli soprattutto visto quello che stanno facendo in campionato (e naturalmente dei passi in avanti anche della Roma), analizziamo chi ha giocato in Champions.
Fondamentalmente tutti cercavano un riscatto.
Lo ha avuto soltanto parzialmente l’Inter che poteva vincere contro il Borussia Moenchegladbach e che invece si è ritrovata ad acciuffare il risultato. E lo ha fatto con grande carattere, addirittura andando a sfiorare con Kolarov la vittoria. Se Conte si aspettava una risposta caratteriale, dai suoi ragazzi, l’ha avuta. Di sicuro deve trovare però un maggior equilibrio. E’ l’unica delle italiane a non aver vinto e a non essersi completamente riscattata dopo il campionato. Ma la costruzione di una squadra passa anche da questo. Aver avuto la forza di non perdere è fondamentale. E anche un pareggio può essere salutato come una vittoria. Soprattutto in Champions.
Pensate allora che gioia l’Atalanta che riprende la sua corsa. Quasi che Napoli fosse un incidente di percorso. Si è rimessa in moto la Gasperini band. E i fantasmi della partita contro il Napoli sono stati presi letteralmente a calci.
Ha risposto in maniera superpositiva la Juventus. Intanto vincere in CHampions alla prima da fiducia. L’avversario non era impossibile ma andare a vincere da esordienti fuori casa e senza CR7 non è banale né tantomeno scontato. La Juve si è disegnata in campo molto vicina a quelle che sono le idee di PIrlo della tesi. Senza CR7 (e Dybala) abbiamo visto il progetto a cui potrebbe tendere il nuovo allenatore bianconero. E abbiamo visto anche a cosa serve Morata (e Chiesa). Entrambi protagonisti, con ruoli e tempi diversi. Ma certamente positivi. Ora su questo spartito fatto di bella gioventù andranno inseriti gli altri protagonisti. Da Dybala (prima che diventi un caso) appena sarà ristabilito al 100% al re CR7. Non sarà semplice, come non è stato per nessuno, ma Pirlo ha il vantaggio di parlare la loro stessa lingua. E quindi magari di essere più capito.
Una grande reazione ha avuto anche la Lazio. Immobile ha sfidato e vinto contro il suo passato. La Lazio ha ritrovato quella fame e quella unità che finora in campionato le era mancata. Essersi ritrovati contro la più forte porta una serie di vantaggi non indifferenti. La consapevolezza innanzi tutto. Dopo la sconfitta con la Samp più di una bocca aveva cominciato a storcersi... Ora i sorrisi sono tornati: ci vuole ancora un po’ per guarire del tutto. Ma il banco di prova più importante è stato superato. Ma sarà comunque una Champions strana, come strani sono alcuni risultati in tempo di Covid e strane alcune dinamiche di mercato.
Tanti giocatori per esempio sono ancora senza squadra. E’ quasi un paradosso ma rimanere a parametro zero non è detto sia un vantaggio per i giocatori. Perché se nell’estate del Covid anche uno come Cavani (certamente a causa delle richieste economiche, non del valore) ha faticato a trovare squadra, accasandosi solo gli ultimi giorni di mercato, figuriamoci gli altri. E se andate a guardare la lista i nomi che ci sono sono decisamente importanti. Da Wilshere a Garay, da Pato a Mandzukic. Passando per gli italianissimi Balotelli, Bertolacci, Borini (tutti 30enni o poco meno). Per non parlare di Pazzini o di José Mauri. Senza squadra. Al 20 ottobre.
Vero che il campionato è appena iniziato. Ma il mercato invernale eccolo: ci sarà da aspettare poco per eventualmente rimettere a posto la squadra. E quindi il vantaggio di essere svincolati potrebbe non bastare.
Anche questo è una conseguenza del Covid. Dei conti che non tornano. Della necessità di stare attenti a tutto. E che alla fine qualcuno ci rimane male.