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"La Juventus è costruita sulle individualità". Il paradosso della frase di Maurizio SarriTUTTO mercato WEB
© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport
giovedì 18 giugno 2020, 12:15Serie A
di Marco Conterio

"La Juventus è costruita sulle individualità". Il paradosso della frase di Maurizio Sarri

Ha detto ieri Maurizio Sarri che "la Juventus è costruita sulle individualità e siccome manca brillantezza, visto che saltiamo meno l'uomo, facciamo fatica", ieri sera nel post sconfitta ai rigori contro il Napoli ai microfoni della Rai. Ed è un paradosso e pure un controsenso, perché Agnelli, Paratici e la dirigenza juventina lo hanno scelto perché direttore d'orchestra e non gestore. Per quello c'era Massimiliano Allegri che, pur senza calcio champagne, era pilota capace di indicare quando dar gas e quando levare il piede dall'acceleratore. Sarri è stato scelto per il Sarri-ball, per il tiki taka all'italiana, per il gioco corale, per dimostrare che bello e pratico possono convivere e condividere trofei. Non per quel che è stato ieri sera, e anche in Arabia, e pure a lunghi tratti in stagione. Una squadra che si affidava a una preghiera, alla sortita di un singolo, nella fattispecie Cristiano Ronaldo o Paulo Dybala. La Juventus non sembra costruita per Maurizio Sarri, certamente in quello che è il suo reparto nevralgico, ovvero il centrocampo. Ha steccato le sue scommesse, Adrien Rabiot e Aaron Ramsey non hanno superato il Rubicone delle loro carriere e sono rimasti fermi al palo. Davanti è un ensemble sconclusionato, soprattutto in questo post pausa, e poco realizzatore. CR7 gioca da Re Sole, ma intorno i pianeti non gravitano come la Juventus avrebbe pensato, voluto, da lui e da Maurizio Sarri. C'è tempo per rialzarsi, Lione val bene una speranza e un rilancio e pure il campionato è un'occasione importante. Ma urge cambiar filosofia, pensare al coro più che alle voci. Perché quella frase di ieri sera dell'allenatore della Juventus è un paradosso.