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Donnarumma e Calhanoglu persi a 0. Il Milan è vittima della sua politica sugli ingaggi
Non sono giorni felici per il Milan. Non avrà fatto certo un bell'effetto ai tifosi rossoneri vedere questa mattina Gianluigi Donnarumma andare presso una clinica di Roma per svolgere le visite mediche per conto del Paris Saint-Germain. I tifosi rossoneri hanno avuto nelle ultime tre settimane tutto il tempo di smaltire la notizia, hanno apprezzato la tempestività della società rossonera che appena finita la stagione ha chiuso per Mike Maignan. Ma intanto, ad andare a Parigi con l'ingaggio che chiedeva (11 milioni a stagione più 2 di bonus) è un portiere che nella fase a gironi dell'Europeo si sta mostrando tra i migliori al mondo. Ha 22 anni, ha già esperienza da veterano ed era per distacco il giocatore col più alto valore nella rosa.
Il Milan non ha voluto (potuto) rilanciare dopo l'offerta da 8 milioni a stagione. Era un segnale al resto dello spogliatoio, ma anche una imposizione della proprietà che sulla politica ingaggi non accetta deroghe. Bisogna abbassare il monte ingaggi, anche a corso di sacrifici dolorosi. E in questa chiave si può spiegare anche un altro addio a parametro zero: Hakan Calhanoglu. Il trequartista turco domani svolgerà le visite mediche con l'Inter. In questo caso, l'offerta del Milan era di 4 milioni di euro netti a stagione e la richiesta del 10 turco non troppo lontana: 4.5 milioni a stagione più bonus.
Anche in questo caso, pur avendo diverse settimane a disposizione, il Milan non ha voluto (potuto) rilanciare e quando a Calhanoglu s'è presentata l'offerta dell'Inter da 5 milioni di euro più bonus è arrivata la seconda 'beffa' nel giro di pochi giorni.
Il Milan da fine campionato in poi ha perso senza incassare un euro due giocatori che - dati transfermarkt - erano anche economicamente tra i più valutati della rosa: 60 milioni Donnarumma, 35 Calhanoglu. Novantacinque milioni di euro 'persi' sull'altare di una politica ingaggi non derogabile. Ne valeva la pena?
Il Milan non ha voluto (potuto) rilanciare dopo l'offerta da 8 milioni a stagione. Era un segnale al resto dello spogliatoio, ma anche una imposizione della proprietà che sulla politica ingaggi non accetta deroghe. Bisogna abbassare il monte ingaggi, anche a corso di sacrifici dolorosi. E in questa chiave si può spiegare anche un altro addio a parametro zero: Hakan Calhanoglu. Il trequartista turco domani svolgerà le visite mediche con l'Inter. In questo caso, l'offerta del Milan era di 4 milioni di euro netti a stagione e la richiesta del 10 turco non troppo lontana: 4.5 milioni a stagione più bonus.
Anche in questo caso, pur avendo diverse settimane a disposizione, il Milan non ha voluto (potuto) rilanciare e quando a Calhanoglu s'è presentata l'offerta dell'Inter da 5 milioni di euro più bonus è arrivata la seconda 'beffa' nel giro di pochi giorni.
Il Milan da fine campionato in poi ha perso senza incassare un euro due giocatori che - dati transfermarkt - erano anche economicamente tra i più valutati della rosa: 60 milioni Donnarumma, 35 Calhanoglu. Novantacinque milioni di euro 'persi' sull'altare di una politica ingaggi non derogabile. Ne valeva la pena?
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