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Il delirio di Milan-Spezia, la scelta di Dybala (e quella della Juve), l’esordio di Oliveira, l’inaccettabile pareggio dell’Inter, la riscossa del Napoli, la “profezia” su Barak, ulteriori preveggenze. E altre cose a casoTUTTO mercato WEB
martedì 18 gennaio 2022, 12:37Editoriale
di Fabrizio Biasin

Il delirio di Milan-Spezia, la scelta di Dybala (e quella della Juve), l’esordio di Oliveira, l’inaccettabile pareggio dell’Inter, la riscossa del Napoli, la “profezia” su Barak, ulteriori preveggenze. E altre cose a caso

Ecco qui per voi una cattiva e una buona notizia. Partiamo dalla cattiva: tra una settimana c’è la pausa per la Nazionale. La buona: abbiamo ancora qualche giorno di tempo prima della pausa per la Nazionale. Mi sembrava giusto partire dai “fatti”, del resto è sciocco far finta di niente.

Oggi andiamo completamente a caso.

Per dire, ci tengo a dire una cosa a Giovanni G., grande tifoso della Roma e lettore accanito di Tmw. Mi scrive sempre. “Non dici mai nulla della Roma, stronzone”. Ha ragione, sono un po’ monotematico. Ma è che preferisco scrivere cose che conosco (molto poche). Ecco, nel caso specifico una cosa si può dire: ho assistito come molti di voi all’esordio di Sergio Oliveira. Minchia, è buono davvero. Avete presente quando si dice “bisogna dare tempo ai giocatori di capire la Serie A”? Trattasi di boiata che vale solo per le mezze pippe. Sergio Oliveira non lo è (una mezza pippa). Giovà, mi devi una cacio e pepe.

E ancora, ho ascoltato le 25 canzoni di Sanremo 2022. Mi piacevano più quelle di un anno fa (“e ‘sticazzi?”). Ma son buone anche 5 o 6 tra queste (“Embé?”). Vi dico quelle che secondo me rischiano di arrivare in cima alla classifica (“Ma chi te l’ha chiesto? Ma chissenefrega”). In ordine sparso: Dargen D’Amico, Mahmood e Blanco, La rappresentante di lista, Rkomi, ma pure Irama, Masssimo Ranieri, Elisa. E voi direte: ma cosa c’entra? Niente, avete ragione.

Ah, a caso. Dybala. Nella stucchevole diatriba sul rinnovo di Dybala e “io sto col giocatore”, “io con Arrivabene” credo che abbia ragione il club. Cioè, mi spiego. C’era un accordo e ora la Juve ha preso tempo? Può darsi. Ma è anche vero che viviamo nell’era dei giocatori che spingono per andare a scadenza e pretendono aumenti anche quando non se li meritano. E allora è giusto che chi sceglie consapevolmente di tirare la corda, accetti il rischio. E il rischio è quello di passare in un amen da carnefice (“voglio 14 milioni per rinnovare!”) a vittima (“ne riparliamo a marzo”).
Per intenderci, se l’estate scorsa avesse detto “ok, quest’anno ho combinato poco, rinnovo alla stessa cifra” ora avrebbe il suo bel quinquennale da 7 e passa milioni netti a stagione. Ha scelto di temporeggiare e chiedere “di più” come fanno in tanti. E così facendo si è assunto un rischio: quello di dover fare i conti con un dirigente chiamato proprio per sistemare tre anni di cattiva gestione.

Ancora. Sempre Dybala. Molti dicono “andrà all’Inter”. Personalmente non penso sia una soluzione così semplice e neppure così “geniale”. Scegliere di puntare sull’argentino – che è fortissimo, capiamoci – significa impegnare 60 o 70 milioni come minimo tra ingaggio, commissioni e contratto pluriennale. Troppo rischioso anche per un talento come il suo, soprattutto per la recente “discontinuità di rendimento”. Poi oh, per carità, tutto può accadere.

Il mio caro amico Gabriele mi ha consigliato “The Lobster”, un film fuori di testa del 2015 firmato dal regista visionario Yorgos Lanthimos. È una roba senza senso. O forse con troppo senso. E voi direte “E allora?”. E allora niente: son cose a caso.


Sempre l’Inter, ma quella di campo. Ha pareggiato dopo 8 vittorie consecutive e una Supercoppa. A Bergamo poi. “Sono stanchi” e “sono nervosi” e “l’attacco non funziona”. Davvero, c’è chi ha detto/scritto così. Dopo tre mesi di successi. E un pareggio con l’Atalanta, non con l’Ac Fracazzi, l’Atalanta. Alcuni tifosi (“bisogna comprare almeno due attaccanti!”) son fuori di capoccia. Alcune testate, invece, sono solo a caccia di clic. E questo ormai è un brutto vizio.

E ora due markette importanti. La prima: è uscito “Il calcio ha perso” (ed. Mondadori) dei miei amici Franco Vanni e Matteo Spaziante. Non ci sono figure, ma è molto bello lo stesso. Serve ai decerebrati come me per comprendere le moderne faccende del calcio legate ai milioni, alle spese, agli “sbilanci”. Te le spiegano in maniera semplice, sono bravi. E, soprattutto, ora mi devono un caffè.

L’altra marketta. Il 21 gennaio esce “Devastante”, il disco del Pagante e del mio amico Eddy Veerus. Io ho 43 anni e zero capelli, sono un boomer, ma loro mi piacciono assai. E poi lui non se la tira per niente, la qual cosa è assai rara. Ascoltatelo. E sono due caffè offerti.

In questo esatto momento è terminata Milan-Spezia, è successo un disastro e ben lo sapete. L’errore dell’arbitro Serra è imperdonabile, al punto che l’Aia per una volta ha offerto le sue scuse. Dal canto suo lo Spezia ha messo insieme una gran bella prestazione e Thiago Motta, “fu” esonerato, è stato davvero bravo. Sulla questione gol annullato è ammirevole - va sottolineato mille volte - l’atteggiamento di Pioli che non sbraita contro il fischietto (altri al posto suo sarebbero impazziti) e dà delle responsabilità anche ai suoi (“abbiamo sbagliato troppe occasioni”). Davvero un signore.

Abbiamo quasi finito, ultime boiate.
-          Avevo Barak contro in due diversi Fantacalcio. Che vita infame. Barak è buono. Se l’avessi scritto tre anni fa sarei un bravo giornalista, scritto ora non conta una fava. Comunque sì, è buono.
-          Cose che sono capitate sul mercato di gennaio in queste ultime ore: nessuna.
-          Napoli e Fiorentina hanno stravinto le loro partite di ieri ma nessun club ha scritto “ci complimentiamo con Napoli e Fiorentina per aver giocato due bellissime partite, fatte di calcio onesto e spettacolare”. E questo è un vero peccato.
-          Infine scriviamo “Djokovic” perché è il nome del momento ed è un buon modo per rientrare nei motori di ricerca.

Ah, io ve lo dico: si avvicina carnevale e c’è un vergognoso caro-chiacchiere. Ciao.