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Nicola Pietrangeli, il cordoglio di amici e colleghiTUTTO mercato WEB
Oggi alle 08:05Altre Notizie
di Redazione TMW

Nicola Pietrangeli, il cordoglio di amici e colleghi

Nicola Chirinsky Pietrangeli (Tunisi, 11 settembre 1933 – Roma, 1º dicembre 2025) è stato un tennista italiano.
Il tennis italiano piange la scomparsa della sua icona. È morto a 92 anni Nicola Pietrangeli, unico giocatore italiano inserito nella Hall of Fame del tennis mondiale e primo italiano a vincere uno Slam. Riportiamo alcuni messaggi di cordoglio di amici e colleghi: Adriano Panatta ricorda così Nicola Pietrangeli, con cui vinse la Coppa Davis in Cile nel 1976 (Pietrangeli era capitano non giocatore degli Azzurri): "Nicola era mio amico, anche se ci beccavamo ogni tanto, ma era un gioco che facevamo. Lo voglio ricordare con allegria, è stato un personaggio straordinario, oltre a essere un campione assoluto che ha vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere nel periodo in cui giocava. Alla mia nascita lui era un 17enne che giocava al tennis Parioli ed era già una promessa, poi abbiamo fatto un po' il cambio della guardia io e lui - ricorda Panatta a 'Storie Italiane' su Rai1 -. Abbiamo anche giocato insieme, ci siamo divertiti abbiamo fatto le vacanze insieme. Io e Nicola eravamo molto amici" Marino Bartoletti: A 92 anni se ne è andato Nicola Pietrangeli, fondamenta assoluta e imprescindibile della storia del tennis italiano. Unico nostro atleta presente nella Hall of Fame mondiale. Mi auguro che questo sia il momento del dolore, del rispetto e della gratitudine Lorenzo Tosa: È morto Nicola Pietrangeli. Aveva 92 anni. Un fenomeno con la racchetta (lo sarebbe stato anche nel calcio e in almeno due o tre altri sport), competitivo in modo quasi ossessivo, spigoloso, viveur, un almanacco di aneddoti e successi, non simpatico, e forse neppure gli interessava esserlo. Il primo grande del tennis italiano. Il più grande prima dell’avvento di Sinner, alla cui grandezza per carattere forse non si è mai rassegnato fino in fondo. I giornalisti se n’erano accorti e, negli ultimi tempi, lo stuzzicavano alla ricerca di titoli ad effetto contro Sinner nel pieno della Sinner mania. Lui un po’ ci cadeva, un po’ ci giocava, un po’ ci credeva. Pietrangeli ha vinto due Slam a Parigi ed è stato terzo al mondo prima dell’era Open, e nell’immaginario collettivo anche il capitano della “Squadra” che vinse la Davis nel 1976 nel Cile di Pinochet. Comunque la si voglia vedere, un pezzo bello grosso di tennis, sport e costume di questo Paese. Per il tennis un giorno triste. R.i.p. Riccardo Patrese: Ciao Nicola, campione dal talento immenso. Ti ricorderò sempre come un caro amico e, soprattutto, come compagno di squadra delle nostre sfide golfistiche all’ultimo put a Montecarlo con il Principe Ranieri e Bubi. Grazie per i bei momenti trascorsi insieme. Giorgia Meloni: Oggi perdiamo una figura che ha fatto la storia dello sport con straordinario talento e passione. Nicola Pietrangeli è stato un simbolo del tennis italiano, il primo azzurro a vincere uno Slam, inserito nella Hall of Fame mondiale, un campione capace di ispirare diverse generazioni e che ha portato in alto il nome dell’Italia nel mondo. Condoglianze alla sua famiglia, ai tanti tifosi che lo hanno sostenuto nel corso della sua carriera e a chi gli ha voluto bene. Stefano Bonaccini: Ci ha lasciati Nicola Pietrangeli, vera e propria leggenda del tennis italiano, che guidò l’Italia (in campo Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli) alla conquista della prima storica Coppa Davis, in Cile nel 1976 Pochi anni fa presentammo assieme il ritorno della Coppa Davis in Emilia-Romagna. Ciao Nicola, fai buon viaggio e risposa, se puoi. Fulvio Giuliani: Oggi un ragazzo, un giovane, un trentenne fanno fatica a capire cosa abbia rappresentato Nicola Pietrangeli non solo per il tennis e lo sport italiani, ma per il nostro costume. Abbagliati dall’era d’oro di Jannik Sinner e dell’incredibile nidiata di campioni che ci ha portati a dominare la scena mondiale, forse qualcuno stenterà a credere che per una lunga stagione fummo messi sulla cartina geografica del tennis globale grazie a questo elegante ragazzo pronto a imbucarsi nella vita e nei migliori salotti europei e mondiali con la naturalezza di chi è nato “di classe”. Pur senza averne i mezzi. Nicola Pietrangeli è stato un fenomenale giocatore di tennis, ma anche un interprete sublime dell’arte di vivere. E vivere bene. In tempi in cui lo sport professionistico era ancora una chimera, si guadagnava pochino anche ai vertici mondiali e se vincevi due volte il Roland Garros e facevi semifinale a Wimbledon. Il nostro numero uno era di casa nell’epoca più glamour di Montecarlo - dove lo è rimasto sino agli ultimi giorni della sua vita - trattato come il figlio di una nobile casata europea. Ascoltare i racconti delle sue intemerate in coppia con l’amica di un’intera esistenza Lea Pericoli era irresistibile. Non avevano un quattrino e vivevano da nababbi, grazie alle racchette, al talento, alla fantasia e a una buona dose di faccia tosta. Nicola Pietrangeli ha vissuto una vita di 92 anni sentendosi il numero uno e sopportando notoriamente il giusto chi poteva soffiargli lo scettro di più forte, più famoso, più bello, più bon vivant d’Italia. Ne sanno qualcosa Adriano Panatta e negli ultimi anni di vita lo stesso Jannik Sinner. Qualche battuta il grande Nicola avrebbe potuto evitarla, per non essere inseguito dal sospetto di rodere un po’. Eppure, se ci pensiamo, anche questo è parte fedele e squisita del personaggio. Se non le avesse fatte quelle battute, sarebbe stato un po’ meno Nicola Pietrangeli, un po’ più finto. Lui veniva da un’era in cui il problema non era fingere di essere perfettino, ma imbucarsi con classe e nonchalance al circolo di Montecarlo. Vuoi mettere.