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L'Italia in crisi in Europa, i giovani in panchina e l'esempio di Mancini
Certe serate, certi turni d'Europa, servono a guardarsi dentro. L'Inghilterra fino a qualche anno fa sembrava pronta a una nuova crisi, con le grandi che nelle Coppe stentavano. Quest'anno rischiamo una doppia finale tutta britannica, se il campo lo vorrà: Liverpool-Tottenham e Arsenal-Chelsea. Dal divano, l'Italia assisterà affascinata ma rammaricata. Triste. E la luce in fondo al tunnel è sempre una, una soltanto. I giovani. Roberto Mancini prova a indicare la via, pure a forzarla: Nicolò Zaniolo, poi Moise Kean. Il talento merita un premio, ecco la semplice ma vera filosofia del commissario tecnico azzurro. Ma in Serie A, è davvero così? Tuttomercatoweb.com ha stilato di recente la classifica dei migliori cento giovani d'Italia nati dopo il 1 gennaio del 1998. Per dire: Kylian Mbappé e Houssem Aouar sono di quell'anno. Matthijs de Ligt e Kai Havertz del 1999. Jadon Sancho del 2000. Giusto per citarne alcuni, s'intende: nei migliori italiani ci sono Gianluigi Donnarumma, che è titolare nel Milan, e Nicolò Zaniolo, che lo è della Roma. Nella top five, poi: Moise Kean, considerato imberbe per una maglia nella Juventus. Patrick Cutrone, riserva di Krysztof Piatek in rossonero. Ma questo può starci, se ragioniamo di big. Il problema è dal quinto posto in poi: Manuel Locatelli gioca e non gioca nel Sassuolo. Alessandro Bastoni ha perso il posto nel Parma, Andrea Pinamonti sgomita per quello nel Frosinone e Claud Adjapong per uno nel Sassuolo. Della top ten italiana, solo Sandro Tonali e Luca Pellegrini sono titolari, uno nel Brescia e l'altro nel Cagliari ma da gennaio dopo tanto settore giovanile. Il punto sta tutto qui. Nelle occasioni, nel minutaggio. Nelle possibilità. L'Italia non ne concede e se l'Ajax è modello sin troppo estremo, c'è da riflettere quando si vedono i nomi di questi ragazzi. Possibile che Pellegrini non meritasse spazio, nella Roma? Tonali gioca ancora a Brescia perché costa troppo, per le richieste di Cellino, e perché in A non hanno il coraggio di dargli subito una maglia da titolare. E questi sono solo i migliori dieci, dopo ci sono ragazzi di grandissime speranze ma giocano tutti o quasi nelle categorie inferiori o in Primavera. Certe serate d'Europa facciano riflettere. Anche su questo.
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