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Juve: la risposta (non scontata) di Sarri. Inter: la rivoluzione tattica di Conte passa da due giocatori (e occhio al destino di Lautaro…). Milan: la scelta di Gazidis e quella del Fondo. Atalanta: un "colpo" che dice tanto.TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 23 giugno 2020, 00:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

Juve: la risposta (non scontata) di Sarri. Inter: la rivoluzione tattica di Conte passa da due giocatori (e occhio al destino di Lautaro…). Milan: la scelta di Gazidis e quella del Fondo. Atalanta: un "colpo" che dice tanto.

Nell’era del "calcio di notte" chi scrive di pallone è praticamente fottuto. Prendete questo pezzo: va consegnato entro e non oltre le 23.55, ovvero dieci minuti dopo la conclusione del mega-posticipone (in questo caso Bologna-Juve).
Bene, siccome siamo molto astuti scriveremo cose a caso pre Bologna-Juve e chiuderemo con importanti sentenze post Bologna-Juve.

Si comincia.

Non sappiamo mica se avete letto il pezzo di settimana scorsa ma, se avete osato, vi ricorderete che si parlava della presunta “crisi interista” o comunque di “Conte che è una delusione”.
Scrivevamo così: “Ovunque si sparano sentenze: Conte ha fallito, è ufficiale. Lautaro Martinez si deve vergognare perché gioca male apposta e pensa al Barcellona. Il tutto dopo 3 mesi di non-calcio. Il tutto ora e solo ora, perché poi, magari, domani cambiamo idea a seconda di come tira il vento. Cioè, cosa succede se per sbaglio domenica Lautaro segna un gol e l’Inter torna a -6 dalla vetta? Ve lo diciamo noi, cambieranno tutti prospettiva”.
Così è andata. Fino a domenica si parlava di un Conte deludente, oggi si parla di un Conte da scudetto. Molti chiedono: “Cos’è cambiato in Conte?”. Bisognerebbe rispondere: “In Conte non è cambiato niente, al limite cos’è cambiato in voi!”.

Il dato di fatto è che l’Inter con il 3-4-1-2 funziona. Conte ci ha lavorato, cercava un modulo che potesse far brillare Eriksen e lo ha trovato. Contro la Samp la squadra è durata 60 minuti, è vero, ma di questi tempi ci può stare. Ha funzionato anche Candreva, per dire, davvero a suo agio nei primi 45 minuti. I nerazzurri ora devono solo trovare un modo per “addormentare” le partite quando i ritmi calano, cosa che capiterà spesso in queste 12 giornate estive; spingere al massimo per 90 minuti è difficile in condizioni normali, figuriamoci ora.


Ah, Lautaro. C’è chi lo dava già per accantonato. “Sanchez prenderà il suo posto”, si diceva. E invece ha giocato l’argentino ed è tornato al gol. Il Barcellona nel frattempo cerca il grano per portarlo in Spagna. Difficile che riesca a pagare i 111 milioni della clausola entro il 7 luglio, ma questo non cambia l’intenzione di Messi (decide lui in casa blaugrana). Molti dicono: “Alla scadenza della clausola l’Inter dovrà abbassare le sue pretese” e questa, francamente, ci pare una boiata. La clausola per definizione è un’opportunità che il mercato offre ai compratori, se questi ultimi non la sfruttano, dall’8 di luglio l’Inter non deve chiedere un milione in meno, semmai uno in più.
La sensazione, in definitiva, è che si continuerà a lungo con il tiramolla e alla fine l’Inter rinuncerà al suo giocatore solo per cifre superiori ai 100 milioni (o 90 e un giocatore). Qualcuno azzarderà così tanto? Mah…
E diciamo “azzarderà” perché – rarissimi casi a parte – non esistono giocatori di quel valore. Cioè, per ogni “pesce” da 100 milioni, nel mare, ce n’è un altro con lo stesso potenziale e che costa la metà. Basta saperlo trovare. L’Atalanta, per dire, li trova. Ieri i bergamaschi hanno riscattato Mario Pasalic per 15 milioni di euro. Oggi forse troverete qua e là qualche riga su questo colpo, mentre nelle prossime settimane riempiremo pagine e pagine con i colpi da 50 e 60 milioni. Quindi, in autunno, ci chiederemo: "Come fa l'Atalanta?". Fa esattamente così: riscatta i Pasalic (75 presenze, 15 gol, 13 assist, 25 anni) a cifre “umane” e, magari, li rivende al doppio un anno dopo.

Due battute sul Milan e sul suo futuro “tedesco”. Il Milan dal futuro tedesco poteva avere un presente calabrese (Gattuso) ma ne ha fatto a meno, si è ritrovata con un “riparatore” emiliano (Pioli) ma non lo vuole, tenterà l’ennesimo azzardo con Rangnick, uno che ha un nome molto complicato e presumibilmente convoglierà su di sé tutte le responsabilità. Sarà la scelta giusta? Forse. La certezza è che Pioli sta facendo un buon lavoro (ieri il Milan ha giocato una partita da squadra vera e assai compatta), l’altra è che al di là della guida tecnica saranno le intenzioni di chi comanda a fare la differenza.
I proprietari del Milan che intenzioni hanno? Vivono nella speranza che il Milan torni grande o che semplicemente diminuisca le sue perdite? Le due cose, sia chiaro, non vanno di pari passo e la sensazione, netta, è che per il fondo, il calcio, sia solo un peso. Il diavolo merita decisamente qualcosa di più, quantomeno non un mercato di sole scommesse.

Ebbene, è finita Bologna-Juve. I bianconeri hanno vinto e convinto. Non era affatto scontato dopo le polemiche post Coppa Italia. Sarri continuerà a essere preso di mira e ben lo sa: è il destino, scomodo, dei "condannati a vincere".

E addio grande Mario. E addio grande Pierino.
E forza grande Alex, senza troppi giri di parole.