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Juve-Milan -1: chi rischia di più tra Pirlo e Pioli?
titoli estivi rischiano di essere una croce per gli allenatori, anche per i più scafati. Figuriamoci per chi è alle prime armi, doveva iniziare con l’Under23 e invece è stato promosso, molto in anticipo sul proprio stupore, a tecnico della prima squadra nove volte campione (di fila) in Italia. Andrea Pirlo e Stefano Pioli hanno vissuto un anno sulle montagne russe, per questioni opposte.
PIRLOLANDIA - Non è mai nata e probabilmente stenta ancora a esistere, perché negli ultimi mesi la carretta ha avuto le ruote sgonfie, con un contraccolpo esagerato derivante dall’ennesima eliminazione in Champions League non contro la corazzata di turno, Manchester City o Real Madrid per dirne due, bensì da un Porto che ha francamente opposto poca resistenza nel resto della competizione. Buona squadra, costruita più per cercare (e trovare) plusvalenze che non per provare ad arrivare ai quarti di finale di Champions League, figuriamoci vincerla. Così Pirlo è finito sul banco degli imputati e una sconfitta domani sera rischia di metterlo ko: anche perché poi ci sarà l’Inter, fra una settimana, e Conte non è intenzionato a fare sconti.
DALL’INFERNO AL PARADISO - Poi c’è Pioli che prima del lockdown aveva un immenso mirino sulla schiena, con Ralf Rangnick pronto a prenderne il posto senza colpo ferire. Invece la stagione del tecnico è stata ottima, tra la scorsa estate e questa è stato il più presente in cima alla classifica. Purtroppo non basta per alzare trofei e arrogarsi titoli, anche se la sensazione è quella di un’Inter 2: inizio traballante, un periodo strabiliante, finale così così. C’è tempo per riscattarsi e domani è una necessità, più che altro perché la prossima qualificazione in Champions League rischia di scivolare dalle mani. E con questa anche la conferma.
PIRLOLANDIA - Non è mai nata e probabilmente stenta ancora a esistere, perché negli ultimi mesi la carretta ha avuto le ruote sgonfie, con un contraccolpo esagerato derivante dall’ennesima eliminazione in Champions League non contro la corazzata di turno, Manchester City o Real Madrid per dirne due, bensì da un Porto che ha francamente opposto poca resistenza nel resto della competizione. Buona squadra, costruita più per cercare (e trovare) plusvalenze che non per provare ad arrivare ai quarti di finale di Champions League, figuriamoci vincerla. Così Pirlo è finito sul banco degli imputati e una sconfitta domani sera rischia di metterlo ko: anche perché poi ci sarà l’Inter, fra una settimana, e Conte non è intenzionato a fare sconti.
DALL’INFERNO AL PARADISO - Poi c’è Pioli che prima del lockdown aveva un immenso mirino sulla schiena, con Ralf Rangnick pronto a prenderne il posto senza colpo ferire. Invece la stagione del tecnico è stata ottima, tra la scorsa estate e questa è stato il più presente in cima alla classifica. Purtroppo non basta per alzare trofei e arrogarsi titoli, anche se la sensazione è quella di un’Inter 2: inizio traballante, un periodo strabiliante, finale così così. C’è tempo per riscattarsi e domani è una necessità, più che altro perché la prossima qualificazione in Champions League rischia di scivolare dalle mani. E con questa anche la conferma.
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