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Pelè dice 80 - I suoi eredi: dal ghanese Adu allo sfortunato Dener
Il simbolo del fallimento degli eredi di Pelè non è nemmeno brasiliano. Però il colore della pelle e la precocità è la stessa, perché Freddy Adu da Accra si trasferisce a Washington all'età di 8 anni e, come Alphonso Davies in tempi recentissimi, diventa subito uno dei wonderkid più conosciuti al mondo, tanto che a 13 anni firma un contratto da un milione di dollari annui con la Nike, più 500 mila euro dalla Lega Americana, diventandone il giocatore più pagato. Infine lo stesso Pelè fa uno spot pubblicitario con lui: com'è finita non lo sa nessuno, visto che è in seconda divisione svedese, a 31 anni, con l'Osterlen.
Poi ci sono i talenti di Vila Belmiro, in particolare Robinho e Neymar. Calciatori entrambi cresciuti nel Santos e poi accomunati al talento di Pelè, ma con caratteristiche leggermente diverse. Grande fantasia per tutti, ma meno fisici rispetto a un centravanti, hanno comunque vissuto due ottime vite calcistiche: breve quella di Robinho, almeno fino al primo anno di Milan tra altissimi e bassi, poi solo i secondi. Invece Neymar è nella fase migliore della sua carriera da talento sfavillante qual è tutt'ora.
Il più vicino ad andarci vicino è stato Zico, il Pelè bianco, forse oscurato in parte dalla contemporaneità di Diego Armando Maradona, esplosivamente destinato a raccogliere le prime pagine dei giornali, più del suo alter ego brasiliano dell'epoca. E infine c'è il più sfortunato, Dener: funambolico attaccante di Portuguesa, Gremio e Vasco da Gama, morì in un incidente stradale a ventitrè anni, in anticipo sul Mondiale 1994 negli Stati Uniti, andando contro un albero con la Mitsubishi Eclipse guidata da un amico.
In realtà Pelè ha incoronato il proprio successore. Kilyan Mbappé, autore di una rete in finale Mondiale da teenager, proprio come lui in Svezia nel 1958, quando aveva 18 anni.
Poi ci sono i talenti di Vila Belmiro, in particolare Robinho e Neymar. Calciatori entrambi cresciuti nel Santos e poi accomunati al talento di Pelè, ma con caratteristiche leggermente diverse. Grande fantasia per tutti, ma meno fisici rispetto a un centravanti, hanno comunque vissuto due ottime vite calcistiche: breve quella di Robinho, almeno fino al primo anno di Milan tra altissimi e bassi, poi solo i secondi. Invece Neymar è nella fase migliore della sua carriera da talento sfavillante qual è tutt'ora.
Il più vicino ad andarci vicino è stato Zico, il Pelè bianco, forse oscurato in parte dalla contemporaneità di Diego Armando Maradona, esplosivamente destinato a raccogliere le prime pagine dei giornali, più del suo alter ego brasiliano dell'epoca. E infine c'è il più sfortunato, Dener: funambolico attaccante di Portuguesa, Gremio e Vasco da Gama, morì in un incidente stradale a ventitrè anni, in anticipo sul Mondiale 1994 negli Stati Uniti, andando contro un albero con la Mitsubishi Eclipse guidata da un amico.
In realtà Pelè ha incoronato il proprio successore. Kilyan Mbappé, autore di una rete in finale Mondiale da teenager, proprio come lui in Svezia nel 1958, quando aveva 18 anni.
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