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UEFA vs ribelli Superlega, uno scontro da evitare per il bene di tutti
Ci sono duelli che andrebbero scongiurati. Da giorni stiamo assistendo ad un braccio di ferro tra l’UEFA, nelle mani del potente Ceferin, e i tre club che difendono a spada tratta il progetto Superlega, ovvero Juventus, Real Madrid e Barcellona. C’è chi difende l’integrità del gioco e minaccia sanzioni pesanti (due anni senza gare in Europa) e chi vuole aprire, immediatamente, un dialogo per trovare una soluzione, evidenziando come il sistema calcio sia al collasso. In mezzo milioni di tifosi che si interrogano su chi abbia ragione. In realtà, osservando le forze in campo e le rispettive posizioni, non è così semplice schierarsi da un lato o dall’altro della diatriba.
L’UEFA vuole evitare il decadimento del mondo calcio come siamo soliti conoscerlo. Crede nelle pari opportunità (o almeno nell’illusione che ne deriva) e non può permettersi il lusso di perdere il comando delle operazioni. Ceferin è conscio dell’importanza dei grandi club ma non intende diventarne schiavo. Dall’altra parte, le tre società ribelle sono convinte che sia necessario cambiare le regole del sistema, per evitare che i debiti distruggano il giocattolo.
Gravina, presidente della FIGC, si è espresso in maniera chiara: servono regole chiare e anche un bel po’ di mediazione. Ecco, il termine corretto da usare è mediazione. Un duello all’ultimo sangue o all’ultimo grado della magistratura non farebbe bene a nessuno. Che senso avrebbero Champions League ed Europa League senza Real Madrid, Barcellona e Juventus? Parliamo di tre club che smuovono l’interesse di milioni di tifosi e di altrettanti che vivono per odiale. Con tutto il rispetto, non sarebbe più la Coppa dei Campioni senza il club (Real Madrid) che l’ha vinta più volte, no? D’altro canto, le tre società ribelle non possono certo pensare di dar vita ad un Superlega composto da tre soli elementi… Insomma, calma a gesso…
Ma c’è una via d’uscita comune? Sì, a patto che tutte le parti in causa siano disposte a rimetterci qualcosa… Credo che alcuni top club vadano “tutelati” in maniera particolare. Una sorta di privilegio dovuto al proprio rango di società traino dell’intero mondo calcistico. Qualcuno ha ipotizzato l’idea di wild card in stile tennis. Un “bonus” da utilizzare quando i risultati nel proprio campionato di riferimento non garantiscono il pass per l’Europa. L’esempio viene naturale: la Juventus, quest’anno, potrebbe restare fuori dalla Champions League. Potrebbe rientrare con una wild card, magari disputando dei preliminari. Un favore, magari uno ogni quattro anni, da concedere solo a determinati top club…
Alternative? Più soldi alle società più prestigiose ma, onestamente, di soldi non sembrano essercene molti in circolazione. Ci sono più sanzioni che soldi da elargire…
Onestamente ritengo che qualcosa sia necessario fare e anche in fretta… La pandemia ha accelerato una caduta agli inferi iniziata decenni orsono, quando ognuno spendeva cifre iperboliche senza curarsi del domani. Il domani è arrivato e ha presentato il conto. Il calcio è il gioco di tutti ma non tutti i club sono uguali. Se, invece, si vuole perseguire la strada del “siamo tutti uguali e abbiamo tutti gli stessi diretti”, credo proprio che il sistema calcio non durerà ancor per lungo, anche senza il progetto Superlega… Ovviamente, sono solo sensazioni di un tifoso cresciuto quando solo i campioni delle rispettive nazionali disputavano l’allora Coppa dei Campioni…
L’UEFA vuole evitare il decadimento del mondo calcio come siamo soliti conoscerlo. Crede nelle pari opportunità (o almeno nell’illusione che ne deriva) e non può permettersi il lusso di perdere il comando delle operazioni. Ceferin è conscio dell’importanza dei grandi club ma non intende diventarne schiavo. Dall’altra parte, le tre società ribelle sono convinte che sia necessario cambiare le regole del sistema, per evitare che i debiti distruggano il giocattolo.
Gravina, presidente della FIGC, si è espresso in maniera chiara: servono regole chiare e anche un bel po’ di mediazione. Ecco, il termine corretto da usare è mediazione. Un duello all’ultimo sangue o all’ultimo grado della magistratura non farebbe bene a nessuno. Che senso avrebbero Champions League ed Europa League senza Real Madrid, Barcellona e Juventus? Parliamo di tre club che smuovono l’interesse di milioni di tifosi e di altrettanti che vivono per odiale. Con tutto il rispetto, non sarebbe più la Coppa dei Campioni senza il club (Real Madrid) che l’ha vinta più volte, no? D’altro canto, le tre società ribelle non possono certo pensare di dar vita ad un Superlega composto da tre soli elementi… Insomma, calma a gesso…
Ma c’è una via d’uscita comune? Sì, a patto che tutte le parti in causa siano disposte a rimetterci qualcosa… Credo che alcuni top club vadano “tutelati” in maniera particolare. Una sorta di privilegio dovuto al proprio rango di società traino dell’intero mondo calcistico. Qualcuno ha ipotizzato l’idea di wild card in stile tennis. Un “bonus” da utilizzare quando i risultati nel proprio campionato di riferimento non garantiscono il pass per l’Europa. L’esempio viene naturale: la Juventus, quest’anno, potrebbe restare fuori dalla Champions League. Potrebbe rientrare con una wild card, magari disputando dei preliminari. Un favore, magari uno ogni quattro anni, da concedere solo a determinati top club…
Alternative? Più soldi alle società più prestigiose ma, onestamente, di soldi non sembrano essercene molti in circolazione. Ci sono più sanzioni che soldi da elargire…
Onestamente ritengo che qualcosa sia necessario fare e anche in fretta… La pandemia ha accelerato una caduta agli inferi iniziata decenni orsono, quando ognuno spendeva cifre iperboliche senza curarsi del domani. Il domani è arrivato e ha presentato il conto. Il calcio è il gioco di tutti ma non tutti i club sono uguali. Se, invece, si vuole perseguire la strada del “siamo tutti uguali e abbiamo tutti gli stessi diretti”, credo proprio che il sistema calcio non durerà ancor per lungo, anche senza il progetto Superlega… Ovviamente, sono solo sensazioni di un tifoso cresciuto quando solo i campioni delle rispettive nazionali disputavano l’allora Coppa dei Campioni…
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