A 10 giorni dall'annuncio poco si sa della Samp femminile. Più chiarezza sarebbe necessaria
Non il miglior biglietto da visita per chi è arrivato subito al vertice, con le stesse modalità utilizzate da altri club negli anni scorsi, per sostituire una realtà che forse non avrà il blasone e la piazza di quella blucerchiata, ma che certo non può essere accusata di mancanza di passione nei confronti del calcio femminile.
Non che ci si aspettasse chissà cosa, ma almeno una conferenza stampa per presentare l'organigramma e il progetto che vorrà portare avanti la Sampdoria in questa avventura al femminile sì. Perché così sembra che una volta acquistato il diritto di giocare in Serie A manchi tutto il resto. E se per la squadra il tempo c'è tutto e nessuno si aspettava che fosse già bella e pronta prima ancora di partite, almeno sul progetto ci si augurava di saperne di più. Questo silenzio assordante non fa bene alla Sampdoria, alla Serie A femminile né tantomeno all'intero movimento che che perso una delle sue più belle realtà – sacrificata sull'altare di un professionismo che non sembra tenere conto della passione, ma solo dei soldi – e si ritrova con un'altra che al momento è poco più che un nome, seppur glorioso.