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La SPAL ci vuole credere fino alla fine. Ma l'impresa è (ormai) impossibile
Seppur non ci sia ancora la matematica a condannare la SPAL alla retrocessione, la strada verso la salvezza dei biancazzurri allenati da Gigi Di Biagio sembra essere sempre più in salita e scoscesa da percorrere. A nove punti di distacco dal quartultimo posto occupato dal Lecce infatti, dopo il pareggio beffa per 2 a 2 contro il Milan e la sconfitta netta con la Sampdoria per 3 a 0, Petagna e compagni dovranno essere in grado di mettere insieme una striscia di almeno cinque risultati utili consecutivi che permetta loro di tenersi agganciati e rientrare nel treno su cui viaggiano anche le altre dirette concorrenti in zona retrocessione.
In poche parole, si tratterebbe di una vera e propria impresa, difficile e pressoché impossibile da raggiungere, a maggior ragione se si analizzano le difficoltà e i limiti che hanno impedito agli estensi di dare continuità ai loro risultati in questo campionato. Dagli errori individuali da matita rossa che si sono visti nelle ultime partite, basti pensare all'autogol di Vicari con i rossoneri di Pioli e alle gravi leggerezze commesse da Sala, Letica e Missiroli nel match contro i blucerchiati, alla mancanza di carattere, di spirito, di mordente e di concentrazione che servono a una squadra che vuole lottare per salvarsi a tutti i costi. Senza dimenticare gli infortuni che da inizio anno flagellano in maniera costante il gruppo biancazzurro e una panchina che non riesce a incidere quando chiamata in causa.
Tratti distintivi di una stagione nata sotto una cattiva stella e destinata a finire nello stesso modo, anche se ancora rimangono da giocare quattro scontri diretti. Due già questa settimana, che si preannunciano estremamente decisivi per il futuro spallino. Vale a dire quelli contro Udinese e Genoa, che potranno in un qualche modo già fornire un quadro più chiaro sul destino che attenderà una SPAL che avrà comunque l'obbligo e il diritto di crederci fino alla fine, come più volte è stato ribadito dallo stesso Di Biagio, per tentare di riaprire i giochi e alimentare la timida fiammella rappresentata dalle pochissime speranze di salvezza rimaste, finché la matematica non la condannerà e non avrà emesso i suoi verdetti.
Logicamente, però, più passano le giornate, più la classifica rimane invariata o peggiora e più la situazione si fa difficile. Così come è altrettanto risaputo che nel calcio può succedere di tutto e che sei punti nelle prossime due gare potranno fornire agli addetti ai lavori una nuova fotografia da analizzare. Insomma, per la SPAL è arrivato il momento del dentro o fuori, dell'ultima spiaggia. Tutto in una settimana, tutto in 180 minuti. Vincere vorrebbe dire rimanere a galla, perdere sarebbe invece la pietra tombale sulle ambizioni di salvezza dei biancazzurri, che proveranno e dovranno dare il massimo per non far calare anticipatamente il sipario sulla loro stagione.
In poche parole, si tratterebbe di una vera e propria impresa, difficile e pressoché impossibile da raggiungere, a maggior ragione se si analizzano le difficoltà e i limiti che hanno impedito agli estensi di dare continuità ai loro risultati in questo campionato. Dagli errori individuali da matita rossa che si sono visti nelle ultime partite, basti pensare all'autogol di Vicari con i rossoneri di Pioli e alle gravi leggerezze commesse da Sala, Letica e Missiroli nel match contro i blucerchiati, alla mancanza di carattere, di spirito, di mordente e di concentrazione che servono a una squadra che vuole lottare per salvarsi a tutti i costi. Senza dimenticare gli infortuni che da inizio anno flagellano in maniera costante il gruppo biancazzurro e una panchina che non riesce a incidere quando chiamata in causa.
Tratti distintivi di una stagione nata sotto una cattiva stella e destinata a finire nello stesso modo, anche se ancora rimangono da giocare quattro scontri diretti. Due già questa settimana, che si preannunciano estremamente decisivi per il futuro spallino. Vale a dire quelli contro Udinese e Genoa, che potranno in un qualche modo già fornire un quadro più chiaro sul destino che attenderà una SPAL che avrà comunque l'obbligo e il diritto di crederci fino alla fine, come più volte è stato ribadito dallo stesso Di Biagio, per tentare di riaprire i giochi e alimentare la timida fiammella rappresentata dalle pochissime speranze di salvezza rimaste, finché la matematica non la condannerà e non avrà emesso i suoi verdetti.
Logicamente, però, più passano le giornate, più la classifica rimane invariata o peggiora e più la situazione si fa difficile. Così come è altrettanto risaputo che nel calcio può succedere di tutto e che sei punti nelle prossime due gare potranno fornire agli addetti ai lavori una nuova fotografia da analizzare. Insomma, per la SPAL è arrivato il momento del dentro o fuori, dell'ultima spiaggia. Tutto in una settimana, tutto in 180 minuti. Vincere vorrebbe dire rimanere a galla, perdere sarebbe invece la pietra tombale sulle ambizioni di salvezza dei biancazzurri, che proveranno e dovranno dare il massimo per non far calare anticipatamente il sipario sulla loro stagione.
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